Portulaca, un’erbetta da non estirpare

La Portulaca oleracea, detta Porcellana comune è una pianta erbacea particolarmente infestante che ama terreni poveri ed aridi.
E’ diffusissima in tutta la penisola italiana e nel resto del bacino Mediterraneo: nell’antico Egitto era conosciuta come pianta medicinale, nei paesi arabi viene coltivata fin dal Medioevo mentre ai giorni nostri, in Italia, viene considerata poco più di un’erbaccia che infesta i bordi di orti e giardini.
Sicuramente i nostri nonni l’hanno mangiata, in tempi di guerra e non, a crudo o in gustose ma semplici ricette.

In Liguria viene chiamata erba grassa o purselana dove veniva consumata insieme ad altre piantine spontanee nelle torte d’erbi, in Lombardia si chiama comunemente porcellana, in Lazio porcacchia e precacchia in Abruzzo; nella cucina napoletana e pugliese era tradizionalmente abbinata inscindibilmente alla rucola, al posto dell’odierna Valeriana (o Songino) e in quella romana faceva parte delle erbe che compongono la misticanza.
I contadini siculi la vendevano in mazzetti, pronti per essere consumati in insalate di pomodorini e cetrioli o per essere fritti in olio caldo.
A partire dal 1950 – 60, anni in cui l’Italia si industrializzò, la Porcellana comune venne dimenticata insieme a gran parte degli ingredienti delle ricette che componevano la cucina contadina tradizionale.

Ultimamente, la Portulaca è stata oggetto di studi per la prevenzione di malattie cardiovascolari perché si è rivelata essere una tra le fonti vegetali più ricche di omega-3 (350 mg per 100g di foglie).
E’ anche assai ricca di vitamina C
: in ambito fitoterapico, viene infatti utilizzata per contrastare lo scorbuto e le piccole infezioni delle vie urinarie. Per questo motivo era tradizionalmente consumata attraverso infusi o come integratore a crudo per favorire la diuresi e depurare l’organismo. Inoltre, facendo degli impacchi, è in grado di sfiammare irritazioni cutanee e di trattare piccoli inestetismi comprese le punture di insetto.
Dulcis in fundo, la Portulaca è la fonte più ricca di vitamina A in assoluto, che è un potente antiossidante naturale, indispensabile per mantenere sani occhi, pelle e mucose. Contiene anche buone quantità di vitamine del gruppo B e sali minerali: ferro, magnesio, potassio fosforo, zinco, selenio, rame e manganese.

Coltivazione
La Portulaca è una pianta che necessita di caldo e luce: dà il meglio di sé in pieno sole. Resiste perfettamente alla siccità estiva – è infatti ampiamente coltivata in Yemen e in Arabia perché ha la straordinaria capacità di togliere la sete – tollera anche piuttosto bene la mezzombra sempre che il suolo dove è inserita non sia troppo umido.
Cresce senza problemi in qualsiasi terreno, preferendo però quelli sabbiosi e ben drenati.
I suoi semi hanno le dimensioni di un granello di sabbia e in commercio ve ne sono disponibili di ogni varietà – alcune portulache hanno foglie particolari e fanno fiori bellissimi.
La Portulaca oleracea si propaga da sola in terra e viene usata in giardinaggio per creare tappeti erbosi; seminarla in vaso per scopi aromatici è facilissimo: basta cospargere la terra coi suoi piccoli semi, sbattendo semplicemente le cimette (coi fiorellini ancora chiusi) sul vaso e ricoprirli con uno strato finissimo di terra da vaporizzare leggermente ogni giorno fino alla germinazione.
In genere impiega circa 15 giorni e, una volta nata, va irrigata ogni tanto, giusto quando è la pianta stessa a richiederlo.

Ricette con la Portulaca

Della Portulaca si usano le foglie e i rametti più teneri: a crudo si utilizza nelle insalate ma è adatta anche per preparare piatti che prevedono la cottura, come zuppe, minestre, ripieni per torte e ravioli. Ecco alcune ricette a base di portulaca.

– Pasta con verdure di stagione e Portulaca:
Pasta Portulaca
In una padella fare imbiondire una cipolla con un filo d’olio, aggiungere le verdure prescelte – io ho usato dei peperoncini di media piccantezza, i cappelli del vescovo – e, a cottura quasi ultimata, unire generose manciate
di foglie di Portulaca. Saltare la pasta nel condimento, al quale si accompagnano alla perfezione spezie come pepe, curcuma, peperoncino e zenzero.

– Farifrittata alla Portulaca:
Frittata Portulaca
Ingredienti: Farina di ceci, portulaca (50 gr), 2 cipollotti, 2 fiori di zucca
Mettere in una terrina 7 cucchiai e mezzo di farina di ceci (circa 150g) con un bicchiere d’acqua fredda e mescolare energicamente con una frusta per evitare la formazione di grumi (la consistenza dev’essere simile a quella delle uova sbattute, magari leggermente più umida, a seconda dei gusti); lasciare riposare il composto una mezz’oretta, se si ha possibilità. Aggiungere, poi la portulaca, i cipollotti e i fiori di zuccacrudi oppure facendoli prima rosolare insieme in una padella ed amalgamarli bene alla pastella, insaporire con spezie a piacere. Scaldare un cucchiaio abbondante di olio in padella e versarvi il composto con l’aiuto di una paletta di silicone, fare cuocere circa 10 minuti per lato con un coperchio fino a quando la farifrittata non sarà ben dorata… buon appetito!

– Gnocchetti di Portulaca:
Gnocchetti Portulaca
Ingredienti per 4 persone: 400 gr di Portulaca (pulita, lavata e ben scolata), 200 gr di patate, 200 gr di farina del tipo che si preferisce, 1 uovo, olio q.b., sale.
Passare in padella la Portulaca con un filo di olio, lasciarla cuocere circa 5 minuti e scolare bene il poco liquido, dopodiché raccoglierne la polpa passandola in un passaverdura. In un recipiente, unire la Portulaca alle patate precedentemente lessate con e private della buccia poi, amalgamare con l’uovo e la farina setacciata, insaporire col sale e aggiungere olio se serve. Impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Infine, formare dei bastoncelli da tagliare a tocchetti ai quali poter dare la classica forma degli gnocchi con la forchetta. Porre una pentola con dell’acqua sul fuoco e cuocere gli gnocchetti fino a quando verranno a galla; a questo punto, farli saltare in una casseruola qualche minuto col condimento preferito.
La fonte di questa ricetta è il sito “amici della purchiazza”, fondato da un gruppo di ragazzi di Matera nel 2002 che ogni anno, almeno fino al 2008, organizzava una cena a base di Portulaca in un famoso lido della loro zona, il cui ricavato era devoluto all’AIRC per la ricerca contro il cancro.

Pubblicato originalmente in BeLeaf 0, novembre 2016