La Lega, i Cinque Stelle e il grande alibi del contratto di governo

Ora abbiamo la certezza, se mai avessimo avuto ancora qualche dubbio: la legalizzazione della cannabis in questa legislatura non ci sarà. Non se ne parlerà nemmeno e anzi, molto probabilmente, si dovrà lottare per salvaguardare quel poco che si è ottenuto in passato. E’ questa in estrema sintesi ciò che sembra emergere dall’incontro tra l’Associazione Freeweed, l’Associazione Canapese CannabisSocialClub e il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi. Un incontro che si aspettava con molta trepidazione, visto quanto si era speso il parlamentare pentastellato in campagna elettorale. Ma come spesso accade, le cose cambiano velocemente al cambiare delle circostanze esterne. E così il tema non è stato neanche messo fra le priorità di questa legislatura.

Aspettarsi qualche cambiamento è quindi un’utopia “a meno che – precisano le associazioni coinvolte – non avvenga una improvvisa, imprevista ma coscienziosa presa di posizione di Partito che, però, pare improbabile in quanto causerebbe una possibile Crisi di Governo”. Quel recinto che ha reso possibile una “stramba” alleanza di governo – l’ormai mitologico “Contratto di governo” – sta prendendo sempre più le sembianze di un’alibi a cui appellarsi per poter giustificare ogni promessa che non si riuscirà a mantenere. Almeno con la legalizzazione è successo così.

L’intesa fra Lega e M5S su questo argomento semplicemente non c’è, per questo si può sacrificare. Ferraresi ha cercato di trovare anche una qualche giustificazione sociologica ma non può risultare convincente. ll tema della cannabis, secondo il sottosegretario, viene recepito ancora troppo poco come movimento collettivo di interesse nazionale e “non è ancora parte della richiesta politica di ciascun cittadino nella sua quotidianità o della maggioranza della “massa critica””. Il gioco non vale la candela, quindi. Un minoranza, o una nicchia di interessati, valgono di meno (in termine di consensi?) di una maggioranza che non esiste. Ma che discorso è? Ci si chiede giustamente: questo ragionamento varrebbe anche per un diritto umano? “Un Partito Politico che abbia ruoli chiave nei Ministeri della Repubblica Italiana non può attendere che la popolazione intera si esponga per poi essere pronti a LEGIFERARE O DISCUTERE (…) ; questo tipo di discorso non sta in piedii diritti umani sono tali anche se vengono richiesti solo da MINORANZE, SOPRATTUTTO SE MINORANZE, che DEVONO ESSERE TUTELATE DAL NOSTRO STATO”.

Ma c’è di più. Lo stesso Ferraresi, secondo il resoconto di Freeweed e dell’Associazione Canapese CannabisSocialClub, ammette che molte degli inasprimenti in arrivo su tema dalla cannabis, anche light, “sono stati principalmente dovuti al pensiero politico degli interpreti leghisti delle Istituzioni”. Insomma su questo tema il governo segue la linea salviniana, o del ministro Fontana se preferite. Il M5S non ha la voglia e nemmeno la forza di contrastare quello che sta diventando il pensiero egemone nel governo, se non per qualche sparuta iniziativa personale, che forse ci sarà, ma che non farà di certo la differenza.

Piaccia o meno questa è la realtà dei fatti ma speriamo che tutti voi “minoranza” non vi lasciate abbattere. Freeweed promette che non lo farà: ” Non è tra le nostre alternative il disinteressarsi o rallentare sulla pressione e sulle richieste popolari, ma al contrario intendiamo aumentare ancora di più di come già stiamo provando a fare – noi, come movimento antiproibizionista in generale – l’azione di sensibilizzazione e di informazione sul territorio e verso le Istituzioni al fine di aumentare la consapevolezza sul tema della massa critica in questo Paese”.