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La cannabis cura le ossa? Crescono le evidenze scientifiche

La cannabis può avere benefici nella cura ai problemi delle ossa? Fino ad oggi sembrava impossibile, ed invece pare proprio che il collegamento ci sia. La connessione non è né logica, né scontata. Eppure c’è. Come può, infatti, un tiro di joint avere dei benefici per la densità o per gli altri problemi alle ossa?

Ma da questo punto di vista la ricerca è a buon punto e vede i cannabinoidi come preziosi alleati per aumentare la forza delle ossa che invecchiano, ridurre il rischio di osteoporosi, aiutare nella cura delle fratture.

Sappiamo già infatti che, in qualche misura, il sistema endocannabinoide controlla la salute delle ossa. Entrambi i recettori CB1 e CB2 regolano vari aspetti della formazione e del riassorbimento osseo. Esiste già una base per l’uso della cannabis per la perdita ossea correlata all’osteoporosi e ad altre particolari condizioni di scarsa densità ossea. Ora, una nuova ricerca suggerisce come alcuni cannabinoidi possano aiutare a guarire le ossa fratturate, almeno stando a quelli che sono i risultati dell’applicazione del modello sui topi.

Aggiornamenti sulla relazione tra cannabis e salute delle ossa

Nel 2017 il Journal of Bone and Mineral Research ha pubblicato uno studio di Gerusalemme sull’impatto del THC e del CBD sulla salute delle ossa. Si tratta di un progetto congiunto del dottor Yankel Gabet, del Dipartimento di Anatomia e Antropologia della Facoltà di Medicina Sackler di TAU e del professor Itai Bab, del Laboratorio per le ossa dell’Università ebraica. Hanno esplorato il modo in cui ogni composto lavora per guarire le fratture del medio-femore nei ratti da laboratorio.

Il team israeliano ha somministrato ai ratti una miscela di THC e CBD per otto settimane. Le loro analisi hanno evidenziato come, soprattutto il CBD, fosse stato determinante nella guarigione delle ossa nel breve termine rispetto alla media del gruppo di controllo.

Spiega il dottor Gabet: “Abbiamo scoperto che il CBD da solo rende le ossa più forti durante la guarigione, migliorando la maturazione della matrice collagenica, che fornisce la base per una nuova mineralizzazione del tessuto osseo. Dopo essere stato trattato con CBD, l’osso guarito sarà più difficile da rompere in futuro”. Quanto basta per giustificare ulteriori approfondimenti. La cannabis, e in particolare la CBD, hanno un basso rischio di effetti collaterali e può sostituire le sempre più frequente richiesta di prescrizione di oppioidi.

E l’uso massiccio? Potrebbe essere dannoso?

Parallelamente a questo studio che evidenzia i benefici del CBD, ce n’è un altro, relativamente recente, pubblicato sull’American Journal of Medicine, che invece lancia l’allarme sul consumo di cannabis ad alta percentuale di THC, sottolineando una correlazione con la bassa densità ossea.

Gli autori dello studio hanno reclutato partecipanti da tutto il Regno Unito, tra il 2011 e il 2013, e li hanno categorizzati in base all’uso di cannabis che facevano. I contributori hanno analizzato diverse misurazioni biologiche di ciascun gruppo rispetto al gruppo di controllo. Queste includevano la densità minerale ossea e la storia delle fratture. Includevano anche informazioni che potevano avere un impatto sui risultati della loro analisi, come l’indice di massa corporea (BMI), il livello di attività fisica e l’assunzione di calcio nella dieta.

Il team ha riscontrato come i consumatori di cannabis avevano una densità minerale ossea sensibilmente inferiore. Ciò è stato confermato in tre posizioni distinte: l’anca, il collo lombare e il collo del femore.

Inutile dire come lo studio abbia aperto una nuova serie di domande riguardanti l’uso di cannabis e la salute delle ossa. E’ possibile pensare ad un impatto che potremmo definire “bifasico”, in cui l’uso moderato e a bassa percentuale di THC possa avere effetti positivi per la cura delle ossa e invece l’assunzione massiccia possa risultare dannosa? Difficile a dirsi per il momento, anche perché coloro che sono stati coinvolti nello studio non hanno consumato cannabis in ambiente controllato, e quindi i fattori possono essere differenti.

I benefici della cannabis per la cura delle fratture

Al di là di questi due studi, però, ci sono molti atri argomenti che stabiliscono la correlazione tra cannabis e cura dei problemi alle ossa. I numerosi cannabinoidi presenti nella pianta hanno tutti un grande potenziale terapeutico e molti sono utili per il recupero post-frattura.

Ecco alcuni esempi:

  • Gestione del dolore: Il THC, come noto, è un composto medico utile per alleviare il dolore. Sta già sostituendo le prescrizioni di oppioidi per il dolore cronico negli Stati Uniti e viene considerato un utile agente contro il dolore neuropatico e infiammatorio, tipici in caso di frattura.
  • Infiammazione: mentre il corpo è in fase di guarigione, entra in uno stato di maggiore risposta infiammatoria. Ma se la cosa è normale durante le fasi iniziali della convalescenza, l’infiammazione cronica, ovviamente, fa più male che bene. Sia il CBD che il THC possono aiutare a ridurre l’infiammazione problematica e dolorosa, vicino e attorno al sito della frattura.
  • Basso rischio di effetti collaterali – Considerando i ben noti effetti collaterali legati all’uso di oppiacei, la cannabis è un’alternativa a basso rischio. Vi è un piccolo rischio, minimo e lieve, ma nessun rischio di sovradosaggio fatale.

In conclusione, non si può dire che curare i problemi delle ossa con la cannabis sia ancora una scienza esatta. Gli studi devono proseguire e proseguiranno, ma le prove stanno crescendo. Con un po’ più di conoscenza su come il nostro sistema endocannabinoide regola la formazione delle ossa, la cannabis potrebbe diventare un altro strumento nel kit medico di strumenti per le fratture.

Fonte: RxLeaf.com

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