Agrifoglio
Famiglia: Aquifoliaceae
Genere: Ilex
Specie: I. aquifolium
Nome volgare: Agrifoglio, Pungitopo Maggiore
Luci, decori, colori, mercatini, regali. Il Natale ogni anno arriva portando con sé atmosfere straordinarie, ricche delle più antiche tradizioni, da vivere come celebrazioni dei valori più veri e sinceri. Tra ghirlande, fiori, alberi e presepi, non esiste ornamento più apprezzato e diffuso di un bel Ilex aquifolium, una pianta che non colora solo il periodo delle Feste ma continua per tutto l’inverno.
Conosciuto con il termine più comune di agrifoglio è facilmente riconoscibile per le robuste ed acuminate foglie dal verde brillante e le bacche color rosso vivo. Si tratta di un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae. Originario del bacino del Mediterraneo, si diffuse in gran parte del mondo grazie alle evidenti capacità di resistenza negli ambienti più disparati.
Il nome della specie è dunque di derivazione latina: acer significa acuto e folium foglia. Acrifolium descrive infatti la caratteristica struttura delle fronde spinose e coriacee della pianta, la quale, in condizioni di habitat particolarmente favorevoli, può arrivare a superare altezze anche di 10-20 metri.
L’agrifoglio venne utilizzato nelle antiche pratiche agricole per proteggere gli alimenti dai topi (per questo chiamato volgarmente Pungitopo maggiore), nell’uso decorativo invece era diffuso già molto prima dell’avvento del Natale cristiano: tante leggende e tradizioni lo identificavano come un prezioso portafortuna.
Le popolazioni celtiche gli attribuivano addirittura poteri magici ed appendevano lunghi ramoscelli agli ingressi delle abitazioni per scacciare gli spiriti maligni. Queste ritenevano che la “grande quercia” fosse la Signora dei mesi caldi ed il suo alter ego durante i mesi freddi fosse proprio l’agrifoglio, il quale, mantenendo l’aspetto verdeggiante e vitale quando il resto della vegetazione si spogliava delle foglie, comunicava un senso di eternità, mentre le sue chiome pungenti rappresentavano un richiamo alla difesa da tutto ciò che è pericoloso ed ostile. Proprio per questo motivo, i sacerdoti celti (i druidi) spesso ne evocavano forza e protezione come sostegno durante i loro “viaggi spirituali”.
Durante la festa celtica di Yule al solstizio d’inverno, l’agrifoglio veniva associato alla celebrazione della rinascita del Sole ed il ritorno della luce dopo le tenebre dell’inverno, custodito come un vero talismano per il nuovo anno che sarebbe arrivato.
Quando il cristianesimo raggiunse l’Irlanda, nelle case fu perpetrata l’usanza pagana nel decorare con corone e ghirlande di agrifoglio le porte e le finestre durante il periodo natalizio. Tuttavia la simbologia per i cristiani fu trasformata nel tempo: le foglie spinose venivano associate alla corona indossata da Gesù durante la Passione mentre le rosse bacche al suo sangue versato, infine i candidi boccioli stavano a identificare la purezza della Vergine Maria.
ECOLOGIA E COLTIVAZIONE
Le tradizioni natalizie e la facilità di coltivazione hanno reso l’agrifoglio una pianta molto diffusa sin dal passato. Fa parte di un genere vegetale piuttosto ricco in specie (oltre 300), presente su scala mondiale principalmente nelle regioni temperate e calde, mentre in Europa è rappresentato dalla sola I. aquifolium, che si estende dal sud del continente al nord spingendosi fino alla Gran Bretagna e alla Norvegia.
In Italia si può trovare in tutto il territorio, si localizza in natura soprattutto nelle zone montane e submontane. Sebbene un tempo era ben rappresentato nella vegetazione spontanea della penisola, oggi l’agrifoglio è considerato una specie relitta postglaciale piuttosto rara all’interno dei boschi misti mesofili, dal piano fino ai 1.500 m di quota, spesso in associazione con faggio ed abete.
Anche se presenti le tipiche caratteristiche di sclerofilla sempreverde (pianta rustica con portamento arbustivo della macchia mediterranea), questa specie è opportuno inquadrarla nel gruppo delle c.d. laurifille (dove è compreso il lauro cerasus o alloro dal quale prendono appunto il nome) specifiche del clima oceanico dalle più frequenti precipitazioni.
Le foglie dell’agrifoglio presentano un marcato polimorfismo dove quelle della parte inferiore del tronco appaiono ondulate dentato spinoso, mentre quelle dei rami superiori sono a margine liscio acuminate solamente all’apice. Questo, secondo alcuni studi, è evidenza di un efficacissimo adattamento naturale a protezione della pianta contro il morso degli animali riscontrabile anche in altre specie affini come Quercus ilex (leccio). Una ricerca pubblicata sulla rivista Botanical Journal of the Linnean Society ritiene che le variazioni di forma delle foglie, su uno stesso individuo vegetale, siano il risultato di una risposta molecolare innescata dalle pressioni ambientali degli animali erbivori che esercitano sullo stesso.
Negli ecosistemi boschivi, grazie al suo fogliame molto fitto ed impenetrabile, fornisce un eccellente rifugio per piccoli animali ed uccelli dai loro predatori.
I. aquifolium è una specie dioica, ciò significa che gli organi riproduttivi maschili e quelli femminili non si trovano sulla stessa pianta bensì su due esemplari differenti. Per la produzione dell’individuo femminile delle tipiche drupe rosse (frutti velenosi per l’uomo ma particolarmente gustosi per gli uccelli), è indispensabile la presenza nelle vicinanze di una pianta che porti i fiori maschili, riconoscibili per il colore giallastro, la quale produca il polline necessario per la fecondazione che di solito avviene per mezzo delle api.
Nei vivai è possibile trovare innesti di rametti maschili su una marza di pianta femminile, a scopo puramente ornamentale, per ottenere così i frutti con la semplice coltivazione di un’unica essenza.
Trattandosi di una specie selvatica, seppur rara, l’agrifoglio non necessita di particolari esigenze di manutenzione. Con una collocazione ombreggiata e fresca, poca acqua e una buona ventilazione, la pianta può prosperare anche in vaso adattandosi a tutti i tipi di terreni fertili e ricchi di humus. È inoltre in grado di riprodursi anche per via vegetativa (senza fecondazione con talee o margotte) dando origine a esemplari clonati di scarsa fioritura.
UTILIZZI
Usato generalmente come arbusto ornamentale, in realtà le proprietà terapeutiche dell’ilex aquifolium sono state una riscoperta recente. Infatti, per secoli, il significato “magico” di questa pianta ne ha eclissato ogni altra proprietà di interesse.
Nonostante la presenza di glucosidi nelle rosse drupe e nelle robuste foglie che, se ingerite, possono provocare all’uomo serie infiammazioni all’apparato gastro-intestinale e renale, l’agrifoglio vanta diverse peculiarità fitoterapeutiche. Componenti come ilicina, tannini, pectine e ilaxina, agiscono da principi attivi contro febbre, bronchiti, artrite, ritenzione idrica ed altri mali di stagione e molto probabilmente, prima della scoperta del chinino, questa pianta veniva impiegata nella cura delle febbri malariche.
Il pregiato legno dal colore brunastro chiaro è molto ricercato per la sua elasticità e resistenza. Si tratta infatti di un legno di media durezza, compatto, a grana fine che può surrogare l’ebano per la fabbricazione di attrezzi, calci di fucile, manici di ombrelli, bastoni da passeggio, oltre che lavori d’intaglio come gli scacchi od altri oggetti di ebanisteria.
Quando la cattura con trappole per gli uccelli era ancora consentita durante la caccia, dalla corteccia di agrifoglio si ricavava una resina vischiosa brunastra che, a seguito di una serie di trattamenti, veniva posta sui rami degli alberi per far rimanere intrappolati gli sfortunati animaletti che vi si appoggiavano.
Grazie alla struttura coriacea e spinosa delle foglie, oltre ad essere utilizzata per la protezione degli alimenti come descritto in precedenza, questa pianta in passato è stata molto usata dagli spazzacamini: scegliendo fitti rami di agrifoglio da legare a lunghi bastoni di legno, creavano degli ottimi e leggeri utensili, utili per il loro lavoro.
Pubblicato originalmente in BeLeaf 7, gennaio 2018