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HomeCannabis'50 Shades of green', quando la canapa incontra l'arte

’50 Shades of green’, quando la canapa incontra l’arte

Canapa Mundi torna in grande spolvero, anche quest’anno sarà ricca di novità e di sorprendenti iniziative. Una delle più attese? Sicuramente l’installazione dell’artista Massimo Burgio dal nome evocativo “50 shades of green”50 layers di canapa tessile, ciascuno colorato con uno dei colori individuati tra le varie “strain” di canapa e profumato dal terpene per un viaggio esperienziale attraverso tutti i nostri sensi… o quasi.

“E’ decisamente un’installazione immersiva- ci dice l’artista – nel senso letterale della parola. Infatti l’installazione è un vero e proprio tunnel coloratissimo e profumatissimo da attraversare in tutta la sua lunghezza. I sensi sono tutti coinvolti… bè quasi tutti, direi il gusto no, spero che i visitatori di Canapa Mundi non la mangino, ma sono benvenuti se vogliono leccarla! Scherzi a parte, 50 Shades of Green è davvero un’installazione che stimola i sensi. Per cominciare, la vista, per il percorso coloratissimo che rievoca tutti i colori che la cannabis porta alla luce nelle sue diverse strains, non solo verde ma anche marroni, violetti, arancioni, blu intensi, e così via. Poi il tatto – passando fisicamente dentro l’installazione sarà naturale per i visitatori toccare le stoffe, che sono realizzate in fibra di canapa (mista cotone, perché quella pura è carissima). E naturalmente l’olfatto, dato che all’installazione saranno associati i terpeni corrispondenti alle strain che hanno ispirato i colori. I terpeni, che sono molto volatili, saranno applicati all’installazione tre volte al giorno – al mattino, prima di pranzo e nel pomeriggio. Inoltre, per i tre giorni di Canapa Mundi, ci saranno tre menu’ olfattivi diversi, uno per ogni giornata di fiera. E’ la prima volta che lavoro con i terpeni di cannabis (e in generale con gli odori), e devo davvero ringraziare per il supporto i miei partner tecnici di Cali Terpenes, che da Barcellona, oltre a fornirmi i terpeni necessari a tutto il tour dell’installazione, mi hanno dato decine di consigli utilissimi, da veri esperti.

E l’udito?

Quello mi aspetto che venga dai commenti compiaciuti dei visitatori che attraverseranno il tunnel di 50 Shades of Green!

Come ti é venuta l’idea e che cosa cerchi di trasmettere a chi vede la tua opera?
Io sono da sempre un cultore e un appassionato di cannabis, non solo della pianta e delle sue proprietà terapeutiche, ma anche e soprattutto per la “cultura cannabica” che ha sviluppato nel corso della storia, e in modo particolare nell’ultimo secolo, in modo crescente fin dagli anni ‘50-’60. Tutte le arti e soprattutto gli artisti hanno tratto beneficio dalla marijuana, dalla letteratura al cinema e ovviamente alla musica. E alle arti plastiche, con gli artisti che spesso fanno riferimento alla pianta come fonte di ispirazione. La cannabis ha sempre supportato le arti, e io ho voluto celebrarne l’esperienza, facendola diventare arte. Inoltre, quando si parla di cannabis si parla sempre di effetti psicotropici e medici, oppure legali, e in un contesto come una fiera della canapa se ne parla anche sotto il profilo di business, e di mercificazione dei prodotti derivati. Ancora una volta, con 50 Shades of Green ho voluto invece rilanciare la cannabis come arte – non solo cultura della cannabis, ma la cannabis che diventa arte, quindi cultura. Cosa voglio trasmettere? Questo è irrilevante – l’installazione è un processo esperenziale, quindi l’interazione di ogni visitatore sarà diversa, e sarà ricondotta all’esperienza cannabica individuale, soprattutto quando i visitatori ritroveranno i profumi delle proprie strain preferite.

Il tuo progetto artistico con Canapa Mundi arriva per la prima volta in Italia, perché hai scelto questa vetrina?

50 Shades of Green toccherà i principali eventi italiani ed europei dedicati alla cannabis, non solo le fiere. Canapa Mundi è stata la scelta più naturale, dato che io sono di base a Roma, e che l’installazione è stata realizzata tutta nella capitale, sebbene in diverse location. Inoltre, i ragazzi di Canapa Mundi, che ringrazio tantissimo, sono stati i primi a credere nel progetto e decidere di supportarlo, al punto che ho fatto i salti mortali per fare in modo che l’installazione fosse pronta per metà febbraio, lavorando giorno e notte anche nei giorni di Natale e Capodanno, e senza pause neanche nei fine settimana.

C’è da dire che non sarei riuscito mai a completare il progetto senza il supporto di almeno una decina di amici del circuito del Burning Man, che si sono tutti offerti volontari, secondo le loro disponibilità, per lavorare con me durante questi ultimi 5 mesi. Ti confesso inoltre che ad oggi (fine gennaio n.d.r.) l’installazione non è ancora pronta, dato che sto ancora facendo esperimenti di percorsi olfattivi, e non ho ancora deciso quelli finali per Canapa Mundi – non sai quanto sto stressando i miei partner di Cali Terpenes!!! Comunque l’installazione sarà pronta in tempo, no problem.

Senza svelarci troppo (!) lasciaci immaginare la tua opera nel concreto…

L’installazione è disegnata per essere lunga 25 metri (con le 50 “shades” distanti 50 cm l’una dall’altra), ed alta 3.5 mt, sospesa dall’alto senza far toccare terra. Purtroppo, dato il grande successo di Canapa Mundi che è andata sold-out in termini di espositori, gli spazi che erano rimasti al PalaCavicchi non erano così grandi, quindi per la sua prima esposizione 50 Shades of Green verrà presentata in formato ridotto, con il tunnel lungo solo 18 metri e con solo 3 metri di altezza. Un piccolo sacrificio, ma non volevo davvero mancare l’appuntamento. Non mancheranno comunque le opportunità di fare l’esperienza completa di 50 Shades of Green in tutto il suo splendore, a partire dal prossimo appuntamento del tour espositivo, ad aprile a Bologna per Indica Sativa Trade. Gli altri appuntamenti? Li annuncerò presto dal blog di progetto, e ci saranno delle sorprese interessanti, soprattutto tra quelle internazionali! Seguite il progetto su http://www.50shadesofgreen.it

Non solo arte contemporanea, a Canapa Mundi porti anche buona musica…

Certo, sono in lineup come DJ la domenica pomeriggio con il mio alter ego Burningmax, un DJset che ho battezzato “Smoked out beats for stoners’ afternoons”… =) Se siete curiosi, potete andare a esplorare il mio sito www.burningmax.com dove troverete centinaia di DJ set da scaricare e una sezione dedicata ai progetti d’arte.

Cosa ci consigli?

Una dritta per i lettori di BeLeaf? Ascoltate le mie “420 Sessions”, giusto per rimanere in tema…

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