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Legale o illegale: cos’è il Delta8 Thc?

Il tetraidrocannabinolo Delta-8 è uno degli oltre 100 cannabinoidi prodotti naturalmente dalla pianta di cannabis, ha effetti benefici riconosciuti dalla scienza, come tutti i cannabinoidi, ma anche psicoattivi, come il Delta 9 thc. Va molto di moda negli USA, dove i singoli stati membri, a seconda delle normative vigenti, stanno prendendo posizione favorevole o contraria. Ultimamente è apparso anche sugli scaffali degli hemp shop italiani, sotto forma di estratto o infiorescenze “intinte” nel Delta 8.

Ma cosa sia in pochi lo sanno. E’ legale? E’ psicoattivo? Dato che l’informazione è la base della conoscenza, vediamo insieme cos’è il Delta 8 tetraidrocannabinolo.

Legittimità del Delta 8 THC

In Italia è presente nella tabella I del dpr 309/90 alla voce Delta-8- tetraidrocannabinolo (THC), subito prima di Delta-9- tetraidrocannabinolo (THC). Per cui non è legale, è ufficialmente uguale al Delta 9 thc per la legge. Negli USA è sotto la lente delle istituzioni, tenendo in considerazione il rapido processo di depenalizzazione della cannabis che sta coinvolgendo la confederazione. Si attende la valutazione del FDA, il quale nel frattempo pubblica “5 cose da sapere sul Delta 8 thc”, allarmando i consumatori sugli effetti psicoattivi. La DEA d’altra parte, ricorda che, come da regolamento inerente l’agricoltura di canapa e la lavorazione dei derivati (FR Doc No: 2020-17356), “tutti i tetraidrocannabinoli derivati sinteticamente rimangono sostanze controllate dalla tabella I”. Il Colorando lo bandisce ufficialmente il 14 maggio 2021. Durante i sequestri di cannabis sativa e derivati i campioni vengono sottoposti a test di controllo che valutano i livelli delle sostanze droganti presenti nel prodotto.

Il dott. Alfonso Gallo, ricercatore e responsabile settore cannabis e cannabinoidi dell’IZSM, ci ha aiutato a comprendere meglio alcuni punti

“Durante i sequestri i laboratori forensi analizzano, o dovrebbero analizzare, oltre che il delta 9 thc anche il delta 8 Thc, il Cbd e il Cbn” spiega il dott. Gallo. “L’analisi di questi cannabinoidi è importante per verificare il contenuto sia dei cannabinoidi presenti nella tabella del DPR 309/90 (delta 9 thc -delta 8thc), quindi stupefacenti, sia per valutare il chemiotipo di cannabis, secondo le indicazioni dell’ UONCD United Nation Office on Drug and Crime, al fine di differenziare cannabis da “droga” da cannabis “agro-industriale””, ha continuato Gallo. In Florida le grandi quantità di CBD invenduto vengono “riciclate” in Delta 8 thc. “Il Delta8 è un cannabinoide minore, presente in quantità minime, quasi mai significative nella pianta di cannabis. Solitamente i campioni di cannabis sativa l. non ne rilevano proprio. Per questo sono generalmente prodotte tramite un processo di sintesi da cannabidiolo (CBD). Il CBD viene prima estratto dalla canapa, poi isolato e quindi l’isolato viene sintetizzato in delta-8 mediante processi chimici” – conclude il dott. Gallo.

La scienza sostiene che… è il responsabile della “fame chimica”

Uno dei pochi testi scientifici che affronta l’argomento è il capitolo “Chemistry of Cannabis” del volume 3 di Comprehensive Natural Products II. “Il delta-8-tetraidrocannabinolo (Delta-8-THC) è un isomero posizionale del delta-9-THC” in comune hanno un profilo farmacologico simile, ma il D8thc ha una potenza psicoattiva leggermente inferiore. Nonostante le sue caratteristiche interessanti “non sono stati condotti molti studi di bioattività con il composto puro”. Nelle sperimentazioni su cavie, l’assunzione di D8thc “ha aumentato il consumo di cibo degli animali, più del THC, mentre le prestazioni e l’attività erano simili.” Per questo si è pensato che il D8thc potesse essere il responsabile dell’effetto “munchies”, la cosiddetta “fame chimica”.

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