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A Giorge’, quando si tratta di prendere soldi per il tuo partito la cannabis non fa così schifo

La coerenza, si sa, non è il pregio principale dei nostri politici. Tra i tanti casi lampanti, non può certo fare eccezione Giorgia Meloni, la sovranista romana che, tra le varie “nobili” battaglie portate avanti su Twitter, mentre gioca a fare la versione nostrana e femminile di Orban, annovera anche una guerra senza quartiere alla cannabis light.

Apprendiamo ora che il suo partito, Fratelli d’Italia, ha ricevuto un finanziamento di 200 mila euro da parte degli azionisti di una multinazionale americana che vende alcolici e che è entrata nel business della cannabis legale in Canada. Proprio quella cannabis su cui si abbatte quasi quotidianamente la scure ideologica e proibizionista di Giorgia Meloni e del suo partito. Quindi, per riassumere, Meloni combatte una lotta senza quartiere alla cannabis con i soldi di chi fa soldi con la cannabis legale. Un bel capolavoro, non c’è che dire.

Scrive l’Espresso: “Il contributo di gran lunga più generoso al partito è arrivato da nomi che riconducono a una multinazionale made in Usa: messi insieme Ylenjia Lucaselli, Daniel Hager e la Hc Consulting Srl hanno infatti regalato al piccolo partito nazionalista 200 mila euro. Hager e Lucaselli sono marito e moglie. La famiglia di Hager è azionista della Southern Glazer’s Wine and Spirits, la più grande azienda statunitense della distribuzione di vini e alcolici (secondo stime di Forbes nel 2016 ha fatturato 16,5 miliardi di dollari e distribuito 60 milioni di bottiglie di vino italiane negli States). Una multinazionale americana che finanzia un partito sovranista italiano? Succede anche questo nel tortuoso mondo del neonazionalismo. E non è l’unica contraddizione, perché la Southern Glazer’s è da poco entrata anche nel business della cannabis legale in Canada, settore che in teoria Meloni e i suoi vedono come fumo negli occhi”. 

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