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L’incertezza e il caos regnano sovrani nel mondo della canapa. Ministro Speranza, verso cosa ci portano le sue scelte?

Di seguito una bella lettera di una operatrice del settore sulle ultime vicende di attualità che riguardano la canapa, una riflessione di Elena Di...
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L’incertezza e il caos regnano sovrani nel mondo della canapa. Ministro Speranza, verso cosa ci portano le sue scelte?

Di seguito una bella lettera di una operatrice del settore sulle ultime vicende di attualità che riguardano la canapa, una riflessione di Elena Di Nunno (La via della canapa) che pubblichiamo volentieri.

Ciò che è accaduto nei giorni scorsi e sta accadendo a tutta la filiera della canapa, produttiva e commerciale, ha l’aria di un grave atto politico senza precedenti dello Stato nei confronti dei cittadini. Col favore delle tenebre e nel silenzio generale, il Governo si sta scagliando sull’intera filiera della canapa, mettendo a rischio circa 12 mila lavoratori, e sulle decine di migliaia di operatori e pazienti utilizzatori. Un disastro.

Nei giorni scorsi sono pervenute ai vari esercenti, comunicazioni con intimidazioni di sanzioni, sospensioni e revoche dei titoli autorizzativi alla vendita; nelle aziende agricole continuano i sequestri e a fine mese chi non si adegua alle nuove restrizioni, rischia il reato penale.

Tutto ciò per il CBD (cannabidiolo), principio attivo presente in natura, non psicotropo. A dirlo è la Scienza.

E allora il CBD a chi dà fastidio e perché? La risposta, ai cultori e pionieri della canapa, è nota; è giusto chiederselo dopo le comunicazioni molto allarmanti circolate circa 10 gg fa in alcuni settori merceologici (svapo e-cig, tabacchi e tutta la filiera) che commercializzano la canapa, e a seguito del dm del 01-10-2020 sul CBD (G.U. 15/10/2020) che fa precipitare, in ulteriore caos, le procedure per l’approvvigionamento alle quali sono sottoposti i pazienti sotto il profilo terapeutico.

In particolare il 16 ottobre 2020, nel silenzio tombale del main stream, appare come un fulmine a ciel sereno il decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno prima del Ministro della Salute, Roberto Speranza.

La cronaca di questi giorni riferisce che tutto quel che sta accadendo è per facilitare l’entrata in commercio di un farmaco: epidiolex; insomma l’ennesima genuflessione che i politici di turno eseguono di fronte allo strapotere delle aziende farmaceutiche.

Ora il mondo intero ha già intrapreso la strada verso la liberalizzazione e regolamentazione, le Gdo si sono organizzate e già vendono prodotti derivati dalla canapa, l’OMS (?!) caldeggia l’eliminazione delle restrizioni, quindi la domanda è: Ministro Speranza, verso cosa ci portano le sue scelte? Il dubbio sorge spontaneo e il quesito posto vale sia per il ruolo che riveste al Ministero della Sanità, che come rappresentante del Governo e del Parlamento Italiano e quindi per lo sgambetto “effetto domino” che questo dm crea all’economia italiana, fin troppo martoriata. Perché?

Se la Scienza a livello mondiale dice che il CBD fa bene, Egregio Ministro, anziché dare l’esclusiva alla farmaceutiche perché non liberalizzarlo? E soprattutto perché tutta questa fretta?

Malgrado la mancanza di una legge chiara, le aziende italiane che operano nel settore, munite di tutte le certificazioni e requisiti necessari, hanno immesso in commercio prodotti di qualità eccelsa; e a fronte di ingenti investimenti, ne garantiscono la tracciabilità del seme e terreno in cui cresce la pianta, dei processi di trasformazione ed estrazione fino al prodotto finito.  Insomma i cittadini/imprenditori precorrono i tempi, consapevoli che la canapa è la pianta del futuro prossimo avvenire, e il d.m. dalla sera alla mattina gambizza diverse centinaia di aziende e lascia a casa migliaia di lavoratori.  Non solo ha scontentato la maggior parte del popolo delle partite Iva del settore canapa, ma ne sancisce anche la morte, sia dal punto di vista economico produttivo (con perdite ingenti) che dal punto di vista della prevenzione e attenzione al benessere fisico e della salute. Perché?

Riflettendo mi interrogo se è giunto il momento di dire BASTA; se non altro di dire basta all’ignoranza e all’arroganza.

Molti operatori, inoltre, mal digeriscono il fatto che da un giorno all’altro viene cambiato loro lo status sociale: da cittadino-contribuente a delinquente-spacciatore così senza colpo ferire, il tutto nel silenzio assoluto dei principali canali di informazione.

Migliaia di persone, oneste e lavoratrici che hanno aperto le aziende, partite iva, alla luce del sole, secondo i crismi e dettami richiesti dalle CCIAA, monopoli, autorizzazioni, pagano oboli locali, e tante tasse, imposte e tributi locali, che in questo momento sono la parte produttiva attiva e “fiorente”, che vogliono fare impresa nonostante la pressione fiscale nazionale (da usuraio) col D.M. rischiano di essere fuorilegge. Per fortuna tutto il mondo associativo e i canali di informazione si sono subito adoperati, ma per quale motivo sta accadendo tutto questo?

Il tema Canapa, molto male dibattuto nelle aule parlamentari, è notissimo a tutto il Governo da decenni, e negli ultimi mesi, con la propaganda contro la cannabis light del politico di turno, pure a molti italiani, di cui tanti piuttosto confusi. La riflessione che ne scaturisce è che il dm, in questo tempo di covid, non riveste nessun carattere di urgenza tale da richiedere decisioni irrevocabili e frettolose.

Piuttosto proprio perché se ne sta parlando da troppo tempo, poco e male, sarebbe molto utile aprire subito il dibattito pubblico e dare voce a chi, esperti medici ricercatori aziende, possono spiegarci meglio la questione.

Per quanto sia urgente e necessaria per tutti gli operatori del settore e dei sanitari medici, una discussione seria sulla canapa l’aspetto a cui, il ministero della sanità deve dare la priorità IERI, è mettersi in autentico ascolto delle tante voci inascoltate, e risolvere, con l’autoproduzione, la scarsità perenne e antica della cannabis terapeutica. Infatti lo Stato indice annualmente bandi “impossibili” per le aziende italiane, e la cannabis terapeutica purtroppo l’acquistiamo dall’estero a peso d’oro; e togliere altrettanto rapidamente la sanzione amministrativa (3 mila euro) per la produzione domestica ad uso personale.

La via della canapa è tutt’altro che spianata e la liberalizzazione ancora lontana; ritenendo però che la materia del contendere ora è il CBD, principio attivo, naturale, non psicotropo, pro biotico e biocompatibile col nostro organismo, e dato che la Scienza l’ha acclarato, è giunto il momento che il popolo del CBD e della pianta di canapa dica basta. Basta se non altro all’ignoranza dilagante.

La canapa e le sue applicazioni costituiscono una enorme potenzialità in termini di economia circolare e necessita, dunque, di un dibattito serio, pubblico e sui canali di informazione. Io ho solo questa vita, siccome si parlava di economia sostenibile e in 45 anni nulla o pochissimo si è visto; ora il Governo ci parla di economia circolare e voglio capire.

Per approfondire ci sono riviste di settore tutte molto qualificate; sui social tantissime associazioni culturali antiche e molto preziose (Franco Casalone per esempio) e recenti, associazioni di pazienti di rilevanza nazionale e locale, tante aziende a conduzione familiare storiche e recenti, nei più svariati ambiti: medico-assistenziale, scientifico, agricolo con tutto l’indotto del tessile, edile, alimentare, cosmetico, commercio al dettaglio e svago, e tutto l’industriale con applicazioni straordinarie. Tutte aziende di persone che condividono la stesso business e le stesse identiche convinzioni: che la canapa fa bene, perché la canapa non fa male, e cura tutto e tutti.

Il vero dramma è che non è uno scherzo: il dm del Ministro Speranza è un brutto incubo che diventerà realtà allo scadere dei 15 gg dalla pubblicazione e i danni saranno di portata inaudita.

Se noi non facciamo nulla ora, non saranno i posteri e giudicarci, saremo noi stessi.

Intanto UNA CLASS ACTION per danni subiti e che si stanno subendo a tutela delle persone e delle imprese che hanno investito energie tempo e risparmi, diventa necessaria. Nelle more di un vuoto normativo è stato consentito di avviare tante attività e pantalone non vuole più pagare.

Quanto tempo sarà necessario per legalizzarla in Italia, nessuno è in grado di dirlo; l’unica certezza è che la via della canapa è inarrestabile, arriva da lontano (nel tempo e spazio) e andrà oltre tutti noi.

Perché non ora? E se non ora, quando?

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