No, la cannabis light non è una sostanza stupefacente

Ancora una volta siamo costretti a segnalare un episodio di disinformazione sulla cannabis. Con una dose di stupore, visto che in questo caso si tratta di un’agenzia di stampa d’eccellenza, tra le due più grandi insieme all’Ansa. In un articolo datato il 17 ottobre (puoi leggerlo qui), l’Agi arriva a sostenere che il Cbd sia diventato uno stupefacente, alludendo addirittura al fatto che la cannabis light non possa più essere venduta, quando il decreto ministeriale oggetto dell’articolo parlava di tutt’altro. (Segue dopo la foto…)

Come noto, infatti, in concomitanza dell’arrivo in Italia del farmaco Epidiolex, il decreto citato nell’articolo inserisce nella tabella dei medicinali (non nelle tabelle degli stupefacenti, è bene sottolinearlo) le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis. Il che rappresenta chiaramente un grande grattacapo per il settore. Ma che nulla c’entra con la cannabis light (stando a quanto scritto nel decreto).

Dispiace molto, dunque, se una fonte così importante per l’informazione italiana come l’Agi scriva una fake news di tale portata, recando oltretutto danno alle migliaia di lavoratori che lavorano nel settore della cannabis.
E visto che l’articolo non ha una firma ci rivolgiamo direttamente al direttore Mario Sechi, che abbiamo sempre ritenuto un bravo giornalista.
Lo sa, caro direttore, che quei lavoratori, a causa di notizie del genere, rischiano di vedere ulteriormente ridurre il loro fatturato? È consapevole del fatto che notizie di questo tipo rischiano di far irrigidire le posizioni politiche dei parlamentari più moderati, quelli che leggendo queste falsità potrebbero cedere più facilmente alle richieste della Lega e della parte più rigida del Parlamento?

Non si può dire: “La cannabis light diventa sostanza ‘stupefacente'”, perché semplicemente è falso.

A meno che dietro tutto questo non vi sia una logica proibizionista, cosa che però renderebbe decisamente più grave l’accaduto. In quel caso saremmo di fronte a qualcosa di eticamente pesante, ovvero il diffondere una notizia per meri fini ideologici, piuttosto che per informare i cittadini. Ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli se così fosse, ma noi crediamo non lo sia e che i fatti siano legati più semplicemente a una svista.

Per questo chiediamo alla redazione dell’Agi la modifica di quel titolo fuorviante e quantomeno dell’attacco di quell’articolo, in cui si dice, sbagliando, che “Il cannabidiolo (Cbd), principio attivo contenuto anche nella cosiddetta ‘cannabis light’, diventa ufficialmente una sostanza stupefacente”. Il cannabidiolo, lo ripetiamo, non è diventata una sostanza stupefacente, sono alcune sue composizioni ad uso orale ad essere diventate medicinali (la tabella in cui sono stati inserite è quella dei medicinali, non quella degli stupefacenti).

Riportiamo qui il decreto ministeriale, nel quale non vengono menzionate nemmeno una volta le parole “cannabis light”. Mentre il titolo con cui l’Agi ne dà conto, lo ricordiamo, è questo: “La Cannabis light diventa sostanza ‘stupefacente'”.