Da molti considerato un modello, quello spagnolo è sicuramente una certezza nel panorama europeo ma molte altre novità positive potrebbero arrivare presto.
Attualmente la legge spagnola consente soltanto nei social club il consumo e la vendita di cannabis, al di fuori di queste ‘isole’ rimane illegale (anche se esistono differenze tra regioni e regioni) ma depenalizzato. Questo vuol dire che se le forze di polizia vi trova in possesso di droghe leggere, non vi manderanno in carcere ma, oltre a requisirle, vi faranno una contravvenzione: per uso e possesso in luoghi pubblici si va dai 600 € ai 10.400 € secondo la “Ley de Protección de la Seguridad Ciudadana“, in vigore dal primo luglio del 2015. Lo spaccio invece è considerato un reato penale e, anche se le leggi per il traffico di marijuana sono più morbide di quelle italiane, è previsto il carcere.
Che cosa sono i social club?
In pratica sono delle associazioni cannabiche private, senza scopo di lucro, in cui la gente paga una quota per avere la possibilità di fumare marijuana legalmente. Quindi non si parla di vendita ‘tradizionale’ bensì di
di ‘divisione controllata tra soci’.
Non sono stati mai censiti ma si ipotizza che ce ne siano attualmente 10mila su tutto il territorio spagnolo: diversi dai coffe shop olandesi, sono dei luoghi di socialità dove poter vedere un film o una partita insieme, dove potersi rilassare o fare due chiacchiere in tranquillità. Se avete più di 21 anni potete acquistare tramite il vostro club fino a 60 grammi al mese, ma non c’è regola generalizzata; le persone di età compresa fra 18 e 21 anni non possono acquistare, invece, più di 20 grammi al mese.
Si tratta di un sistema che funziona egregiamente: da un lato ci sono le cooperative che si occupano della coltivazione e distribuzione, dall’altra i vari club che vendono al dettaglio prodotti certificati e di qualità. In questo modo anche le istituzioni riescono a tenere più facilmente sotto controllo il fenomeno e a monitorarlo. Ma è un sistema che può migliorare: il governo guidato da Pedro Sanchez non ha nascosto l’intenzione di puntare ad essere il primo paese europeo a legalizzare totalmente la cannabis. I presupposti ci sono tutti e chissà che non ci riuscirà davvero.
Anche per quanto riguarda la cannabis terapeutica c’è ancora molto da fare: in termini legali, infatti, non c’è alcuna differenza tra cannabis a scopo ricreativo e a scopo terapeutico. Ma nel 2018 il Governo di Madrid ha autorizzato 21 mila ettari di terreno per la coltivazione di cannabis, sicuramente un buon primo passo.