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Invecchiare con la cannabis. Più di un milione e mezzo di over 65 la usa per curarsi

Ma chi lo ha detto che a consumare cannabis siano solo i giovani? Ormai questo stereotipo del ragazzo/a ‘trasgressivo’ e ‘frikkettone’ è stato ampiamente superato dalla realtà, solo i ‘salvini’ di turno non se ne rendono conto.

Un recente studio della New York University ha documentato che, soltanto nell’ultimo anno, più di un milione e mezzo di over 65 ha fatto uso di cannabis. Un fenomeno in crescita e perfettamente coerente con il progressivo invecchiamento della popolazione in Occidente. Se gli acciacchi aumentano perché privarsi di una vita dignitosa? Curarsi con la cannabis, in ambito geriatrico, è sicuro e migliora concretamente la salute di chi ne fa uso. Per artriti, ansia, disturbi del sonno e dolori ossei ma anche come antidolorifici che accompagnano cure chemioterapiche o altro.

In Usa, dove ormai già una ventina di Stati ha legalizzato l’uso della marijuana, curarsi con la cannabis non è più un tabù, anzi. Secondo l’American Academy of Neurology, che ha condotto uno studio su 240 pazienti attorno agli 80 anni, dopo 4 mesi di assunzione di gocce di THC e CBD il 69% dei partecipanti ha dichiarato la diminuzione o la sparizione del dolori, il 49% ha detto di dormire meglio, il 18% non dava più alcun segno di problemi neurologici e il 15% ha detto di non soffrire più di attacchi di ansia. Risultati simili sono stati condotti su ricerche anche in Israele, altro paese che ha puntato molto sulla cannabis medica con ottimi benefici.

More than 70 Laguna Woods residents showed up in opposition to a state law that goes into effect on Jan. 9, 2019 retracting current protections on unregulated collectives. Many are members of the Laguna Woods Medical Cannabis Collective, urging the city to allow local licensing for commercial cannabis activity. (Photo by Brooke Becher, contributing photographer)

E così sono sorte delle vere e proprie ‘case di riposo’ cannabiche, luoghi per invecchiare felicemente. Sul settimanale l’Espresso si racconta di Laguna Woods, una soleggiata località in California, dove da decenni si trasferiscono, una volta pensionati, molti americani anziani. Questa, e non è certo un caso, è stata la prima città, nel 2008, dove si è diffusa la cannabis terapeutica e qui si organizzano conferenze periodiche per sensibilizzare su questi temi. Anche in Israele esiste una vera e propria clinica per anziani dove si affiancano alle terapie convenzionali anche quelle a base di cannabis. E il successo è stato così ampio che ne sono state aperte anche altre in America.

Usare cannabis, al posto di medicinali, ha poi enormi benefici sia dal punto di vista dei costi che dal punto di vista medico: la cannabis infatti non da dipendenza, ha effetti collaterali controllati e fa bene.

E in Italia? Come al solito siamo sommersi dal chiacchiericcio mediatico del politico di turno che, invece di informarsi, persegue nella diffusione di false informazioni. Nel nostro Paese la cannabis terapeutica è una realtà già consolidata che aiuta molti pazienti affetti da diverse patologie come Hiv, sclerosi multipla, fibromialgia etc.. Purtroppo la diffusione gratuita di farmaci attraverso ricetta medica è molto ridotta, alcuni medici non conoscono i protocolli e non tutte le regioni li rimborsano. Ma esistono, e per alcuni sono l’unica speranza per una vita migliore.

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