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Perchè la cannabis ci piace così tanto? E’ tutto merito del Dna

Il potere della cannabis è scritto nel suo Dna. Stando a uno studio pubblicato nel numero di novembre di Genome Research, il THC e il CBD non sono sempre esistiti nella pianta che ora chiamiamo cannabis: milioni di anni fa, virus antichi potrebbero aver colonizzato il genoma della pianta e accelerato un processo evolutivo che ha cambiato il suo genoma, dandoci i due principi attivi così come li conosciamo oggi con le sue proprietà.

Lo dimostra la prima mappa dettagliata dei cromosomi della specie Cannabis sativa: utile a identificare l’esatta posizione dei geni coinvolti nella produzione delle molecole attive; con questa scoperta si permetterà di migliorare le coltivazioni ad uso terapeutico.

Lo Studio

La collaborazione aveva già portato nel 2011 alla pubblicazione della prima mappa del genoma della cannabis, ma quella bozza era troppo frammentata per poter rivelare l’esatta posizione dei geni sui cromosomi. A distanza di qualche anno, combinando la mappatura con una nuova tecnica di sequenziamento, i ricercatori sono finalmente riusciti a fare la mappa dettagliata dei cromosomi, scoprendo che i due geni responsabili della produzione di Thc e Cbd si sono evoluti a partire da un unico gene: entrambi posti sul cromosoma 6, sono circondati da sequenze di Dna ingarbugliato da antichi virus che avrebbero colonizzato la pianta milioni di anni fa.

Le sequenze del genoma virale, integrate nel Dna della pianta, si sarebbero duplicate e sarebbero diventate poi ‘mobili’, riuscendo a saltellare da un punto all’altro dei cromosomi.

Questa invasione avrebbe spinto i due geni a evolversi in maniera diversa. Un’altra scoperta molto utile alla selezione nelle future coltivazioni è quella del gene che produce il cannabicromene (Cbc), un’altra sostanza attiva meno nota ma che sembra avere importanti proprietà farmacologiche e che potrebbe essere responsabile di alcuni effetti psicoattivi nei ceppi di cannabis coltivata a uso terapeutico.

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