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Censura inaudita e retrograda: l’emendamento della Lega vieta anche le immagini della canapa

In un tempo in cui la progressività dovrebbe guidare le nostre scelte politiche e sociali, il governo italiano, con il supporto della Lega, sembra determinato a fare un salto indietro verso un’era di repressività ingiustificata e discriminante. Con il recente sub emendamento presentato dal deputato leghista Iezzi, si propone di criminalizzare l’uso di immagini che rappresentino, anche in maniera stilizzata, la pianta di canapa. Questo provvedimento prevede pene draconiane, fino a due anni di carcere, per chi osa indossare una maglietta o esporre un cartello con il logo della cannabis. Un’iniziativa che, in realtà, rappresenta un oltraggio alla libertà di espressione e un atto di vero e proprio terrorismo culturale.

Repressione Ingiustificata

Questa misura, aspramente critica da Angelo Bonelli dei Verdi e Sinistra, è stata giustamente definita come “repressione più totale degna dei regimi”. E in effetti, quale democrazia moderna e progressista si macchierebbe di un tale regresso? In quale paese civile si cerca di imbavagliare la popolazione impedendole di esprimersi attraverso simboli culturali, anche quando questi sono privi di qualsiasi connessione con attività illegali?

Implicazioni Economiche e Sociali

La proposta di legge si colloca in un contesto già teso e complesso. Settori come quello della canapa legale, che potrebbero contribuire significativamente all’economia italiana—stimata in potenziali 1,4 miliardi di euro e 10,000 posti di lavoro secondo Coldiretti—si trovano soffocati da un approccio politico che sembra ignorare sia le esigenze economiche sia le libertà individuali. Invece di incentivare un mercato legale che potrebbe ridurre il nero e aumentare le entrate fiscali, il governo sceglie la strada della repressione e del controllo, mostrando un’insensibilità non solo alle esigenze economiche, ma anche alle raccomandazioni internazionali, come quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato la canapa una sostanza non nociva.

È paradossale poi che, mentre nazioni come la Germania stanno avviando processi di legalizzazione e regolamentazione della cannabis anche a livelli più elevati di THC, l’Italia scelga la strada opposta, isolandosi sempre di più nel contesto internazionale. Questa politica non solo è contraria ai trend globali, ma si pone in contraddizione diretta con i principi di libera circolazione delle merci stabiliti dalle normative europee, rischiando di esporre l’Italia a procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea.

L’approccio scelto dal governo e dalla Lega è non solo un anacronismo politico ma una vera e propria minaccia per la democrazia e per il libero sviluppo economico del paese. È necessario che la cittadinanza e le forze politiche progressiste si mobilitino contro queste misure repressive, per difendere non solo il diritto alla libera espressione ma anche l’opportunità di sviluppo economico che la canapa legale rappresenta. Non è il tempo di arretrare, ma di avanzare con coraggio verso un futuro più libero e giusto per tutti.

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