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Consumare cannabis nel football? Per la League non è più un problema

Il football americano ha deciso di modernizzarsi. Il football americano ha deciso di guardare in faccia la realtà e di affrontare la salute dei propri giocatori sempre più spesso dipendenti da sostanze nocive, come gli oppioidi.

Secondo Forbes, infatti, per i giocatori della National Football League sono in arrivo grandi novità: non ci sarà più la possibilità di essere sospesi dalle competizioni solo per essere risultati positivi alla marijuana ma, grazie ad un nuovo accordo di contrattazione collettiva proposto dai proprietari delle squadre e distribuito ai giocatori giovedì, gli atleti potranno competere anche con livelli di Thc fino a 150 nanogrammi nel metabolismo.

La nuova politica ridurrebbe poi il numero di giocatori soggetti a test per la cannabis e restringerebbe la finestra in cui questi possano essere somministrati, passando dagli attuali quattro mesi a sole due settimane all’inizio del training camp.

Il documento è stato pubblicato per la prima volta su Twitter dall’avvocato sportivo Darren Heitner

Se l’accordo venisse ratificato, la NFL diventerebbe l’ultima grande lega sportiva ad allentare le restrizioni per la cannabis, visto anche l’aumento crescente di Stati che attua politiche di legalizzazione.

Anche la Major League Baseball ha annunciato a dicembre che rimuoverà la marijuana dal suo elenco di sostanze vietate .

E in Italia? La cannabis nello sport rimane un tabù.

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