Cento pazienti in due settimane e prenotazioni fino a giugno. A pochi giorni dalla sua attivazione, l’ambulatorio di Cure palliative e terapia del dolore nell’ospedale di Terlizzi ha registrato un boom di accessi, tra visite, prescrizioni di cannabis terapeutica e terapie infiltrative, a cui si aggiungono 25 prestazioni domiciliari.
L’Ambulatorio di Terlizzi è il primo avviato dalla Asl di Bari che sta procedendo alla realizzazione di una rete dedicata alla gestione del dolore e oggi serve un bacino di utenza distribuito principalmente tra Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo, Ruvo e Corato, ma è anche a disposizione di pazienti provenienti da centri fuori provincia e regione.
“I pazienti arrivano da tutta la Puglia e non solo – spiega Felice Spaccavento, medico e responsabile dell’Ambulatorio – abbiamo prenotazioni anche da regioni vicine come il Molise e la Calabria e prevediamo che saranno trattati in media 1000 persone in questo primo anno”.
“I numeri sono indicativi di un bisogno urgente e diffuso – continua – da parte dell’utenza che finora in questa area non aveva un centro di riferimento ambulatoriale per le cure palliative”.
L’ambulatorio è dedicato a specifiche prestazioni e terapie antalgiche per pazienti oncologici, persone con dolore cronico, e con sintomatologia dolorosa dovuta agli effetti della chemioterapia, o a malattie neurologiche come Sla, Sclerosi multipla, Parkinson e malattie rare del bambino.
Nelle prime settimane di attività numerose le prescrizioni di cannabis per uso terapeutico, rese possibili dalla legge regionale che consente a medici di base e specialisti di prescrivere farmaci a base di questa erba per alleviare il dolore. A breve sarà avviato a Terlizzi anche il progetto l’Ospedale portato a casa del paziente, che offrirà un servizio dinamico in grado di garantire numerosi interventi domiciliari destinati a fornire un’assistenza a persone che si trovano in situazioni di fragilità e complessità: una novità assoluta nell’Asl di Bari.
In particolare potranno essere impiantati a casa gli accessi venosi di tipo Picc e middle-line per la somministrazione di farmaci e terapie, nella massima sicurezza per il paziente ed evitando disagi, come lo spostamento in una struttura ospedaliera. Un traguardo raggiunto grazie allo sforzo della Asl che ha acquistato ecografi portatili di ultima generazione e apparecchiature che consentono l’impianto senza l’ausilio di radiografia.