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Mangiare canapa, una storia millenaria

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Una cucina libera da pregiudizi

Giorgio Trovato lavora come consulting chef e food stylist. Ha fondato la Trovato Food Project, società di consulenza per la ristorazione, ed è presidente della Federazione Italiana Professional Personal Chef.

Nell’ambito della canapa alimentare, la sua ricerca punta ad estendere il pubblico in grado di comprenderne i benefici, uscendo dai ristretti contesti nei quali si è mossa finora la canapa italiana per raggiungere la clientela internazionale della cucina gourmet e dei circuiti del benessere. Lo chef dichiara di percepire ancora molta ignoranza sui benefici e molti pregiudizi sull’utilizzo di questa pianta:

 Come è nato il suo interesse nei confronti della canapa?

Il mio interesse è nato da una problematica oncologica purtroppo verificatasi in famiglia. In passato ho lavorato in America dove il rapporto tra cure ed alimentazione hanno oramai da tempo una sinergia certamente più attenta e profonda rispetto a ciò che si verificava almeno sino alcuni fa in Italia.

Perché è arrivato a voler sperimentare questo prodotto nel settore culinario? Su quali basi si è fondato il suo lavoro?

Fondato sulla bibliografia americana; stavo cercando qualcosa che potesse alleviare la sofferenza dei malati terminali. In questi casi è oramai dimostrato scientificamente lo stretto rapporto tra gli aspetti alimentari, lo stile di vita e la qualità di vita anche nei malati terminali. Gli aspetti nutraceutici della canapa sativa e le raccomandazioni all’uso da parte della OMS sono abbastanza chiare in tal senso.

Essendo un cultore ma soprattutto Chef attivo per quanto riguarda la preparazione di piatti a base di canapa, com’è stata la risposta dei partecipanti ai suoi eventi? E soprattutto le persone scettiche sull’impiego di questa pianta in cucina, si sono ricredute oppure no?

Estremamente positiva, il problema come sempre è dato dalla formazione. Chi decide di proporre canapa sativa deve formare la gente liberandola da pregiudizi che non hanno nulla a che fare né con la ricerca, né con l’attuale visione moderna della cucina. Sicuramente un’apertura non solo da parte della critica ma soprattutto da parte della gente comune. Gente anziana che oramai non riesce a fare a meno di olio, decorticato a colazione e semi come snack.

E al livello internazionale invece com’è la situazione? Cioè, ancora ci sono dubbi per quanto riguarda un’introduzione nella dieta oppure c’è un’apertura mentale maggiore?

A livello internazionale grandissima apertura anche perché la canapa è molto ricca di proteine vegetali, è gluten free. Quindi vegani, vegetariani e celiaci trovano una fonte fantastica, inoltre la consistenza della canapa, se rispettata come ogni alimento, è molto molto interessante vista la presenza di fibra ed il retrogusto di nocciola e mandorle.

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