spot_img

Ultimi articoli

― Advertisement ―

spot_img

Cannabis Medica in Italia: quali varietà disponibili per i malati?

La cannabis medica è diventata legalmente e pienamente prescrivibile in Italia nel Febbraio 2013. Al tempo, le uniche varietà (infiorescenze femminili essiccate) disponibili sul...
HomeGrowersColtivazioneCannabis Medica in Italia: quali varietà disponibili per i malati?

Cannabis Medica in Italia: quali varietà disponibili per i malati?

La cannabis medica è diventata legalmente e pienamente prescrivibile in Italia nel Febbraio 2013. Al tempo, le uniche varietà (infiorescenze femminili essiccate) disponibili sul mercato terapeutico italiano erano quelle fornite dall’Olanda, prodotte dalla azienda Bedrocan BV. Teoricamente erano 5:

  1. Bedrocan 22% THC e <1% CBD
  2. Bedrobinol 12% THC e <1% CBD
  3. Bedica 14% THC e <1% CBD
  4. Bediol 6% THC e 8% CBD
  5. Bedrolite < 1% THC e 8% CBD

Perché teoricamente?

Perché di fatto il Bedrobinol non era mai prescritto (non è lo è più a tutt’oggi, se non per rarissimi casi e in ogni caso non è più importato dai fornitori italiani), idem per il Bedrolite e Bedica.

Queste varietà olandesi rimangono le uniche prescrivibili in Italia fino al 2017, anni in cui a gennaio compare la FM1 (per i cultori della precisione in realtà era chiamata al tempo FM19), varietà prodotta dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. È una varietà che ha il 19% di THC e < 1% CBD. Ma avrà poca fortuna: viene prodotta per pochi mesi, dopodiché la sua produzione cessa per essere sostituita a fine 2017 dalla FM2, varietà sempre prodotta dai Militari con contenuto di THC 5-8% e CBD 7-12%. Per il suo contenuto nei 2 cannabinoidi THC e CBD viene proposta come alternativa/omologo del Bediol.

A questo punto, prima di proseguire, è necessario un doveroso chiarimento: a livello Ministeriale e semplificando alcuni passaggi, della cannabis interessano solo il THC e il CBD; in altre parole, a livello terapeutico e normativo, quello che va considerato nella pianta non è la genetica, il profilo terpenico, cannabinoidi secondari (es. CBG, THCV, ecc…), ma solo il THC e CBD.

Questo spiega appunto, come mai (e lo si vedrà nel resto dell’articolo) nel corso degli anni si sono utilizzate varietà apparentemente diverse sotto molti punti di vista, ma con contenuto simile/analogo di THC e/o CBD tra loro.

Arriviamo al 2018 dove la carenza di cannabis terapeutica in Italia (ossia il non trovarla disponibile presso le farmacie perché non importata/prodotta a sufficienza) si fa sentire. Per questo, verso fine anno, viene emanato e poi vinto il primo bando di importazione di infiorescenze di cannabis, bando vinto da Aurora (canadese) che fornisce al “mercato”, teoricamente, queste varietà:

  • Pedanios 22% THC e < 1% CBD
  • Pedanios 8% THC e 8% CBD
  • Pedanios 1% THC e 12% CBD

Ancora quel teoricamente: si perché di fatto:

  1. la varietà Pedanios 8% THC e 8% CBD non verrà mai importata. Letteralmente: non 1 grammo ha mai raggiunto le farmacie e i pazienti italiani.
  2. La varietà Pedanios 1% THC e 12% CBD verrà importata una sola volta nel corso del 2019 per poi sparire per sempre.
  3. L’unica che viene attivamente importata è la Pedanios 22% THC e < 1% CBD, che si va ad affiancare al Bedrocan 22% THC

Il bando verrà ripetuto nel 2020, sempre vinto dalla Aurora, sempre con le stesse varietà, sempre con solo Pedanios 22% THC e < 1% CBD.

Arriviamo al 2022, in cui al terzo “bando” (chiamiamolo così anche se non è tecnicamente corretto) al posto di Aurora vince la australiana Little Green Pharma: la Pedanios sparisce dal territorio italiano (va a esaurimento), al suo posto arriva la Billy Buttons 22% THC e < 1% CBD.

Questa unica varietà rimane fino al 2023, dopodiché al suo posto arriverà (quarto bando) la varietà della azienda Linneo, di cui ancora (alla data di pubblicazione del presente articolo) non è noto il nome della varietà. Sappiamo però che le varietà aggiudicate sono teoricamente (ormai sapete come funziona):

  1. Una varietà ad alto THC (es. 22% THC e < 1% CBD)
  2. Un varietà a contenuto simile di THC e CBD (es. 8% THC e 8% CBD)
  3. Una varietà ad alto contenuto di CBD (es. 1% THC e 12% CBD

Credo di non essere l’unico a immaginare che forse solo la varietà avrà vita, al massimo la 3 per qualche tempo. Vedremo.

Domanda: ma al paziente, esattamente, cosa arriva a casa? Come è fatto un farmaco con la cannabis medica?

La cannabis arriva in farmacia come infiorescenze femminili essiccate. Tali infiorescenze possono essere fornite come tali al paziente, pesate in bustine secondo la ricetta del medico affinché ne faccia un decotto o le vaporizzi (o altro…).

Diversamente, il Farmacista sempre secondo le indicazioni della ricetta medica, può lavorare le infiorescenze per trasformarle in farmaci più pratici per il paziente:

  • Olio (il famoso “olio di cannabis”)
  • Estratti alcolici/glicerici
  • Capsule pronte all’uso
  • Capsule apribili per tisana

Fino a qualche anno fa, inoltre, il farmacista poteva fare colliri, supposte, ovuli vaginali, creme ma il Ministero ha dato una interpretazione della norma secondo la quale solo le forme farmaceutiche orali o per inalazione sono consentite.

Domanda: come fare per ottenere cannabis medica?

Serve una ricetta medica, che a pagamento (cioè quando il farmaco è pagato dal paziente) può essere redatta da qualsiasi medico. A carico del Sistema Sanitario Regionale, invece, varia da Regione a Regione: generalmente la prima prescrizione deve essere emessa da uno specialista autorizzato e poi, ogni mese, il paziente può far fare ricetta dal proprio medico di medicina generale sulla base del Piano Terapeutico dello Specialista, appunto.
Va tenuto presente, senza entrare nei tecnicismi della norma, circa il 70% dei Medici non prescrive cannabis medica.

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img