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Botrite. La piaga del cultivo

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Botrite. La piaga del cultivo

Botrite al primo stadio: si può notare come i calici siano ricoperti da una patina biancastra che non è palesemente resina
Botrite al primo stadio: si può notare come i calici siano ricoperti da una patina biancastra che non è palesemente resina

La botrite, nome scientifico Botrytis cinerea (dal greco botrys, che significa grappolo + itis ovvero malattia, e cinerea dal neolatino grigia), è un fungo parassita necrotropico (che fa cioè morire i tessuti che colonizza) che attacca diverse specie di piante ma è particolarmente conosciuto e temuto dai viticoltori poiché provoca la marcescenza dei grappoli d’uva, traducendosi in rilevanti danni economici. Essendo una muffa che si espande molto velocemente in condizioni di elevata umidità, sta diventando un incubo anche per i coltivatori di Cannabis: un’infezione che, se non presa in tempo, può distruggere un intero raccolto in meno di una settimana, danneggiando anche gli eventuali semi fino ad arrivare a farli marcire.

Secondo stadio
Secondo stadio

Per tali motivi, tutti i coltivatori, soprattutto quelli che si occupano di Canapa alimentare, dovrebbero prestare la massima attenzione nel fare il possibile per tenerla lontana. Sfortunatamente le sue spore sopravvivono tutto l’anno, anche a basse temperature; germinano solitamente in primavera e sono facilmente trasportate da vento e acqua. Una pianta è quindi quasi sempre esposta a queste spore ed il pericolo che si ammali diventa realtà quando si indebolisce il sistema immunitario, ad esempio a causa di ferite, crop (le piegature che prevedono la rottura della fibre interne del fusto delle piante per rafforzarle o per dare loro una forma particolare) o parassiti come caterpillar e bruchi. Le parti più colpite sono quelle che non riescono a ricevere un adeguato ricircolo d’aria… purtroppo più una cima è grossa, più rischierà di contrarre botrite, perciò le apicali vanno sempre controllate.

In genere, quando ci si rende conto che una cima ha assunto un colore anomalo è già troppo tardi per recuperarla. Come fare quindi a riconoscere la botrite per tempo e a fermarla? Dato che gli antibotritici in commercio, attualmente destinati alle viti, sono fitosanitari sistemici potenzialmente dannosi per l’uomo e per l’ambiente, bisogna fare affidamento sui propri occhi.

Solitamente, allo stadio iniziale si presenta come una leggera patina biancastra, somigliante alle spore dei funghi commestibili, distribuita sui calici dei fiori e facilmente distinguibile dalla resina perché più spessa e leggermente filacciosa. Se si dispone di un microscopio portatile si potrà notare come i tricomi (i peli ghiandolari che rivestono il fiore, ndr) siano diradati e degradati in corrispondenza della “polvere”; ad occhio nudo è osservabile un impallidimento generale della zona colpita, dove il fiore assume un colore verdolino chiaro causato proprio dalla mancanza parziale o totale di resina rispetto alle parti sane.

Terzo stadio
Terzo stadio

È come se la cima fosse scoperta nei punti colonizzati dalle spore, di conseguenza è più propensa ad ammalarsi dall’interno, favorendo il secondo stadio dell’espansione botritica: il fungo, ormai penetrato fino all’attaccatura del fiore allo stelo, comincia a riprodursi proprio sui calici interni, causando la necrosi (morte) di tutti i tessuti del fiore che assumerà una colorazione ocra, tendente al marrone. Il terzo ed ultimo stadio della muffa si osserva nel momento in cui l’infezione giunge un’altra volta all’esterno della cima, divenendo visibile anche agli occhi dei più inesperti ma, a questo punto, se non si interviene immediatamente con l’eliminazione di tutta la parte marrone-ocra, la botrite compirà il suo ciclo vitale, espandendosi ulteriormente su tutta la pianta e diventando, progressivamente, grigio-argentea fino ad imbiancare.

 

Il consiglio più saggio è quello di tenere strettamente sotto controllo l’ambiente di coltivazione, facendo particolare attenzione a mantenere ottimali i parametri di temperatura ed umidità durante tutto il ciclo vitale delle piante assicurando loro un buon ricambio d’aria e, ove ciò non sia possibile, per qualsivoglia motivo come nei casi di growbox di fortuna o nel caso si tratti di outdoor e

Le zone segnate dalle frecce sono focolare diretto della botrite che piano piano penetra la cima
Le zone segnate dalle frecce sono focolare diretto della botrite che piano piano penetra la cima

“guerrilla”, è necessario osservare attentamente ogni cima, specialmente le apicali, a partire (come minimo) dalla terza settimana prima del raccolto e se si notano cime con meno resina, senza o “più spessa”, procedere con l’eliminazione al gambo di tutta la parte sospetta. Per scongiurare al principio ogni attacco fungino, è bene mantenere pulita tutta la zona limitrofa alla coltivazione così come l’area stessa, il che significa che, in indoor, non devono esserci muffe sulle pareti della stanza, e sono da evitare i residui organici in terra e/o ristagni d’acqua; in outdoor è più

 

 

difficile, ma si possono comunque ridurre i rischi togliendo sistematicamente le foglie gialle o secche, in modo tale che non ammuffiscano ed eliminando anche altri eventuali tipi di piante che presentano tracce di botrite o marcescenza generica. A tal proposito, segnalo che in condizioni di elevata umidità protratta nel tempo, la botrite sia in indoor che in outdoor è possibile si estenda al fiore a partire da foglie che sembrano overfertilizzate o bruciate in punta: la “bruciatura” si può espandere verso l’interno della foglia causando l’ammuffimento del gambo che, essendo a contatto diretto con la cima, la contamina facendola marcire.

Apicale ammuffita
Apicale ammuffita

In outdoor, lo stesso rischio aumenta con la presenza dei caterpillar o bruchi sopraccitati, ma anche di cimici, ragnetto rosso, cocciniglie e afidi che indeboliscono non di poco la pianta, togliendole la linfa o mangiandone parti vive; bisogna quindi adottare metodi per rafforzare le difese immunitarie e limitare i danni. Può essere utile spruzzare le parti aeree con del propoli in soluzione glicolica con l’aggiunta di oli essenziali, quali eucalipto, lavanda,

Apicale interamente da buttare; alto rischio di contaminazione per tutta la pianta
Apicale interamente da buttare; alto rischio di contaminazione per tutta la pianta

menta e limone che possono essere miscelati all’acqua di irrigazione per evitare la

 

colonizzazione del pane di terra da parte di larve di fungus gnat (sciaridi), broad mites (acaro tarsonemide) o cocciniglie.  La prevenzione e la massima cura, nel caso di infezione, sono importantissime, in quanto la botrite è cancerogena e altamente pericolosa per i soggetti predisposti ad allergie alle muffe, arrivando perfino a causare la morte per shock anafilattico. Vorrei pertanto ricordare e sottolineare che le parti botritiche vanno assolutamente buttate e non possono essere utilizzate in alcun modo, nemmeno per fare estrazioni di sorta poiché le ife del fungo sono resistenti a temperature, a solventi e passano attraverso alla più fine delle sacche per fare l’ice-o-lator.

 

Perciò, amici grower, armatevi sempre di spirito d’osservazione e se avete dubbi munitevi di lente o microscopio e agite… sta solamente a voi avere cime sane e bellissime!

CON QUESTO ARTICOLO LA REDAZIONE DI BELEAF E I SUOI COLLABORATORI NON INTENDONO E NON VOGLIONO IN ALCUN MODO INCENTIVARE E/O PROMUOVERE CONDOTTE VIETATE DALLE ATTUALI LEGGI VIGENTI. TUTTE LE INFORMAZIONI CONTENUTE NELLA RIVISTA E NEL SITO WEB (BELEAFMAGAZINE.IT) SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA INFORMAZIONE PERSONALE E DI CULTURA GENERALE.

 

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