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L’Italia è antifascista

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L’Italia è antifascista

“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.” XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana -1947.

“Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così” Annalisa Savino, Preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze – 2023

15 febbraio 2023, una ragazza commerciante e residente a Bracciano (Roma) nota un manifesto Fascista attaccato abusivamente alla fermata dell’autobus, in un momento di retake decide di pulire la banchina ma qualcuno interviene. Si sente chiamare, poi strattonare, in cinque infieriscono su di lei mentre è a terra. Come da “codice d’onore” è una donna a colpirla in pieno volto.

“Una cosa assurda. Dov’è il fascismo? Dove sono i fascisti? Sono morti tutti 70 anni fa – si inalbera Feltri -. Oggi se uno fa il fascista cosa fa? Va in giro con il manganello o l’olio di ricino? A me non risulta. (…) I fascisti non ci sono”. A Feltri non risulta che il fascismo sia per strada e sia proibizionista violento con chi manifesta opinioni divergenti, nonostante l’apologia di fascismo sia anticostituzionale. 

La ragazza, che ha denunciato i suoi aggressori, la pensa diversamente: “Il fascismo non è un’opinione, ma un reato. L’antifascismo è la base della nostra costituzione repubblicana e fondamento dello Stato, tutto l’arco parlamentare dovrebbe aderire all’antifascismo”.

Lei è a terra con gli aggressori addosso, visibilmente concitati dalla violenza del gesto, ma nessuno dei passanti si ferma. I militanti fascisti si spaventano e scappano, fortunatamente.

“L’aggressione che ho subito è avvenuta in pieno giorno – ricorda – in una zona abbastanza trafficata, servita da ipermercati, bar e altre attività commerciali. Nessuno è intervenuto né per bloccare l’aggressione, né per soccorrermi o chiamare i carabinieri. E questa indifferenza, di fatto, l’ho vissuta sulla mia pelle come una seconda violenza.” E aggiunge: “L’indifferenza è pericolosa quasi quanto la violenza!”

E’ possibile restare umani in una società individualista e consumista? Questo è un problema tanto quanto l’assenza di coscienza sociale sulla persistenza negli anni del pensiero fascista. La memoria storica e l’informazione passano attraverso i luoghi di ritrovo: dalle scuole agli spazi sociali, passando per centri ricreativi e palestre. Luoghi di aggregazione, un’alternativa ai centri commerciali e i social.

La ragazza di Bracciano, avendo frequentato collettivi e associazioni per molti anni, è reattiva e contatta lei stessa le realtà di zona e della capitale lanciando l’allarme: aggressione fascista! 

“La risposta delle associazioni e delle reti territoriali antifasciste – afferma – compresa quella dell’amministrazione comunale di Bracciano, ma anche di tanti singoli, nei giorni seguenti invece è stata pronta e solidale. Una riprova del fatto che quando gli individui si sentono parte di una collettività, in una società sana nessuno deve essere lasciato solo o indietro.” L’unione fa la forza ed è proprio questo che la società contemporanea punta a contrastare: smembrando, dividendo, individualizzando.

La ragazza, nonostante lo shock post-traumatico, non si ferma e crede che da una sventura possa nascere una risorsa per la collettività: “Penso che per sviluppare e alimentare il senso di comunità, servano luoghi di aggregazione e infrastrutture sociali dove sia possibile costruire dal basso, anche e soprattutto dove la politica istituzionale non riesce ad attivare progetti sociali e culturali di lungo termine. Senza tutto questo, andiamo incontro ad una società passiva, conformista, socialmente frammentata e incapace di effettivo mutamento.”

La politica è uscita dalle scuole. Nelle istituzioni scolastiche non si coltiva la coscienza politica né il senso critico o la memoria storica. Non esistono collettivi studenteschi, quei pochi sopravvissuti sono raramente supportati dai docenti, la politica dal basso e in autonomia dalla famiglia è in via di estinzione. L’informazione in casa è gestita dai media a loro volta strumentalizzati dalla politica, il governo in carica muove le dirigenze radiotelevisive dall’era berlusconiana. Il sovranismo al governo è arrivato nel momento in cui le coscienze erano anestetizzate, l’attivismo apartitico anacronistico.

Studenti a Firenze manifestano le loro idee antifasciste davanti al liceo classico Michelangiolo e le immagini mostrano un ragazzo di 15-16 anni steso a terra mentre un uomo più grande lo prende a calci. 

Dai filmati emerge che cinque adulti appartenenti ad Azione Studentesca picchiano una decina di adolescenti. La preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, ha scritto ai suoi studenti “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. “ Come arma manipolatoria e intimidatoria c’è la ridicolizzazione la minoranza reazionaria come “allarmista” per cui la dirigente è stata duramente attaccata. La narrazione di una destra patriarcale e colpevolizzante, punitiva nel linguaggio e nelle azioni.

“Il fascismo vive di pensiero unico e promuove l’odio e la violenza – commenta la ragazza braccianese – soprattutto nei confronti dei più deboli. E molto spesso lo fa con metodi violenti. Per questo non si può tollerare: il fascismo non è confronto, è imposizione. Per questo è pericoloso. Come diceva il Presidente Pertini “il fascismo è l’antitesi delle fedi, perché aggredisce e opprime chi non la pensa come lui.”

Alessandro Sallusti sugli scontri di Firenze ha detto: “La differenza è che i primi (i militanti di destra) accettano il risultato del match qualsiasi esso sia, a volte le dai, a volte le prendi. I secondi invece (i manifestanti di sinistra), pretendono di darle di santa ragione ma al primo cazzotto che prendono frignano come verginelle aggredite da un brutto e corrono dalla mamma, in questo caso i giornali e partiti di riferimento, a fare le vittime e a chiedere protezione dai cattivi.”

Le scuole diventano protagoniste del nuovo dis-ordine sociale, quello che si sente autorizzato da un governo di destra, quello delle regole imposte con la violenza.

A Padova degli studenti si presentano davanti il liceo Tito Livio con uno striscione “La scuola non è antifascista, è libera” incappucciati bandiere di Blocco Studentesco in mano.

La risposta della città è prorompente per le strade: “Libertà è antifascismo – dicono – e la nostra città stasera ha voluto ricordarlo a tutti, mandando un potente messaggio: fuori i fascisti dalle scuole, dalle università, dalle Istituzioni.”

Si parla tanto di patriarcato e così poco di fascismo, la politica è demonizzata (merito della classe politica) e l’antifascismo con essa.

E’ inconcepibile come ciclicamente ritorni il fascismo in Italia. Nel 1976 Amendola diceva: “Come mai questo fascismo che avete abbattuto nel 1945 ritorna fuori come un bubbone sempre permanente, come una malattia organica del popolo italiano? E di qui la necessità di uno studio della storia italiana che noi dobbiamo incoraggiare.”

Il linguaggio fascista è violenza e repressione, dov’è la politica in tutto questo? Gran parte dei rappresentanti al Governo provengono dalle stesse realtà filo-fasciste, autorizzano quindi (implicitamente) la manifestazione di idee estremiste seppur anticostituzionali.

“Sarebbe ora che lo Stato democratico, da destra a sinistra, ponesse fine a tutto questo, sciogliendo una volta per tutte le formazioni e le associazioni neofasciste”, incalza ancora la ragazza aggredita a Bracciano, chiedendosi perché prevalgono tolleranza e indifferenza, che alle volte sfocia in populismo: “Il populismo inteso come risposta alla crisi democratica moderna si può ricondurre alla categoria dei sostituti funzionali del fascismo, perché condivide con esso la passivizzazione della politica della società. Senza comportamenti democratici, non c’è democrazia. Il fascismo oggi è come una matrioska, dentro l’identitarismo c’è il sovranismo, dentro il sovranismo c’è il populismo, dentro il populismo c’è il razzismo. L’alternativa non è tra fascismo e antifascismo, ma tra democrazia e fascismo: il che implica che una democrazia debba essere antifascista o non è!”

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