Mentre in buona parte d’Europa soffia un vento di riforma sulle politiche sulle droghe leggere, in Italia si continua a combattere una guerra ideologica fuori dal tempo. L’ultima notizia arriva dalla Repubblica Ceca, dove il presidente Petr Pavel ha firmato una legge che depenalizza la detenzione e l’autocoltivazione di cannabis per uso personale, e legalizza l’uso medico della psilocibina, principio attivo dei cosiddetti “funghi magici”.
La nuova normativa ceca, che entrerà in vigore nel 2026, permetterà:
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il possesso fino a 100 grammi di cannabis in casa (25 grammi in pubblico),
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la coltivazione fino a tre piante per uso personale,
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l’uso medico della psilocibina (funghi allucinogeni)
Secondo il ministro della Giustizia uscente, Pavel Blažek, l’obiettivo è ridurre il carico giudiziario per reati minori, diminuire il numero di detenuti e combattere la recidiva. Una posizione pragmatica, condivisa da molti Paesi europei che vedono nella regolamentazione un modo per risparmiare risorse e tutelare la salute pubblica.
Nel frattempo, la Slovenia ha recentemente proposto una legge per regolamentare la cannabis a uso medico e scientifico. Il disegno di legge, presentato dai partiti Freedom Movement e Levica, punta a rimuovere piante e derivati della cannabis dalla lista delle sostanze proibite, mantenendo però il divieto per il THC non medico. Una proposta nata lo stesso giorno della tradizionale Marijuana March a Lubiana.
In Germania, dove la legalizzazione è diventata effettiva nell’aprile 2024, si è avviata una “valutazione aperta” degli effetti della legge. Nonostante le pressioni dei conservatori per tornare indietro, il nuovo governo di coalizione ha scelto la via del dialogo e della valutazione. I cannabis social club stanno fiorendo, offrendo ai cittadini un accesso controllato e sicuro alla cannabis.
Anche Paesi come Malta, Lussemburgo e Paesi Bassi sono coinvolti in questa nuova stagione di riforme, partecipando a conferenze internazionali e condividendo esperienze su come regolare in modo responsabile il mercato della cannabis.
Italia: La caccia alle streghe continua
E mentre l’Europa si muove verso una regolamentazione moderna e razionale, in Italia si assiste a una vera e propria caccia alle streghe, perfino contro la cannabis light. Nonostante il parere del Consiglio Superiore di Sanità e diverse sentenze che ne hanno riconosciuto la legalità entro certi limiti, le forze dell’ordine continuano a sequestrare prodotti legali e a ostacolare un settore che dà lavoro a migliaia di persone.
Le aziende italiane del settore sono costrette a vivere nell’incertezza, con norme ambigue, repressioni arbitrarie e il continuo rischio di chiusure. Una situazione che danneggia non solo l’economia, ma anche la credibilità istituzionale e la fiducia dei cittadini verso lo Stato.
Mentre l’Europa avanza, l’Italia resta bloccata in un proibizionismo miope, più utile a fare propaganda che a risolvere i reali problemi legati alle droghe. Il rischio è che il nostro Paese perda l’ennesimo treno dell’innovazione, lasciando spazio a pregiudizi e ideologie invece che a scienza, salute pubblica e buon senso.
In conclusione, molti Paesi europei stanno dimostrando che la cannabis può essere gestita, regolata e valorizzata. L’Italia, invece, continua a trattarla come un nemico da combattere. È tempo di cambiare rotta.
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