Il Climate Clock segna poco più di sei anni alla fine del mondo. Tick tock fanno le lancette e le nuove generazioni si preoccupano del loro futuro evanescente.
La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), agenzia che fa parte dell’ONU, ha pubblicato un rapporto sulla canapa, un esempio di politica attuativa basata sul “whole-plant” (detto: non si butta via niente) per “sfruttare il suo potenziale economico e sociale”. Una strategia sostenibile che dovrebbe essere al centro di qualsiasi sviluppo settoriale.
Si legge nel report: “Questo approccio potrebbe facilitare la creazione di filiere produttive in grado di contribuire alla crescita delle aree rurali, dell’industria manifatturiera e dell’industria di trasformazione alimentare”.
Extinction Rebellion (XR): disobbedienza civile ecologista!
I movimenti ecologisti hanno coinvolto tutti i target, le età, le estrazioni sociali perché la crisi climatica è tangibile nel quotidiano, ha invaso la nostra vita di tutti i giorni. Extinction Rebellion (XR) tra tutti è quello più dedito alla disobbedienza civile, gridare l’urgenza e farla arrivare impattante tramite l’evidenza delle contraddizioni socio politiche con azioni significative. Li ho incontrati per capire quali sono le reali dimensioni del problema ecologico, quali sono le responsabilità politiche e come si può supportare chi se ne preoccupa realmente.
“Nasciamo come risposta moderna all’evidente fallimento dell’ecologismo classico.” spiegano, ripercorrendo i primi passi del movimento “A Londra nel 2018 e un anno dopo eravamo in 60 paesi. Chi ha pensato XR lo ha fatto con mentalità scientifica e con l’obiettivo di arrivare rapidamente a una massa critica che possa fare la differenza.” Il modo dirompente con cui XR si esprime in azioni concrete è stato criticato e ammirato dall’opinione pubblica: “Sulla disobbedienza civile noi abbiamo analizzato i metodi più efficaci nel corso della storia recente e la nonviolenza è risultato quello non solo più etico ma più efficace.”
La politica sorda e muta alla fine del mondo!
Il presidente Emmanuel Macron, nel discorso di Capodanno ai francesi, ha detto: «Chi avrebbe potuto prevedere la crisi climatica?». Greta Thunberg era stata chiara in modo ammirevole al COP 26 del 2021 con l’onomatopeico: “Ci siamo stancati del loro bla-bla-bla. I nostri leader non hanno leadership”.
E’ palese che a livello globale la politica fa orecchie da mercante al collasso del nostro pianeta quando in realtà per Extinction Rebellion: “Tutti i paesi possono fare molto e, secondo noi, tre semplici cose: dire la verità, dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica e mettere in condizione i cittadini di deliberare soluzioni pratiche tramite l’istituzione delle Assemblee dei Cittadini.”
Gli attivisti si sentono accusare di essere “utopisti” quando sono decenni che la scienza denuncia l’emergenza climatica. Infatti, continuano ricordando che: “La verità l’hanno cominciata a dire gli scienziati con “Analisi sui limiti dello sviluppo”, nel 1972, sono passati 50 anni e l’hanno continuato a dire scienziati, attivisti, Segretari Generali e guide spirituali e religiose.” Secondo XR la pandemia è stata un’esperienza esemplare su come si possano organizzare politiche attuative drastiche in uno stato d’emergenza. “Il riscaldamento globale è infinitamente più serio del Covid-19.- proseguono – La gaffe di Macron (perché solo così può essere definita) dice molto sull’interesse effettivo dei politici a un tema che li dovrebbe riguardare semplicemente come persone.”
I politici, in effetti, sono persone, genitori e abitanti dello stesso mondo che stanno contribuendo a distruggere: non se ne preoccupano?
L’oscurantismo della “Crisi Climatica” è un proibizionismo alla consapevolezza sociale
La ricerca “Coverage of climate change in introductory biology textbooks, 1970–2019”, pubblicata a dicembre 2022 sulla rivista scientifica PLoS ONEe e riproposta da Nature, evidenzia come l’informazione su questa problematica sia sempre meno. Ci sono meno capitoli in un testo del 2010 rispetto a uno del 2000, inoltre quei pochi paragrafi sono destinati agli ultimi capitoli anziché a metà libro.
“Torniamo al punto cruciale delle nostre 3 proposte: dire la verità.” ribadiscono da XR “Spesso ci rispondono: ma lo sanno tutti, che bisogno c’è di dirlo ancora? Beh, questa ricerca ci dice una volta di più che non è vero” La verità e la diffusione di informazione concreta basata su dati reali viene trasmessa per lo più da canali privati, infatti proseguono: “è necessario dire la verità e che dire la verità sul serio non è né semplice né scontato, ci sono molti temi concreti su cui serve ulteriore approfondimento, soluzioni creative.”
Un’estate di siccità e un caldo inverno: un futuro incerto
Questo è il primo anno di: gennaio senza neve, Natale a mezze maniche e Capodanno al mare. Dopo la siccità della scorsa estate è arrivato un inverno caldo e privo di precipitazioni, stanno mutando le stagioni e i panorami a cui siamo abituati. L’ufficio stampa di Extinction Rebellion è provocatorio, suggerisce di chiedere quale sarà il futuro paesaggistico italiano “a esperti qualificati e indipendenti: il negazionismo sta perdendo punti ma non è sconfitto – spiegano – la percezione immediata si stempera nel tran tran della vita quotidiana. Soprattutto nel mondo occidentale bisogna uscire dalla propria zona di comfort. Il paesaggio è già cambiato, in sé che cambi non è nulla di male il problema è in che direzione sta cambiando e con che conseguenze per la specie umana, nella sua globalità.” L’agricoltura ne risente e con essa la carenza di prodotti ortofrutticoli e l’innalzamento dei prezzi del cibo. La CIA Agricoltori Italiani ha lanciato l’allarme inascoltato: per colpa della siccità estiva è a rischio il 50% della produzione agricola del Nord Italia.
“Non c’è da cambiare il clima, c’è da cambiare il sistema”
L’agricoltura risente del cambio climatico, si orienta per la produzione in serra e in indoor, aumentando i consumi elettrici e la produzione di Co2. I ricercatori della Colorado State University, nel 2022, hanno stimato che per la produzione indoor di cannabis vengono emessi dai 2.000 ai 5.000 chili di anidride carbonica per ogni chilogrammo di fiore secco. Si può immaginare un’agricoltura sostenibile, nutriente per madre terra anziché prosciugante ma, sottolineano gli attivisti di XR Italia, “anche qui ci sono scienziati che hanno già proposto da tempo nuovi modelli di sviluppo.” Ritornando al punto fondamentale sull’onestà intellettuale: “I governi sanno che la situazione è una diretta conseguenza dell’agricoltura industriale ma insistono con le monoculture e gli OGM.” Il Mipaaf non è da meno e con il decreto officinali aderisce perfettamente ai finanziamenti indiretti alla Monsanto.
“Il tema di fondo è sempre “business as usual”: quello che non fa soldi non è interessante. Noi diciamo il contrario: quello che ridà potere alle persone è interessante; quello che è in mano a scienziati preoccupati della specie umana e della vita sul pianeta è interessante; quello che mette le persone insieme, che alimenta la coscienza ecologica è interessante. Molto spesso quello che è interessante non produce profitto. Così siamo d’accordo con i Fridays quando dicono “Non c’è da cambiare il clima, c’è da cambiare il sistema.” concludono citando il movimento studentesco Fridays for Future nato nel 2018 ispirato dai presidi autonomi di Greta Thunberg.
Per maggiori informazioni visita il sito: https://extinctionrebellion.it/