di Omar Brun
Ormai è risaputo da tempo che la Cannabis è una pianta dai mille usi, ma uno in particolare sta creando negli ultimi tempi un vero e proprio fenomeno: le estrazioni di principi attivi.
Cosa sono le estrazioni e perché questa tendenza ha preso cosi piede tanto che gli stessi stoners hanno creato anche un nuovo nome, facendo partire la 710 (Seventen-OIL) mania?
Moltissimi dei miei clienti, che si avvicinano al settore grazie al CBD, fanno appunto domande di questo tipo: Cosa sono le estrazioni? Come e perché vengono fatte? A cosa servono e come si usano?
Le estrazioni sono il risultato concentrato della separazione degli oli e delle resine dal fiore della Cannabis.
Da migliaia di anni si coltivano piante di qualsiasi tipo per ricavarne estratti: sulla Cannabis terapeutica ed industriale particolarmente, si possono trovare alcuni tipi di estrazione nella pratica della medicina cinese e ayurvedica; anche in epoche più recenti, durante gli anni del pre-proibizionismo, era possibile reperire nelle farmacie ed erboristerie la tintura di Cannabis molto utile per i suoi usi altamente terapeutici per svariate patologie.
I concentrati di Cannabis si ottengono con diverse metodologie e tecniche che si differenziano per la struttura, l’utilizzo e la tipologia di prodotti che si vogliono creare. Tra queste, le estrazioni più conosciute e richieste oggi sono: bho (butane hash oil), iceolator/waterhash/bubblehash (estratto con ghiaccio o acqua), drysift (setacciato a secco), rosin (particolare procedura di piastratura), dryice (ghiaccio secco), rick simpson oil (olio medico), terp sauce, co2 supercritica, distillazione frazionata, macerati in alcol e olio.
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