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Legalizzazione, Saviano a BeLeaf: “L’Italia ha bisogno di coraggio per abbattere i pregiudizi”

“L’Italia ha bisogno di coraggio, e un governo che afferma di voler lavorare esclusivamente seguendo quanto scritto in un contratto è sicuramente un governo privo di coraggio”. Così Roberto Saviano, in una lunga intervista alla rivista di settore BeLeaf Magazine che verrà distribuita in tutta Italia la prossima settimana, insiste sul tema della legalizzazione della cannabis, tornato alla ribalta nei giorni scorsi, dopo che il senatore grillino Matteo Mantero ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati.

“Un’iniziativa – specifica Saviano – immediatamente bloccata dall’alleato leghista perché la materia non è presente nel contratto di governo. Nonostante, negli anni scorsi, le relazioni annuali della Direzione nazionale antimafia avessero espresso una certa apertura nei confronti della legalizzazione – appurato, una volta per tutte, il fallimento delle politiche proibizioniste – di legalizzazione e di droghe si occupano in pochi e questi pochi non trovano ascolto presso le istituzioni”.

Lo scrittore, in materia, è sempre stato molto chiaro e lo è anche in questo caso: “Le droghe leggere portano liquidità nelle casse delle organizzazioni criminali, liquidità che serve per alimentare il ‘commercio’ di altre droghe (cocaina ed eroina) e per dopare l’economia di uno stato. I fiumi di denaro che entrano, attraverso il narcotraffico, nelle casse delle organizzazioni criminali, alimentano il narcotraffico e conferiscono alla criminalità organizzata un potere d’acquisto immenso. E in vendita ci siamo noi e le nostre democrazie. Legalizzare le droghe significa ridimensionare il grado di penetrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e sociale di un Paese, perché viene loro sottratto potere economico”.

Saviano, però, non riesce a dirsi ottimista guardando al quadro politico: “A oggi non esiste un tavolo di discussione sull’argomento. Non credo che si sia avviato un reale processo per abbattere il muro del proibizionismo. Se pensiamo che in Italia ha difficoltà a essere prodotta e diffusa la cannabis a uso terapeutico che risponde a un criterio di necessità, non riesco a immaginare come la cannabis a uso ricreativo possa avere un destino migliore. È ancora troppo difficile far digerire l’utilizzo di parole come ‘ludico’ e ‘ricreativo’ associato a sostanze stupefacenti; ovviamente la realtà dei fatti è totalmente diversa, le sostanze stupefacenti sono diffuse a livello capillare e la loro qualità è resa pessima e dannosa per la salute dal controllo delle mafie che devono guadagnare e non hanno alcun interesse a salvaguardare la salute pubblica”.

E in chiusura della sua intervista a BeLeaf Magazine, lo scrittore napoletano ricorda “quanto Pannella diceva riguardo al proibizionismo; si tratta di parole universali, che valgono per qualsiasi divieto arrivi dall’alto e che intenda bloccare una prassi che invece è largamente diffusa: ‘Se tu vuoi vietare l’esercizio di una facoltà umana praticata a livello di massa, tu fallirai e sarai costretto all’illusione autoritaria del potere che colpisce il ‘colpevole’ e lo colpisce a morte'”.

 

Foto di Barbara Ledda

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