L’International cannabis policy conference ha riunito tutti gli stakeholder del settore cannabico a livello globale: ricercatori, associazioni, ONG, funzionari pubblici, responsabili delle politiche, imprese del settore privato, investitori. Tutti gli attori sono stati chiamati a raccolta dal 7 al 9 Dicembre a Vienna per dare l’ultimo contributo esterno prima della sessione finale della CND (Commissione sulle doghe e narcotici, unico organismo dell’ONU che si occupa delle politiche sulla cannabis) prevista a Marzo 2019. L’associazione “Gli amici di Nonna canapa” è stata invitata da FAAAT.net (associazione organizzatrice dell’evento) e dal KNOWMAD INSTUTE (Istituto europeo di studi multidisciplinari sui diritti umani e la scienza) in virtù dei progetti culturali in tema di sensibilizzazione sulla cannabis di cui si sta occupando.
Il primo appuntamento della nostra agenda Viennese è stato al Palazzo delle Nazioni Unite dove era sta convocata la sessantunesima sessione dell’UNODC (United Nation Office of Drugs and Crime), per ricevere le raccomandazioni finali sulla programmazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) sia sul cannabidiolo (quarta ECDD), sia sulla cannabis in tutte le sue forme (41 ECDD).
Raccomandazioni che avrebbero consentito ai 187 delegati degli Stati membri di sviluppare politiche innovative perseguendo la legalizzazione e nuove prospettive di mercato per tutti i settori economici che la cannabis abbraccia.
Ma così non è stato. A sorpresa, infatti, un rappresentante dell’organizzazione ha annunciato che l’OMS avrebbe sospeso i risultati della valutazione sulla cannabis fino a gennaio (in data ancora da definirsi). il motivo? La necessità da parte della Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (CND) di decidere se la cannabis debba rimanere nella più restrittiva classificazione internazionale delle droghe oppure no (attualmente è classificata al pari delle sostanze più pericolose come eroina e cocaina).
All’inizio di quest’anno, il comitato di esperti dell’OMS sulla tossicodipendenza (ECDD) ha pubblicato una pre-revisione della cannabis che includeva diversi risultati positivi e probatori. Risultati che, evidentemente, hanno bisogno di una revisione critica più approfondita, anche in virtù della programmazione del nuovo piano di azione 2019-2029 che verrà votato dai Paesi membri a marzo 2019.
L’intero gruppo invitato ad assistere alla sessione ha abbandonato l’aula riunendosi in un’altra sala attigua per analizzare l’accaduto, condividere le impressioni e le motivazioni che hanno spinto l’OMS a rinviare le raccomandazioni. C’è da sottolineare che le conferenze organizzate nelle giornate di sabato e domenica erano focalizzate proprio su queste raccomandazioni. Tra lo stupore e il disappunto generale ci si è accorti che per la prima volta all’interno dell’ONU erano presenti rappresentanti del mondo cannabico provenienti da oltre 30 Nazioni: quale occasione migliore dunque per poter discutere insieme di come costruire un nuovo consenso internazionale sulla politica della cannabis?