La canapa non piace solo agli umani. Mammiferi di varie dimensioni, insetti e soprattutto innumerevoli specie di uccelli, si nutrono e hanno diversi tipi di relazioni con questa pianta.
Gli uccelli sono animali incredibili e il rapporto che hanno con la canapa è affascinante. Per loro è anzitutto cibo, in forma di semi. I semi contengono moltissimi oli omega che aiutano a mantenere in salute il loro sistema immunitario e il piumaggio. Picchi, passeri, cince, pappagalli e tutti gli uccelli che si cibano di granaglie ne vanno pazzi. Ci sono uccelli che addirittura prendono il nome dalla canapa, come il Canapino comune o il Fanello, che in latino si chiama Linaria cannabina, proprio perché ama girarci intorno e nutrirsi dei suoi semi.
Ci sono specie che ne vanno talmente ghiotte che per i coltivatori di piante da semi è un problema serio e devono trovare contromisure alla razzia completa. Un articolo del Journal of the International Hemp Association del 1996 (McPartland, J.M. 1996. Cannabis pests. Journal of the International Hemp Association) riportava un elenco degli animali più dannosi per le coltivazioni di canapa e gli studi condotti negli anni a questo riguardo. Già nel 1908 i primi rapporti sui raccolti nel Kentucky segnalavano il piccione migratore (Ectopistes migratorius) come un gran divoratore di semi. Nel 1943 i semi di canapa venivano classificati come il cibo più importante per le Tortore comuni (Zenaidura macroura) nell’Iowa, mentre la Quaglia della Virginia (Colinus virginianus) e il Fagiano comune (Phasianus colchicus) sono da sempre ghiotti di semi di canapa selvatica nel Midwest americano. Anche in Europa molti uccelli si nutrono di semi. Tra loro ci sono il già citato Fanello, la Gazza (Pica pica), lo Storno (Sturnus vulgaris), la Passera mattugia (Passer montanus), il Passero domestico (P. domesticas), il Picchio muratore (Sitta europaea), il Picchio minore (Dendrocopus minor) e la Tortora dal collare (Streptopelia turtur). Molti di questi uccelli in passato si nutrivano quasi esclusivamente con la canapa selvatica, un elemento che ha portato le agenzie statunitensi per la protezione della fauna selvatica ad opporsi all’eradicazione, per ragioni proibizioniste, di questa pianta.
Un rapporto mutualistico
Il rapporto fra uccelli e cannabis però non è unidirezionale. Se la canapa offre nutrimento e riparo per molti uccelli, questi a loro volta hanno contribuito in modo importante alla sua diffusione. Capita infatti che non tutti i semi vengano masticati e digeriti. Qualcuno viene ingoiato intero e così com’è viene rilasciato sulla terra sotto forma di feci elegantemente disperse in volo, magari decine di chilometri più in là e ricoperte di escrementi che diventano ottimi fertilizzanti per una nuova pianta che altrimenti non sarebbe mai cresciuta.
Il ruolo degli uccelli nella diffusione delle piante è riconosciuto e vale non solo per la canapa ovviamente. Gli uccelli possono svolgere un ruolo benefico per il mondo vegetale in molti modi. Il primo è, appunto, la dispersione dei semi. Quando un pennuto mangia delle bacche o un frutto trasporta il seme lontano dalla pianta madre. In questo modo il seme, invece di crescere vicino alla pianta originaria e competere con essa per luce, acqua e nutrienti, può svilupparsi altrove senza compromettere la crescita della madre. In secondo luogo, la pianta madre potrebbe avere malattie o parassiti; spostando i semi altrove questi possono trovare luoghi più sicuri per crescere. Un ulteriore aiuto dato dagli uccelli, dai colibrì in particolare, è attraverso l’impollinazione, proprio come fanno le api. Ci sono infine gli aiuti indiretti: ad esempio un gufo può mangiare un topo che potrebbe a sua volta essere in procinto di mangiare una pianta. O un uccello può nutrirsi di insetti che potrebbero attaccare le piante.
Un rapporto stretto anche in città
Poi ci sono gli uccelli domestici. I semi di canapa per loro si trovano facilmente, sia da soli che in combinazione con altre granaglie. Una disponibilità che si è tradotta, per diverse persone, in coltivazioni involontarie nel giardino di casa. È capitato qualche anno fa a Patricia Hewitson, una signora in pensione residente nella cittadina di Exmouth, in Gran Bretagna, che ha visto crescere in cortile una pianta di canapa alta un metro e mezzo. Non sapendo di che pianta si trattasse la signora contattò un programma di giardinaggio della BBC Radio Devon, chiedendo aiuto per riconoscere quella che aveva identificato come “pianta infestante”. Dopo aver scoperto che in realtà era canapa intervenne anche la polizia, che decise di non perseguire la signora per coltivazione illegale perché era in “buona fede” e la invitò semplicemente a distruggere la creatura verde. L’origine di quella pianta era proprio un sacchetto di granaglie che aveva svuotato nella mangiatoia per uccelli che teneva in cortile.
Nutri gli uccelli
Ma è proprio sulla diffusione casuale e “involontaria” che punta il gruppo Feed the birds, nato qualche anno fa da un gruppo di birders – in gergo le persone che amano gli uccelli – che volevano unire la loro passione ornitologica all’attivismo antiproibizionista.
Nel 2014 Finn Hemingway, pseudonimo di un coltivatore di cannabis, ha lanciato insieme a un gruppo di attivisti la campagna Feed The Birds. Il piano era quello di distribuire semi in tutta Europa per poi diffonderli nelle città, nel verde urbano e lasciare che gli uccelli se ne nutrissero liberamente. Il motto era: “Gli uomini coltivano, la natura fa crescere”. La Sensi Seed Bank, un dispensario di medicinali dei Paesi Bassi, donò la maggior parte dei semi e molti coltivatori privati decisero a loro volta di condividere campioni di ceppi rari e costosi. Alcuni dei semi non venivano mangiati dagli uccelli o venivano ulteriormente dispersi in volo, cosa che portò alla crescita di moltissime piante in tutto il paese, anche nei luoghi più inaspettati come il cortile della sede centrale della BBC, giardini pubblici, fioriere nelle rotatorie, stazioni e così via. Coltivare cannabis è illegale nello UK, ma non è contro la legge possedere e far circolare i semi, motivo per cui anche il Ministero dell’Interno del Regno Unito fu costretto a dichiarare legittimo il movimento. Nel complesso l’iniziativa coinvolse più di 2.000 persone e il gruppo è ancora attivo sui social dove oggi conta quasi 50.000 follower.
Il ruolo del sistema endocannabinoide negli uccelli e la memoria
C’è poi un rapporto ancora più stretto tra gli uccelli e la cannabis, un rapporto chimico ancora tutto da scoprire. Gli uccelli che conservano il cibo hanno infatti una notevole capacità di memoria nel ricordare i nascondigli delle provviste. Una ricerca condotta dalla University of Cornell ha esaminato il ruolo dei cannabinoidi presenti nel cervello delle capinere (Poecile atricapilla) sulla memoria e sulla flessibilità cognitiva. Lo studio ha dimostrato che il blocco dei recettori dei cannabinoidi (CB1-R) migliora la memoria a lungo termine per la posizione del cibo nascosto, ma può causare interferenza quando la posizione del cibo cambia. In altre parole, gli uccelli che sono stati privati dei cannabinoidi hanno dimostrato una memoria migliore per la posizione del cibo, ma hanno avuto difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti quando il cibo veniva spostato. Al contrario, gli uccelli con i cannabinoidi attivi hanno dimostrato una maggiore capacità di adattarsi ai cambiamenti. Secondo i ricercatori questo studio suggerisce che esistono equilibri complessi tra precisione e flessibilità nella memoria e che i cannabinoidi possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo. Un ruolo ancora da esplorare e approfondire.
E il fiore?
Il fiore non interessa molto ai pennuti, con l’eccezione del colibrì, uno sempre alla ricerca di nettare, che i fiori non li mangia ma li perlustra con attenzione. Jeff Scheetz, noto con il nome di Doobie Duck, è uno dei fotografi di cannabis più conosciuti al mondo. Da oltre 40 anni fotografa piante e animali selvatici, in particolare colibrì. Costretto per un periodo all’immobilità, ha cominciato a fotografare ciò che vedeva dalla sua finestra. Ha così iniziato a notare i colibrì che svolazzavano attorno alla mangiatoia sistemata fuori vicino alle piante di cannabis: ronzavano attorno alle cime fiorite in cerca di cibo, senza però mangiarle. La sfida è diventata quella di immortalare questo incontro e ci è riuscito. Le sue fotografie hanno fatto il giro del mondo sotto traccia dei forum e dei siti di appassionati, dove ancora si trova qualche suo scatto, con l’orgogliosa descrizione: “La primavera è sbocciata […]. Colibrì e cannabis, questo ragazzino che ispeziona il nettare di cui ha bisogno per sopravvivere, non lo troverà qui ma questo non significa che non lo guarderà da vicino!”.
Quello tra uccelli e canapa è quindi un rapporto più stretto e complesso della metafora cantata dal gruppo reggae SOJA, quando dice “Smoke marijuana we get so high like birds in the sky we fly”. Questi sono gli umani, per gli amici pennuti c’è molto di più.