Sexxpot per godere sempre

Contrariamente a quanto una certa cultura sessista ha fatto credere, il desiderio sessuale non ha genere. A livello fisico, sia gli uomini sia le donne, nell’arco della loro vita sessuale, vivono una serie di cambiamenti e a fare la differenza sono le motivazioni, i fattori psicologici, i contesti.

Da un punto di vista fisico, la donna sperimenta un calo del desiderio durante la gravidanza e nel periodo di tempo successivo al parto. La prolattina, l’ormone che si produce durante la gravidanza e in maggior misura durante l’allattamento e serve a garantire una corretta produzione di latte materno (nonché ad assicurare il bonding, il legame tra madre e bambino/bambina), viene inibita dalla dopamina, un neurotrasmettitore endogeno rilasciato dal cervello quando si fa sesso. Di qui la naturale mancanza di desiderio sessuale nella donna che allatta.

Anche durante la menopausa la donna vive dei mutamenti nella sfera sessuale. Gli ormoni deputati a stimolare, nell’organismo, il desiderio sessuale diminuiscono, le ovaie generano meno testosterone e diminuisce anche la produzione di estrogeni. Questo non corrisponde necessariamente a un calo del desiderio sessuale, ma non si può escludere che tali cambiamenti ormonali possano compromettere la libido.

Tornando a quella cultura sessista che, negli anni, ha fatto di tutto per separare l’idea della donna dall’idea del piacere sessuale, non stupisce il fatto che persino un settore, quale quello farmaceutico, che bada principalmente al profitto economico, si sia guardato bene dal ricercare e produrre un coadiuvante al desiderio sessuale e all’orgasmo femminile. Se alla cultura di massa dà fastidio una ragazza che gode a vent’anni, a maggior ragione questo succede per una madre di trenta, quarant’anni… figuriamoci una donna che gode dopo i cinquant’anni: scandalo!

E allora grazie alle donne che faticosamente e sulla loro pelle hanno parlato a chiare lettere di piacere sessuale come motivo di emancipazione, grazie alle vecchie attiviste del sesso e grazie a una coraggiosa generazione di giovani porno militanti che, proprio a partire dal corpo – femminile, maschile, transgender –, portano avanti le loro battaglie, le nostre battaglie, le battaglie di tutte e di tutti. Grazie a loro ci si torna a interrogare sulle vecchie logiche di dominio e controllo del corpo della donna, quelle logiche che sono figlie di una cultura sempre viva, più che mai viva, verrebbe da dire, votata alla mortificazione, al disprezzo, spesso al totale annientamento del corpo della donna.

Era doveroso fare una simile premessa prima di introdurre Karyn Wagner, fondatrice di Paradigm Medical Marijuana, un’associazione che promuove e diffonde l’uso terapeutico della cannabis e, soprattutto, colei che ha reso possibile il consorzio tra piccole aziende agricole coltivatrici di canapa, aziende a conduzione familiare che, fino al momento di unirsi, erano orgogliosamente separate e indipendenti e tuttavia, proprio grazie all’unione, hanno contribuito alla crescita loro e del settore.

Ma non è dell’impegno e dell’attivismo di Wagner che vogliamo parlare, bensì di una sua sensazionale scoperta, la Sexxpot, una varietà di Marijuana che accresce il desiderio sessuale e ritarda l’orgasmo femminile prolungando notevolmente l’arco della durata del piacere erotico.

Capelli biondi, un sorriso complice e degli occhi vispi e penetranti, dopo aver fumato un particolare tipo di marijuana con il suo compagno, Karyn ne ha scoperto il suo potere afrodisiaco. Si tratterebbe di una qualità di erba che deriva dalla Mr. Nice, una varietà a basso contenuto di THC: se la marijuana che sconvolge contiene una quantità di principio attivo che si aggira intorno al 18/20%, Sexxpot di THC ne ha il 14%. Questo fa sì che lo stordimento non sia tale da perdere di vista il proprio corpo e le proprie percezioni, per concentrarsi devote, rilassate e appassionate sul piacere, godendo contemporaneamente anche degli effetti disinibitori della sostanza.

Alessandra Amitrano