spot_img

Ultimi articoli

― Advertisement ―

spot_img
HomeCannabisPresentato il ddl "salva negozi" a firma Bonino. Un solo articolo per...

Presentato il ddl “salva negozi” a firma Bonino. Un solo articolo per provare a salvare un intero settore

È stata presentata oggi una proposta di legge dal gruppo politico +Europa per evitare la chiusura dei negozi che vendono cannabis light. È una notizia che chiaramente rischia di essere sommersa dalla crisi politica che in queste ore sta avvolgendo l’intero governo. Ma il sasso è stato lanciato.

La proposta di legge è stata illustrata in una conferenza stampa dal segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova assieme ai dirigenti del gruppoCarmelo Palma e Alessandro Massari.

 “Servirà a ripristinare – si legge nel testo visionabile qui – un principio su cui decine di migliaia di investitori, imprenditori e lavoratori avevano fatto razionalmente affidamento, e cioè che la disciplina introdotta dalla legge n. 242 del 2016”.

Nella legge si fa riferimento poi all’impatto economico del settore, che consta di 2.800 shop in tutta Italia e di circa 10mila posti di lavoro, e allo studio dell’European Economic Review, secondo il quale, grazie alla diffusione della cannabis light, si sono ridotti sensibilmente sia i volumi (-14%) sia i profitti (da 90 a 170 milioni in meno) del mercato criminale.

Contiene un solo articolo, che precisa, al primo comma, come le varietà di canapa di cui è autorizzata la coltivazione siano autorizzate anche al commercio e, al secondo comma, che sono commercializzabili anche “infiorescenze fresche ed essiccate, resine e oli per prodotti da fumo o inalazione, nonché per altri usi non medicinali e non alimentari, per cui è già prevista una disciplina specifica”.

Per la verità i progetti di legge favorevoli al settore non mancano certamente negli archivi del Parlamento: ce ne sono almeno 7 depositati tra Montecitorio e Palazzo Madama.

Ma non è per nulla di scarso rilievo il fatto che questa nuova proposta sia a prima firma di una figura come Emma Bonino, che un qualche peso politico lo possiede ancora. Una figura che oltretutto rappresenta un gruppo politico e non la volontà di un singolo esponente del parlamento, come avvenuto finora con gli altri disegni di legge depositati. Chiaramente sono lontani i tempi in cui la Bonino era Commissaria europea (fine anni novanta), o quando ricopriva (più recentemente nel 2013) l’importante carica di ministro degli Esteri nel governo Letta. Ma una sua influenza politica può ancora esibirla, se non altro per la sua apprezzabile serietà.

Tuttavia il vero aspetto positivo, se davvero vogliamo trovarne uno, è che questa proposta sia arrivata da una forza politica, + Europa, che non ha stipulato alcun contratto di governo. È solo tramite questo modo, infatti, che i Cinque stelle potrebbero finalmente sfilarsi dalle logiche di lealtà nei confronti della Lega, dicendo di non essere stati loro a proporre una legge che va contro gli interessi di sua maestà Salvini.

Potrebbero di conseguenza anche favorirne l’approdo in Aula, che poi sarebbe il vero ostacolo da superare quando si parla di un progetto di legge così divisivo. E proprio su questo, + Europa ha lanciato una petizione (si può firmare qui) indirizzata al presidente del Senato per calendarizzare
in Aula
la discussione della proposta di legge. Arrivati a quel punto, infatti, diventerà verosimile trovare maggioranza cosiddetta alternativa, ovvero una maggioranza parlamentare diversa da quella di governo. Un po’ come accaduto ieri con la mozione sulla Tav, anche se a parti invertita tra Lega e M5S.

Ai tanti grillini favorevoli (non tutti voteranno sì) potrebbero infatti unirsi gli esponenti del Pd (anche in questo caso, non tutti favorevoli) oltre a quelli di Leu, e magari, chissà, qualcosina potrebbe arrivare anche Forza Italia. Soprattutto se verrà posto bene l’accento sui 10mila posti di lavoro a rischio per la chiusura dei canapa shop.

Fantapolitica? Può darsi. Anche perché, tornando con i piedi per terra, siamo costretti a registrare fratture sempre più pesanti all’interno dell’Esecutivo, crepe vere e proprie che ormai sono sintomo di una imminente crisi di governo (siamo sicuri, poi, che un governo tecnico non sarebbe ancora meglio ai fini del settore?).

E se anche l’Esecutivo dovesse proseguire il suo percorso, quel progetto di legge troverebbe comunque il pantano delle difficoltà autunnali legate alla complicatissima manovra economica, da approvare entro fine anno. Saranno insomma settimane difficili, per il settore e per l’Italia.

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img