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Tutelare la filiere della cannabis si può: siglato l’accordo in Toscana

Il comunicato dell’ass. E.T.I.C.A. annuncia l’accordo siglato con il Corpo dei Carabinieri Forestali della Regione Toscana al fine di tutelare la filiera della cannabis industriale, cigno nero dei prodotti agricoli poiché contiene THC (principio attivo vietato dal DPR 309/90 se superiore al 0,5%).

“Firenze, 5 maggio 2022. Presso il Comando Regione Carabinieri Forestale “Toscana” è stato siglato il Protocollo d’Intesa siglato tra l’Ente Tutela e Innovazione Canapa della Toscana ETS (“E.T.I.C.A.”), nella persona del Presidente Francesco Vitabile ed il Comando Regione Carabinieri Forestale Toscana, nella persona della Gen. B. Marina Marinelli, avente ad oggetto la filiera agro-industriale della Canapa sativa, alla presenza della Vice Presidente della Regione Toscana, nonché Assessora all’Agricoltura, Dott.ssa Stefania Saccardi.”

Leggi il comunicato qui

Dall’emanazione della lg. 242 nel 2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” taluni vuoti non sono ancora stati colmati, così gli operatori del settore e le associazioni che li rappresentano si sono mossi al fine di ottenere riconoscimenti regionali. Il coordinamento è stato realizzabile grazie alla collaborazione dei Carabinieri Forestali che si pongono da filtro tra operatori e FFOO, tutelando sia gli uni che gli altri tramite un disciplinare stilato da ETICA e approvato dalla Regione Toscana.

Come spiegato nel comunicato: “Da quel momento in poi il fenomeno della produzione e vendita di Cannabis sativa L. ha subito una impennata, attirando l’attenzione delle imprese agricole, degli enti di ricerca e delle istituzioni”. Una filiera promettente che è sottoposta a controlli per scongiurare l’effetto drogante, infatti: “La normativa citata prevede che i Carabinieri forestali siano autorizzati ad effettuare controlli, compresi i prelevamenti e le analisi di laboratorio, sulle coltivazioni della canapa. Uno dei requisiti da verificare è la qualifica di imprenditore agricolo del soggetto responsabile della coltivazione. In secondo luogo vanno verificati i requisiti di tracciabilità, relativi al possesso dei cartellini delle sementi e delle fatture di acquisto.”

Per questo è necessario disciplinare e informare le ffoo atte alla supervisione della regolarità produttiva: “La firma di questo Protocollo rappresenta la volontà di attivare una collaborazione che preveda sinergie nello sviluppo di un’attività di controllo e di monitoraggio, volta a tutelare la salute pubblica e l’attività degli imprenditori agricoli.”

“In particolare il protocollo si prefigge lo scopo, da un lato, di definire procedure standardizzate per l’esecuzione dei controlli sulle coltivazioni e per la verifica dell’efficacia psicotropa dei prodotti derivati dalle coltivazioni e, dall’altro, di promuovere l’organizzazione di attività formative ed informative, nonché progetti di ricerca e studio nel settore della salute pubblica.”

Campania, Abruzzo, Sardegna, Toscana. Un modus operandi vincente.
Abbiamo chiesto a chi ha preso parte alla stesura del Protocollo qual è la strategia in atto, come è nato l’accordo e quali i prossimi step per arrivare a una disciplina nazionale.

“L’accordo è innovativo rispetto ai rapporti con le ffoo intrattenuti in passato” spiega Francesco Vitabile, Presidente di E.T.I.C.A. e Resilienza Italia Onlus: “perché è il primo protocollo ufficiale nel quale esiste una vera e propria collaborazione tra il settore e le ffoo per quanto riguarda i controlli e le procedure in tutte le loro fasi, inoltre l’ente ETICA mette a disposizione dei carabinieri forestali Toscana, il laboratorio di analisi AMBRA srl per poter snellire le procedure di analisi delle campionature e senza procedere al sequestro preventivo.”

L’Ente E.T.I.C.A. è nato dai soci fondatori “Resilienza Italia Onlus”, associazione di categoria facente parte del tavolo di filiera sulla canapa istituito presso il Ministero dell’Agricoltura (https://beleafmagazine.it/2022/02/25/tavoli-tecnici-a-che-punto-siamo/), insieme a “il Borgo della Canapa”, Azienda Agricola Benefit, e alla società Ambra Srl, un’azienda sita nel plesso della Fondazione Toscana Life Sciences a Siena. ETICA ha il fine ultimo di tutelare il panorama della canapa a 360°. Stipulare questo accordo, infatti, è un primo importante passo in questa direzione. è da oltre un anno che ETICA, con i Carabinieri Forestali stessi, ha intrapreso questo percorso di informazione e redazione del protocollo, al quale hanno preso parte anche Niccolò Bianchi e Saverio Lastrucci, agronomi ODAF Firenze.

“Si propone di creare un modello accettato in maniera unanime da tutta la regione Toscana – afferma il dott. Bianchi – che possa garantire una linea guida sul campo per l’esecutivo, e che possa tutelare anche quei produttori che si trovano ad operare in un settore nuovo e con poca chiarezza normativa in tal senso.”

Partire dalle regioni è risolutivo e, soprattutto, a effetto immediato al contrario delle lunghe attese dei Ministeri e del Governo che dopo sei anni non hanno determinato un quadro normativo.

Lastrucci afferma che: “Partire dal sistema regionale significa dare una base solida con il supporto di un ente amministrativo importante e significa gettare le basi per un migliore sviluppo del settore della Canapa Industriale”

Una squadra ETICA per delineare il modello toscano

Agronomi, forze dell’ordine, ricercatori, politici, produttori, tutti insieme per creare un modello replicabile su piattaforma nazionale.

Bianchi prosegue: “La collaborazione delle parti è stata spontanea e attiva in quanto è interesse di tutti avere omogeneità nei controlli. Il Caos infatti non garantisce la piena Tutela di nessuna delle parti, né quella del produttore né quella dello stato che si fa garante della salute e della sicurezza del cittadino”

Francesco Vitabile, curatore dell’accordo, sollecita: “Questo protocollo è frutto di un anno di lavoro e di confronti sia con le parti politiche (Regione Toscana) che con il Comando Regione Carabinieri Forestali della Toscana, abbiamo trovato disponibilità e tanta voglia di confrontarsi per trovare le soluzioni. Adesso bisogna far capire a chi vuole intraprendere l’attività di canapicoltore, che questa pianta è parte integrante dell’agricoltura e della filiera agroalimentare e agroindustriale” infatti “ad oggi è sempre una pianta borderline ed è per questo che prima di avviare un’attività chiunque dovrebbe confrontarsi con le associazioni del settore che sono attive” meglio nella regione di appartenenza.

“Mi auguro che una volta ratificato – auspica il dott. Bianchi – lo step successivo sia quello di replicare questa prova in altre regioni, per arrivare ad un metodo di controllo unico a livello Statale che comporti un giusto impegno per le forze dell’ordine e una giusta tutela per coloro i quali hanno scelto di intraprendere percorso imprenditoriale della Canapa, pur garantendo la massima sicurezza ai Cittadini. In tal senso ETICA si propone non solo di promuovere attivamente questa attività ma di esercitare moltissime per sviluppare e migliorare il settore della Canapa”

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