Spesso si è studiato il rapporto tra la cannabis e musica per capire come essi si condizionino. Secondo alcuni studi le piante sotto l’influenza della musica di Mozart crescerebbero meglio, secondo altri fumare renderebbe l’ascolto stesso della musica più piacevole.
E per i musicisti? Possono trarre beneficio dal consumare erba? Ovviamente sì. E sotto tanti punti di vista.
Partiamo dalla creatività, necessità primaria per tutti gli artisti.
Alcuni studi hanno dimostrato che l’uso del CBD aumenta il flusso di sangue al lobo frontale del cervello. In generale, il lobo frontale è responsabile della creatività, della risoluzione dei problemi e della pianificazione. Pertanto, consumare cannabis potrebbe aiutare in tal senso.
Ma un aiuto lo può dare anche per sconfiggere l’ansia da prestazione o da palcoscenico. Negli Stati Uniti è attualmente in corso uno studio clinico controllato con placebo in cui, le prove iniziali, hanno mostrato che coloro che hanno preso CBD hanno avuto benefici nella riduzione dei sintomi legati ai comportamenti ansiosi.
Ma la cannabis aiuta anche nel gestire la depressione. Un fenomeno molto comune tra i musicisti. Secondo uno studio di Help Musicians, infatti, il 60% dei musicisti ha avuto problemi di salute mentale durante la propria carriera e il 68% ha dichiarato di aver sofferto di solitudine per la separazione dalla famiglia e dagli amici. Un fenomeno che colpisce anche i musicisti nostrani tanto che, si è studiato, che hanno una probabilità tre volte maggiore di soffrire di depressione rispetto al pubblico in generale.
Ma il Cdb contenuto nella cannabis ha anche proprietà antinfiammatorie, per cui può proteggere le corde vocali di un musicista e mantenerle in salute dopo uno spettacolo.
L’infiammazione si verifica dopo che le corde vocali sono sottoposte a uno sforzo prolungato. Mentre un farmaco per questo è disponibile, questo ha un sacco di effetti collaterali indesiderati.