La politica italiana non smette di regalarci momenti di assoluta follia. Dopo un anno perso a parlare di analisi costi-benefici, di minacce incrociate, di assicurazioni che mai e poi mai la Tav, con i Cinque Stelle al governo, si sarebbe fatta, ecco arrivare l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che smentisce quanto affermato da lui stesso qualche mese fa: contrordine, compagni. La Tav (o il Tav, che dir si voglia) si farà.
Non serve un genio dell’analisi politica per capire che questa decisione segue logiche che con il merito dell’opera infrastrutturale non c’entrano assolutamente nulla. Semplicemente, quando i Cinque Stelle erano sopra il 30 per cento e la Lega sotto il 20, i costi erano maggiori dei benefici. Ora che Salvini e soci viaggiano intorno al 35 e i grillini arrancano al 17, i benefici sono maggiori dei costi.
Al di là delle opinioni (si può legittimamente essere d’accordo o meno sulla Tav) non si può fare a meno di sottolineare che il Movimento subisce una sconfitta storica. Una delle battaglie identitarie dei Cinque Stelle si avvia ad essere persa. Di qui la richiesta – che è già una resa – di avere un passaggio parlamentare che certifichi la posizione “di bandiera” del M5s, per provare almeno a salvare la faccia.
Il passaggio parlamentare, infatti, è scontato. Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pd sono da sempre favorevoli alla realizzazione dell’opera. Per Di Maio, Toninelli e gli altri sarà l’occasione per gridare all’inciucio, alla Lega che tradisce il governo, che scende a patti con il fantomatico “partito di Bibbiano”. Ma la sostanza non cambia: “Finché il M5s sarà al governo, la Tav non si farà”, tuonavano pochi mesi fa i grillini. Oggi “il Parlamento è sovrano”.
A parte il fatto che se oggi “il Parlamento è sovrano”, non si capisce perché non lo fosse ieri o perché la Tav fosse stata inserita nel contratto di governo, prendiamo per buona questa frase. E allora proponiamo ai Cinque Stelle: perché non applicare lo stesso concetto anche alla legalizzazione della cannabis in Italia? Perché non tirate fuori dalla cantina le proposte di legge di Matteo Mantero o di Nello Ciampolillo e provate a capire se esiste una maggioranza parlamentare per approvarle?
Certo, Salvini non la prenderà bene. Ma tutte le analisi costi-benefici sulla legalizzazione (quelle reali, quelle fatte sul campo in Canada e negli Stati Uniti) dimostrano che i benefici (enormi) sovrastano i costi (nulli). Cari grillini, cominciate a fare quello che non avete ancora fatto da quando siete al governo. Cominciate a fare politica. Cercate i voti in Parlamento e portate avanti l’ultima battaglia storica su cui potete (davvero) salvare la faccia. Lasciate stare i giochetti mediatici e propagandistici e provate a ribaltare il tavolo, se volete davvero mettere in difficoltà Salvini e invertire la rotta dei sondaggi.
Se invece il vostro obiettivo è quello di non disturbare il manovratore, affinché non si arrabbi e si ricordi di voi quando c’è da decidere come spartirsi le poltrone, state pure fermi. Oppure continuate con le vostre battaglie sui social. Quelle non danno fastidio a nessuno, perché non servono a niente.