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Le aziende vogliono certezze normative. E la nostra esperienza lo dimostra

Nello scorso numero di Beleaf Magazine avevamo esposto l'esperienza di collaborazione instaurata in Regione Campania tra i Carabinieri Forestali Campania e l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale...
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Le aziende vogliono certezze normative. E la nostra esperienza lo dimostra

Nello scorso numero di Beleaf Magazine avevamo esposto l’esperienza di collaborazione instaurata in Regione Campania tra i Carabinieri Forestali Campania e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per le attività di controllo previste dalla Legge 242/16. Vi riportiamo di seguito i dati di queste attività.

Sono stati prelevati  presso le aziende canapicole campane controllate 97 campioni di infiorescenze di cui 77 sono risultati conformi ai limiti di THC definiti per le coltivazioni dalla Legge 242/16 cioè inferiori allo 0.6%, mentre 20 campioni sono risultati non conformi in quanto superavano detto limite. Precisamente sono stati prelevati 23 campioni in provincia di Salerno di cui 4 non conformi, 20 campioni in provincia di Caserta di cui 2 non conformi, 25 campioni in provincia di Napoli di cui 11 non conformi, 24 campioni in provincia di Avellino di cui 2 non conformi e 5 campioni in provincia di Benevento di cui 1 non conforme.

La gestione dei campioni non conformi ha visto un confronto costruttivo tra l’IZSM, i Carabinieri Forestali e i Pubblici Ministeri territorialmente competenti, al fine di procedere così come previsto dalla norma vigente.  Tant’è che si è proceduto solo con la semplice distruzione, in campo tramite sovescio o abbruciamento (laddove permesso), delle coltivazioni non conformi senza ripercussioni penali nei confronti dei titolari delle aziende agricole.

 I campioni non conformi hanno mostrato un contenuto di THC totale tra lo 0.65% e il 4.7%, e un contenuto di CBD totale tra il 7% e il 15%, evidenziando pertanto il chemiotipo da canapa industriale. Proprio la valutazione del rapporto tra THC e CBD e quindi l’appartenenza a varietà CBD dominante è stato di fondamentale importanza per permettere ai Pubblici Ministeri di valutare e attuare le opportune e giuste azioni da porre in essere, cioè la semplice distruzione del raccolto. Tutte le attività di distruzione sono state eseguite nella piena collaborazione dei soggetti coinvolti presso le aziende agricole, alla presenza dei Carabinieri Forestali e del Personale dell’IZSM. 

Questo è a dimostrazione che il settore vuole delle regole, e laddove sono presenti vengono rispettate perfettamente. Nessuna azienda ha intenzione di vendere prodotti “droganti”, nessuna azienda ha interesse nell’operare nell’illegalità, i canapicoltori sono agricoltori e il frutto del loro lavoro è un prodotto agricolo e non “droga” e come tale deve essere considerato. 

Queste attività messe in campo nella Regione Campania rappresentano un modello di sinergia tra le Istituzioni, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della Cannabis, migliorare le procedure di controllo al fine di verificare la liceità di coltivazione e allo stesso tempo di sostenere le attività produttive al fianco degli operatori del settore. Ed è proprio la mancanza di conoscenze anche e soprattutto di esponenti di alcune forze politiche che tale settore in Italia soffre e continua a soffrire nell’incertezza di un futuro grigio. 

Infatti i vuoti normativi esistenti creano diversi disagi agli operatori del settore ma anche alle autorità deputate ai controlli. La canapa avendo un  contenuto di THC inferiore allo 0.5% non ha efficacia drogante e tale quantità di principio attivo non può essere considerato sostanza stupefacente, per tanto i diversi procedimenti penali nei confronti degli operatori del settore finiscono in un nulla di fatto, arrecando però oltre che un danno agli operatori anche un costo indiretto alla collettività. Legiferare esprimendo ciò che implicitamente è consentito, coltivazione e vendita, avrebbe dato maggiori certezze oltre che al settore anche agli organi preposti ai controlli, inoltre avrebbe imposto procedure di controllo atte a garantire l’idoneità del prodotto posto in vendita, ed solo con le norme e disciplinando il settore e i prodotti che si garantisce la sanità pubblica.  

Gli attacchi continui che la canapa continua a subire devono essere da stimolo al settore per creare aggregazione, confronto, darsi delle regole al fine di poter essere strutturati per difendersi da attacchi ideologici e soprattutto eliminare l’etichetta negativa che purtroppo contraddistingue questa importante coltura agricola.

*Alfonso Gallo, responsabile settore Canapa e Cannabinoidi dell’Istituo Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno

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