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Legalizzazione, perché la Lega proprio non capisce

Durante il periodo di quarantena ci siamo chiesti più volte cosa avremmo potuto imparare da questa pandemia: saremmo diventati migliori? Avremmo capito i nostri errori e corretto la strada?

Purtroppo non tutti ci sono riusciti, anzi, a dire la verità, c’è chi non ci ha proprio provato. L’esempio lampante è il deputato medio leghista. Si potrebbe chiamare con qualsiasi nome, ma stavolta si chiama Jacopo Morrone.

Tutto parte con l’iniziativa del deputato M5s Salvatore Penna che ha annunciato di voler simbolicamente piantare un seme di cannabis nella speranza che il dibattito parlamentare sulla legalizzazione possa ripartire.

Solo a sentire la parola legalizzazione, Marrone si è subito scaldato chiudendo ogni possibilità: “Netto rifiuto alla legalizzazione della cannabis. Mettere in guardia dall’uso di sostanze psicoattive e negarne la liberalizzazione non è questione politica, ma riguarda il piano sanitario e le ricadute sociali soprattutto sulle giovani generazioni”.

Tanti pregiudizi in una sola frase era difficile da dichiarare, eppure il leghista si è spinto oltre: “A Penna, che evidentemente considera ‘normale’ che i giovani si droghino, replico che non esistono droghe inoffensive e che proprio i giovani sono i soggetti più a rischio per le gravi conseguenze fisiche e mentali derivanti dall’uso di cannabinoidi – afferma l’esponente del Carroccio -. Qui non c’entra affatto il ‘proibizionismo’, accusa pretestuosa che i fan della legalizzazione utilizzano per delegittimare i sostenitori del ‘no’, ma interviene il dovere dello Stato di tutelare la salute dei cittadini da sostanze considerate scientificamente nocive”.

Completamente fuori dal tempo e dallo spazio, Marrone dice molte inesattezze. Per essere precisi dice sempre le solite inesattezze, quelle che dicono da anni i proibizionisti.

I dati dei paesi dove la cannabis è stata legalizzata dimostrano che il consumo si è ridotto ed è divenuto più sicuro perché la qualità dell’erba consumata è certificata e controllata. Questo vuol dire anche che la salute dei consumatori è maggiormente tutelata ( e ciò esclude anche che i consumatori passino a prodotti più pesanti e dannosi). Ma non solo. Senza legalizzazione a gioire sono soprattutto le organizzazione criminali che nel mercato nero fanno i soldi. Potremmo continuare ad enunciare i benefici che la legalizzazione potrebbe portare all’Italia. Ne citeremo soltanto un’altra: quanto vale il mercato della cannabis nel nostro Paese. 30 miliardi, pari al 2% del Pil nazionale. Il momento di legalizzare è ora.

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