I cannabinoidi hanno un potenziale terapeutico nel trattamento di malattie neurodegenerative acute o croniche legate allo stress ossidativo, da ictus, sclerosi multipla e lesioni cerebrali traumatiche legate alle malattie di Alzheimer e il morbo di Parkinson, secondo un nuovo studio.
Lo studio sui cannabinoidi, condotto dai ricercatori del National Institute of Health (NIH) e Rutgers New Jersey Medical School , è stato pubblicato sulla rivista Antiossidanti & Redox Signaling , ed è stato pubblicato online prima della stampa da PubMed.gov del NIH.
Secondo l’estratto dello studio:
Lo squilibrio di Redox può portare ad una sovrapproduzione di specie reattive dell’ossigeno e (ROS / RNS) e conseguente danno tissutale ossidativo, che è un evento critico nel corso delle malattie neurodegenerative. E non è ancora pienamente chiarito, però, se lo stress ossidativo è l’innesco primario o una conseguenza nel processo di neurodegenerazione. Recenti progressi: vi è una crescente evidenza che suggerisce che lo stress ossidativo è coinvolto nella propagazione del danno neuronale e della conseguente risposta infiammatoria, che in concerto promuove lo sviluppo di alterazioni patologiche caratteristiche della maggior parte delle malattie neurodegenerative comuni. La recente evidenza suggerisce anche che v’è un’interazione importante tra il sistema endocannabinoide lipidico (ECS, comprendente dei recettori dei cannabinoidi principali 1 e 2 (CB1 e CB2), gli endocannabinoidi e le loro sintesi e metabolizzazione enzimatica) e le varie chiavi infiammatorie ed i processi redox-dipendenti.
I ricercatori affermano che “si guarda all’ ECS [sistema endocannabinoide, composto naturalmente da cannabis e cannabinoidi] per modulare la morte cellulare dipendente dallo stato redox, e per diminuire la conseguente o precedente risposta infiammatoria e ciò rappresenta un potenziale terapeutico nella moltitudine delle malattie neurodegenerative acute o croniche legate allo stress ossidativo, da ictus e trauma cranico legato a malattie come Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla, solo per citarne alcune”.
FONTE: JointBlog