Entro la fine dell’anno lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze produrrà e registrerà all’Aifa l’estratto oleoso titolato della cannabis per usi terapeutici. Per rispondere al sempre crescente fabbisogno, inoltre, l’istituto chimico farmaceutico sta sviluppando delle partnership con aziende private e potrà continuare a importare, almeno nell’immediato, cannabis dall’estero.
È quanto fa sapere il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, rispondendo a un’interrogazione del deputato Filippo Gallinella del Movimento 5 Stelle. Laa produzione di cannabis terapeutica sta riscontrando un successo crescente, con un fabbisogno che raggiungerà in Italia quest’anno i 700 chilogrammi e supererà i mille nel 2020. La produzione dello stabilimento, che per ora ha l’esclusività della produzione nel nostro Paese, si ferma a 300 chili. Come noto, è previsto un aumento della capacità produttiva, ma non sufficiente a coprire l’intera domanda.
A fronte di questo problema, spiega il sottosegretario, “è iniziato il percorso di collaborazione con le aziende private in possesso dei requisiti per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceutica”. Lo stabilimento fiorentino in questa logica continuerà ad avere una partecipazione diretta alle attività produttive con le proprie risorse, “mantenendo il fondamentale ruolo istituzionale del controllo, a garanzia della qualità della fase produttiva e del prodotto finito”.
Gli eventuali accordi che deriveranno con i privati per salvaguardare il ‘know-how’ dell’istituto dovranno contenere delle clausole di riservatezza, “tese ad evitare – specifica Tofalo – l’acquisizione e il possibile sfruttamento da parte del privato” delle conoscenze e dei prodotti sviluppati. Così facendo già nel breve e medio periodo il governo conta di mettere in condizione l’istituto fiorentino di colmare l’intero fabbisogno italiano, facendolo “diventare a sua volta esportatore di cannabis medica, generando anche nuovi posti di lavoro nel nostro Paese”.
Non si parla più, almeno per il momento, dopo la grande risonanza ottenuta nelle scorse settimane dalla proposte di legge dei senatori Matteo Mantero e Nello Ciampolillo, di autoproduzione. Peccato.