Un nuovo studio di caso pubblicato sulla rivista Veterinary Medicine and Science suggerisce che microdosi di LSD — in particolare la molecola 1cP-LSD — potrebbero offrire benefici terapeutici nel trattamento dell’ansia da separazione nei cani. Secondo i ricercatori, dosaggi estremamente bassi della sostanza psichedelica hanno ridotto significativamente i comportamenti distruttivi e la durata delle vocalizzazioni in un cane affetto da ansia grave.
Uno studio pionieristico: LSD e benessere animale
La protagonista dello studio è una cagnolina meticcia di 13 anni, alla quale è stata somministrata oralmente una microdose di 1cP-LSD — un analogo semi-sintetico dell’LSD con effetti simili — ogni tre giorni, per un totale di dieci somministrazioni in un mese. Il dosaggio era di appena 5 microgrammi, equivalenti a circa 0,38 nanogrammi per chilo di peso corporeo, nascosti in un pezzetto di prosciutto dato a colazione.
Il risultato? Un miglioramento significativo: il punteggio d’ansia dell’animale è sceso da 29 (grave) a 14 (moderata). “Abbiamo osservato una riduzione dei comportamenti distruttivi e della durata delle vocalizzazioni”, scrivono gli autori. Gli effetti positivi si sono mantenuti anche un mese dopo la fine del trattamento, sebbene la frequenza delle vocalizzazioni sia leggermente aumentata.
Sicurezza e limiti metodologici
Nessun effetto collaterale è stato riportato durante il trattamento. Tuttavia, gli autori — affiliati all’Università di Las Palmas de Gran Canaria e all’Asociación Científica Psicodélica delle Isole Canarie — sottolineano i limiti dello studio: si tratta di un singolo caso, senza gruppo di controllo né metodo in doppio cieco.
Il dosaggio, inoltre, è stato estrapolato da dati umani, data l’assenza totale di studi farmacocinetici sull’LSD nei cani. I ricercatori evidenziano anche implicazioni etiche, come l’impossibilità per gli animali di esprimere consenso o comprendere lo scopo dello studio.
Nonostante ciò, i risultati sono promettenti e aprono una nuova strada per la ricerca sull’uso terapeutico di sostanze psichedeliche in ambito veterinario — un campo finora quasi inesplorato.
Cannabis e animali: una frontiera sempre più concreta
Parallelamente al crescente interesse per gli psichedelici, il mondo della medicina veterinaria sta guardando con sempre maggiore attenzione alla cannabis. Studi recenti sostengono che il CBD sia sicuro per un uso prolungato nei cani e potenzialmente efficace nel trattamento di condizioni come ansia, dermatiti e artrite.
Un caso studio del 2024, ad esempio, ha mostrato che la cannabis può essere una valida alternativa per il trattamento delle malattie della pelle nei cani, soprattutto in presenza di effetti collaterali da terapie steroidee convenzionali.
Inoltre, il CBD si è dimostrato utile nel contrastare gli effetti negativi del consumo accidentale di THC negli animali domestici — una situazione in aumento, secondo i dati nordamericani. La FDA statunitense ha recentemente avviato una consultazione pubblica per raccogliere dati e opinioni sull’uso veterinario dei derivati della cannabis, con l’obiettivo di definire standard di sicurezza, qualità e posologia.
Conclusione: LSD, CBD e nuove terapie per il benessere animale
Lo studio sul microdosing di LSD nei cani rappresenta un piccolo ma significativo passo verso nuove possibilità terapeutiche nel trattamento dell’ansia e dei disturbi comportamentali negli animali. Sebbene si tratti ancora di ricerche preliminari, questi risultati rafforzano la necessità di esplorare approcci alternativi e meno invasivi, tra cui anche la cannabis terapeutica.
Con il giusto rigore scientifico e una solida base etica, il futuro della medicina veterinaria potrebbe presto includere strumenti oggi considerati “non convenzionali”, ma potenzialmente rivoluzionari.