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Cosa può fare la cannabis per l’Alzheimer?

Sono circa 35 milioni le persone nel mondo ad essere affette da questa patologia. Una malattia crudele che piano piano ti spegne e ti isola. Ti ruba i ricordi, ti impedisce di parlare e comunicare, ti immobilizza e rende la tua vita, e quella di chi ti vuole bene, un dolore persistente.

Dal punto di vista neurologico, come ci spiega Cannabis Scienza, nei malati si registra una forte diminuzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore essenziale per la memoria e la cognizione. Ma diversi studi scientifici hanno evidenziato come la Cannabis, e in particolare singoli cannabinoidi come thc e cbd, attraverso i singoli estratti o in combinazione, potrebbero rivelarsi efficaci per curare e contrastare il morbo di Alzheimer.

Infatti possono inibire l’enzima che degrada l’acetilcolina (chiamata acetilcolinesterasi), aumentandone la biosdisponibilità. In più possono aiutare nell’aumento dell’appetito e del peso e riduzione dell’ansia e dell’aggressività.

Strategie terapeutiche per questa malattia

Studi recenti si sono concentrati sulle proprietà neuroprotettrici dei cannabinoidi, che potrebbero ritardare la neurodegenerazione in corso, provocata dalla malattia. Le potenzialità antinfiammatorie ed antiossidanti dei derivati della cannabis, come l’olio di CBD, possiedono proprietà benefiche, nel trattamento del Alzheimer (e di altre malattie neurodegenerative), che potrebbero ritardare la comparsa dei sintomi tipici della malattia, come la demenza.

Come riporta Enecta, uno degli ultimi studi, quello condotto al Salk Institute di San Diego nel 2016, California, con il National Institute of Health, l’agenzia del Ministero della Salute, e della Alzheimer Association, presenta un interessante meccanismo di azione del Tetraidrocannabinolo (THC).

Il gruppo di ricerca coordinato da David Schubert ha studiato le cellule nervose che, alterate dalla malattia, producono alti livelli di beta amiloide e hanno scoperto che alti livelli di beta amiloide erano associati con l’infiammazione cellulare e tassi più elevati di morte dei neuroni. Forti di queste evidenze i ricercatori hanno dimostrato che l’esposizione delle cellule al THC ha ridotto drasticamente i livelli della proteina beta amiloide ed eliminato la risposta infiammatoria delle cellule nervose causata dalla proteina, permettendo così alle cellule nervose di sopravvivere.

Le proprietà antinfiammatorie dei cannabinoidi e degli estratti a base di cannabis svolgono, quindi, un ruolo importante al punto da ispirare ogni giorno nuovi studi clinici.

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