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Fiere ed eventi della canapa da un’altra prospettiva

Dopo averci raccontato cosa significhi lavorare in un GrowShop con i suoi modi schietti LadyZion ci racconta il suo punto di vista sulle Fiere...
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Fiere ed eventi della canapa da un’altra prospettiva

Dopo averci raccontato cosa significhi lavorare in un GrowShop con i suoi modi schietti LadyZion ci racconta il suo punto di vista sulle Fiere della Canapa. Curiosi?

Fiere ed eventi della canapa

Da qualche anno si sente parlare delle fiere di settore, o meglio, le fiere della Canapa. La fiera è quell’evento che per tre o più giorni porta visitatori, professionisti, giornalisti e tutte le persone che lavorano o sono incuriosite da questo mondo, in una dimensione surreale (o almeno, questo è ciò che ho provato io la prima volta che vi ho messo piede a Canapa in Mostra di Napoli). All’estero sono più di quindici anni che esistono queste manifestazioni. Kermesse importanti che aiutano tutti coloro che lavorano nel settore, quando sono arrivate anche in Italia con aziende da tutto il mondo è stato un passo enorme per il nostro Paese. Le fiere riescono ad avvicinare persone di ogni genere compresi i bambini che grazie agli spazi loro dedicati possono costruire oggetti in canapa, gli anziani che riscoprono un mondo che già gli apparteneva (quante volte abbiamo sentito dire dai nostri nonni che usavano lenzuola, tovaglie o abiti in canapa), gli adulti curiosi, le persone diversamente abili, i malati che usano la cannabis per scopi terapeutici, tanti ragazzi e anche gli amici a quattro zampe, ormai sempre più presenti con la capacità di rendere ancora più bello l’ambiente delle fiere.

Visto da chi non è strettamente del settore, organizzare la partecipazione della propria Azienda in fiera sembra facile ma in realtà le procedure per i tre giorni di manifestazione sono tante e i giorni di lavoro sono molti di più. Riunioni su riunioni per pianificare le date di partenza, il vitto e l’alloggio, la suddivisione del lavoro e le ore da coprire. Bisogna considerare anche il personale che resta a coprire i turni nei negozi, inoltre tutta la logistica e il trasporto della merce. Infine arriva il giorno della partenza, sempre molto presto per avere margini in caso di imprevisti.

Ogni qual volta si parte per la fiera mi sembra di andare a giocare una partita di pallavolo. Siamo tutti carichi, adrenalinici, con le stesse magliette e pronti ad affrontare tre giornate tanto faticose quanto belle e divertenti. In fiera si incontrano persone che si vedono solo in determinate occasioni ed è un momento ideale per “mettersi a tavolino” e discutere delle situazioni generali inerenti al nostro ambiente. Si scambiano opinioni, pareri e perchè no, inviti: incontrarsi per una cena rilassante dopo la giornata lavorativa è un’ottima strategia per ripartire carichi per la giornata di lavoro successiva. Ogni tanto mi capita di paragonare l’evento fieristico a quando andavo al campo scuola al liceo: un momento per staccare dalla routine rimanendo comunque concentrata sul mio lavoro. La fiera è impegno ma allo stesso tempo sorrisi, fatica ma anche tanto divertimento. Adoro dire: “Vado in trasferta con il mio team”.

Ma qual è l’innovazione? A mio parere, a parte la fiera in sé, questi eventi fanno lavorare centinaia di persone: gli addetti della struttura, personale negli stand, hostess, allestitori e tutti coloro che si occupano dei vari servizi. Ammetto che non tutte le persone che si incontrano in queste occasioni sono “belle e simpatiche” ma c’è da dire che è proprio grazie alle fiere che ho scoperto amici fantastici con cui mi sento quotidianamente. Persone davvero meravigliose che non vedo l’ora di incontrare all’evento successivo.

Il primo giorno, di solito il venerdì, è quello più tranquillo, i visitatori sono calmi, altresì gli standisti, e la giornata procede quieta e armoniosa. I giorni successivi (di solito il sabato e la domenica) non si sa “a chi dare i resti”. Per i visitatori invece non mancano i momenti di svago: sono frequenti fra gli stand le ruote della fortuna e altri giochi dove si vince sempre qualcosa. Per partecipare si mettono in coda decine e decine di persone, giochi a premi dove si possono vincere campioni di fertilizzanti, cartine, accendini, grinder e chi più ne ha più ne metta. Dietro le quinte si vedono persone felici e soddisfatte di essersi avvicinate a un mondo tanto variegato quanto interessante e soprattutto molto divertente. Dal mio punto di vista, trovo davvero emozionante lavorare in questo settore e non riesco a smettere di sorridere a chi si avvicina al nostro stand, spiegare, parlare e farsi conoscere. Chi non è mai passato per una fiera ora si chiederà cosa c’è a parte il lato commerciale dell’evento. Ed è proprio qui che secondo me arriva il bello. Ogni fiera organizza degli “eventi nell’evento”. Convegni, conferenze, workshop, discussioni, incontri con medici e avvocati e tante attività particolari e uniche. A mio parere queste opportunità di condivisione valgono tutto il prezzo del biglietto. Ogni tanto penso a quanto mi piacerebbe essere un visitatore per poter usufruire di tutto ciò.

Noi ascoltiamo i pareri generali e i feedback del nostro pubblico e quello che ultimamente li incuriosisce maggiormente è l’hemp industry. Soprattutto i più giovani non immaginavano che con la canapa si potessero fare cosmetici, vestiti, scarpe, farina, olio e tanti alimenti buoni e nutrienti. Vedere questa coscienza concretizzarsi sempre di più mi rende incredibilmente orgogliosa, perchè la canapa merita di essere riscoperta, rivalutata e riqualificata.

Lunga vita alle fiere della Canapa, a tutti gli eventi “canaposi” che si svolgono in Italia che in questi ultimi anni stanno crescendo sempre di più e soprattutto a chi lavora nel backstage e rende possibile tutto ciò.

Pubblicato originalmente in BeLeaf 4, maggio 2017

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