Un tempo qui era tutta canapa: la storia dei fratelli Bernardini

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Rispolveriamo vecchi attrezzi per la coltivazione e la lavorazione della canapa, iniziamo così il cammino per risvegliare i ricordi di tutti coloro che un tempo avevano trattato la pianta e di altri che ne avevano solo sentito parlare dai loro genitori; alcuni non sapevano cosa fosse, altri la conoscevano solo come fumo. La sua storia secolare si collega con la nostra storia, intrecciandosi anno dopo anno a parlare di canapa sativa, dalla coltivazione ai vari utilizzi, alimentare, industriale, farmaceutico e non da meno per l’edilizia, settore molto importante se ben gestito.

Il cammino come Museo Itinerante dei Gemelli Bernardini inizia nel lontano agosto del 1997. Come sempre succede si parte da una mostra estiva, la richiesta a gran voce di istituire un museo, ne parlano i giornali, le riviste, arrivano le prime richieste di esporre gli attrezzi e parte del museo in altre località del Lazio. Gli attrezzi riprendono aria e a funzionare nuovamente, le stoffe secolari tornano in bella mostra sprigionando la loro freschezza, donano colore, risvegliando il cuore alle persone che ne avevano il ricordo.

Trattare con le scuole e seguire i ragazzi è stato il nostro cavallo di battaglia, perché parlare con loro del lavoro che svolgevano i nostri nonni nei secoli, dalla coltivazione alle stoffe, ci rendeva felici. Avevamo la sensazione di incantarli, per l’attenzione con cui seguivano i nostri racconti, mostrando e usando i vari attrezzi della lavorazione, dalla semina alla crescita della pianta alla trasformazione in fibra, la stoppa, le corde fino a realizzare le stoffe. Tutto era coordinato. Per dar maggior risalto al valore della canapa portavamo ad esempio le caravelle che solcavano gli oceani e che erano realizzate da due soli elementi, legno e canapa: lo scafo, tra una tavola e l’altra, ha un’anima di stoppa (canapa) per impermeabilizzarlo, mentre le vele e le corde sono di canapa. Questo era uno degli esempi che più stupiva i ragazzi ed aiutava a comprendere il valore di questa materia così naturale e dei tanti utilizzi.

Non è sempre facile raccontare le storie di questa preziosa pianta. La consapevolezza che in Italia è stata vietata la coltivazione per anni nonostante fossimo i secondi produttori al mondo e i primi in qualità di fibra esportandola in molti paesi europei, inglesi, e persino in America, ci faceva ribollire il sangue. Ma è proprio questa amarezza che ci motivava a raccontare della nostra canapa dandole la voce che merita e la forza di riportarla ai suoi splendori, ripiantandola.

Molti parteciparono al convegno sulla Canapicultura a Caserta 3-4-5 dicembre 1997 tra cui un gruppo di agronomi capeggiati dal prof. Sosio Capasso dell’Istituto di Studi Atellani, o Felice Giraudo di Carmagnola, Cesare Tofani dalla Toscana, dott. Mignore e dott. Canaletto di Roma, Angela Grimaldi e noi i Gemelli Bernardini del Museo Itinerante della Canapa. Il secondo giorno del convegno l’allora Ministro delle Risorse Agricole e Forestali Pinto, inviò una circolare al convegno dove l’Italia poteva ripiantare canapa per una superficie di 1000 ettari. A chiusura del convegno venne costituita Assocanapa con la nomina del presidente, nella persona di Felice Giraudo, con sede a Carmagnola (Torino). Il 1998 iniziò con le prime semine a marzo, di circa 300 ettari: erano i nuovi pionieri, qualcosa in campo nazionale si stava muovendo.

Dal 1998 il cammino del Museo Itinerante della Canapa diventa inarrestabile. Il Lazio è ormai di casa, si va in Piemonte e in Toscana. Veniamo citati in una rivista olandese, a Colonia, in Germania, abbiamo partecipato ad una manifestazione dedicata alla canapa, a Berlino troviamo un altro Museo della canapa. Questi viaggi ci fanno comprendere quante realtà e innovazioni siano state fatte, dalle vernici, ai pannelli di fibra e tanto altro.

A parlare di canapa non siamo più soli, la scintilla che abbiamo lanciato inizia a infiammare il cuore degli Italiani. Il nostro pellegrinare con il Museo Itinerante della Canapa dilagava in tutte le direzioni della penisola, non sempre si riusciva a soddisfare le richieste perché si sovrapponevano. Il nostro sforzo era quello di accontentare tutti coloro che organizzavano le manifestazioni richiedendo anche la nostra presenza. La Canapa sativa si stava facendo strada, una strada piena di incertezze: mancava ancora una legge e non esisteva la filiera. I successivi convegni hanno posto queste problematiche facendo richiesta alla politica di legiferare, e trovare le risorse per la trasformazione del prodotto coltivato. Queste richieste trovano un percorso lento e burocratico, come ben sappiamo.

Passano alcuni anni e si parla sempre di più di canapa. I giovani che vogliono piantarla sono sempre più numerosi dando grande spinta alla ripresa delle coltivazioni. Il nostro cammino è incessante. Partecipiamo a convegni, mostre e fiere, tanto che veniamo chiamati dai musei francesi per collaborare alla manifestazione. La “Notte dei Lumiere”, la ricordiamo come una esperienza bellissima e piena di fascino. Visitare il Museo a lume ad olio (di canapa), era come vivere la realtà dei secoli passati, bisognava trattenere i visitatori per circa 10 minuti in modo che gli occhi si abituassero a quella luminosità per iniziare la visita museale. Tutto questo faceva capire come le nostre nonne lavoravano a lume di candela.

Un’altra esperienza che ricordiamo con il sorriso è la collaborazione con l’associazione Ciechi Provinciale di Roma. E’ stato davvero indescrivibile: far toccare tutti gli attrezzi del museo ad ognuno di loro spiegando le relative funzioni, visite che si sono ripetute nel tempo.

Dopo vari anni a parlare di Canapa, sempre più persone si impegnano per portarla avanti.

Nascono i primi trasformatori, con Assocanapa a Carmagnola (TO) e con Rachele Invernizzi a Crispiano (TA) e questo è un gran passo. Ne occorre almeno uno nell’Italia centrale, per questo abbiamo rivolto le nostre speranze nei dirigenti di Arsial per la sua realizzazione ma il cammino è ancora lungo.

Il nostro impegno itinerante è costante, le località dove è stata richiesta la nostra presenza sono circa sessanta e non ci fermiamo qui. Ci viene richiesto di andare anche a Catania, è stato un grande piacere arrivare in Sicilia dove siamo stati accolti con ineccepibile accoglienza e grande ospitalità.

Nel 2015 veniamo invitati a partecipare al convegno sulla canapa organizzato dall’associazione Canapa Live nella sede della Regione Lazio in via della Pisana. Un’ottima occasione per far sentire la nostra voce e di far presenti quali regioni puntano al progetto di ricoltivare Canapa. Il Lazio è tra le ultime. Facciamo pressione insieme ai giovani Claudio Pomella e Emiliano Stefanini di Canapa Live, per andare avanti con la legge regionale e la realizzazione del trasformatore nel Lazio, strategico per il centro Italia.

Nel febbraio 2015 partecipiamo alla prima edizione della grande fiera Canapa Mundi a Ciampino (Roma) e successivamente viene costituita Federcanapa, eletto presidente Peppe Croce e vice Rachele Invernizzi. Federcanapa accoglie la mia adesione come socio onorario.

Il movimento sulla Canapa aumenta senza sosta, le località che organizzano la giornata sulla Canapa con seminari sono frequenti in tutte le regioni, e il Museo Itinerante dei Gemelli Bernardini non trova soste raggiungendo 100 località e vent’anni di storia, coronati da una legge nazionale e da quella regionale del Lazio.

I soci dell’Associazione “I Gemelli Bernardini dal 1997” a maggio 2017 decidono di organizzare una festa per celebrare i vent’anni di storia sulla Canapa (1997/2017). Per l’occasione ci viene messo a disposizione l’intero complesso del Museo delle Tradizioni Popolari di Canepina (VT) e di questo ringraziamo il Sindaco per l’ospitalità e Felice Arletti per l’organizzazione.

Il nostro invito è rivolto alle massime autorità locali, ai parlamentari che si sono dedicati alla stesura della legge, a tutte le associazioni di canapai e canapicoltori, per l’evento è stato offerto un pranzo a base di canapa curato dal caro amico Felice Arletti dell’Agriristoro Il Calice e la Stella, primo ristorante italiano ad aver proposto piatti e menù alla canapa, tra cui il Fieno di Canepina. Settimio ha offerto le ciambelline alla canapa e Domenico il canapino. Una festa davvero unica.

Il Museo Itinerante prosegue il suo cammino toccando altre località con fiere e partecipazioni a seminari, il cammino non è sempre facile, con diverse difficoltà di varia natura. L’Associazione termina il suo percorso ed io debbo prendere una decisione , proseguire o abbandonare. Proseguire è duro perché gli anni passano, ma abbandonare quanto si è coltivato in tanti anni, le tante amicizie, quanti mi conoscono e mi stimano e mi ritengono custode di questa storia come pioniere nella rinascita della Canapa Sativa in Italia, è veramente difficile. Conservando gelosamente in archivio quanto si è scritto, riviste, seminari, libri, articoli di questi 22 anni e le oltre 100 presenze a manifestazioni, una vera e propria biblioteca. Ora sono di supporto alle mie figlie Vera e Simona che in questi anni mi hanno seguito e le ho tramandato la passione per la canapa, tanto da creare una nostra società, BioVerSi s.r.l.s., che commercializza prodotti nazionali a base di canapa sativa: prodotti cosmetici, oli, farine, biscotti, snack, stoffe antiche, prodotti equosolidali e l’immancabile liquore digestivo “L’Antico Canapino”.