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Cannabis medica, dalla crisi in Borsa alle speranze per il futuro

La cannabis terapeutica è pronta a sbarcare in Piazza Affari: già presente da gennaio sul mercato di Londra e Francoforte, il primo fondo del settore a quotarsi in Europa, il Medical Cannabis and Wellness UCITS ETF è in attesa del via libera di Borsa Italiana per essere negoziato anche in Italia. Un via libera che ancora non è arrivato.

Promosso dalla canadese Purpose Investments, compagnia canadese di asset management e pioniera nel mondo della finanza in “erba”, è composto da tante società che fanno business in questo settore: dai produttori e fornitori di cannabis terapeutica, ai fornitori di attrezzature idroponiche, aziende di prodotti di consumo a base di cannabis terapeutica, aziende attive nella locazione di strutture per i coltivatori di ad aziende che investono in particolare in cannabis terapeutica.

Se in Italia bisogna aspettare, cosa succede oltreoceano?

In Canada e Usa i titoli delle ‘marijuana big’ hanno registrato sensibili perdite nell’ultimo anno: in media i titoli dei cinque più grandi gruppi globali del settore hanno perso dal febbraio 2019 il 67%. Alla base della crisi ci sono le tante, troppe, regolamentazioni esistenti relative all’uso, e quindi alla produzione-distribuzione, della cannabis. 

Ma non ci si scoraggia e si guarda con grande attenzione alle prossime elezioni Usa per capire che aria tirerà. Il tema, infatti, è entrato prepotentemente nel dibattito della campagna elettorale.

Il senatore democratico Bernie Sanders, uno dei favoriti per conquistare la nomination democratica, ha annunciato che fin dal primo giorno del suo insediamento chiederebbe la legalizzazione federale della marijuana. Ma anche se a vincere fosse la sfidante, la senatrice Elizabeth Warren, potrebbero arrivare grandi novità.

La senatrice ha infatti detto che ridurrà i finanziamenti federali agli stati che si rifiuteranno di legalizzare la marijuana e di impedire che l’industria del tabacco domini la fiorente industria della cannabis terapeutica. Ma non solo. La senatrice punta anche ad eliminare le condanne federali per la cannabis ed è una grande sostenitrice dell’accesso al credito bancario per le compagnie di cannabis. Una proposta forse più moderata ma anche più realistica per i tempi.

Quello che di sicuro non si può è fermarsi o, peggio, tornare indietro.

Secondo i dati di Markets and Markets, nel 2018 il business della cannabis valeva a livello globale 10,3 miliardi di dollari, con una previsione di crescita a 39,4 miliardi al 2023 e un incremento annuale del 30,7%.

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