Henry Ford fondò una delle case automobilistiche che hanno fatto la storia, la Ford Motor Company. Negli anni le sue idee innovative cambiarono la qualità della vita a milioni di persone rivoluzionando il trasporto su strada. Un’azienda identitaria del novecento e dei nostri giorni che si descrive dalle foto dei libri di storia agli sguardi sulla nostra realtà quotidiana, confermandosi un marchio tra i più venduti al mondo. Quello che non è conosciuto da tutti nel percorso di questa azienda, è un brevetto molto particolare. Si tratta di un progetto del 1941 ma che si rivela incredibilmente attuale anche per le nostre esigenze moderne, sempre alla ricerca di soluzioni green e alternative per uno lifestyle più eco. Stiamo parlando della Hemp Body Car.
Henry Ford era un imprenditore dall’innato fiuto per gli affari ma particolarmente legato alla natura. Non aveva mai nascosto il sogno di realizzare “delle vetture a prezzi ragionevoli, affidabili ed efficienti“, uno strumento per il futuro ma indissolubilmente legato alla terra. Correva il 1925 quando l’inventore rilasciò al New York Times una dichiarazione che già faceva immaginare una ricerca fuori dagli schemi. Le sue parole lasciavano supporre le competenze e la volontà per progettare un’autovettura ecologica alimentata da carburanti alternativi. Un progetto tanto azzardato quanto ambizioso: vetture fatte di canapa che utilizzassero l’etanolo come carburante. “Il carburante del futuro sta per venire dal frutto, dalla strada o dalle mele, dalle erbacce, dalla segatura, insomma, da quasi tutto. C’è combustibile in ogni materia vegetale che può essere fermentata e garantire alimentazione. C’è abbastanza alcool nel rendimento di un anno di un campo di patate utile per guidare le macchine necessarie per coltivare i campi per un centinaio di anni“. Per molti si trattava di un’idea fantascientifica dalle fattezze un po’ bucoliche, una pazzia che mixava tecnologia e primordialità difficile da prendere in considerazione. Ford formò un’equipe di ingegneri eccellenti e lavorò sodo a quello che per lui non era solo un’utopia. Ci vollero 12 anni di studi per concretizzare questo affascinante progetto e vedere nascere la Hemp Body Car, l’autovettura più ecologica del mondo.
La macchina dei sogni era finalmente diventata realtà. La struttura esterna era composta interamente da plastica in fibre di canapa, biodegradabile e dieci volte più leggera delle auto con carrozzeria d’acciaio. Ma quello che rendeva la Hemp Body car un progetto 100% eco era racchiuso nel suo interno. L’auto veniva alimentata da canapa distillata, un carburante ad impatto zero sull’ambiente.
Un’auto rivoluzionaria, un progetto che tutt’oggi mantiene intatte le sue potenzialità e il suo fascino. Cosa bloccò le produzioni e l’avvento nel mercato? Le ragioni sono riconducibili alle inflessibili leggi del mercato e dell’economia, quella dalle sfumature più cupe eppure dorate per i magnati del petrolio, il combustibile dal grande “potere” finanziario. Fu complice anche la legge che nel 1955 proibì la coltivazione della canapa nel suolo statunitense. L’impero del petrolio e dell’acciaio ripresero il sopravvento lasciando sfumare al grigio questo progetto verde considerato particolarmente scomodo per l’epoca. Ci si chiede quanto oggi questa prospettiva sia cambiata e quanto possiamo realmente fare contro i monopoli neri che continuano a dettare legge nel mercato. Qualche spiraglio di luce comincia ad intravedersi, noi confidiamo che viri al verde della canapa, a conferma della sua versatilità e potenzialità. Nonostante i 70 anni di età della Hemp Body Car, le basi del progetto risultano ancora attuali e innovative.
Pubblicato originalmente in BeLeaf 6, novembre 2017
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