In questo articolo vorremmo dar seguito a quanto propostoci nel precedente, ossia di portare il massimo contributo possibile per fare chiarezza circa le infiorescenze di Canapa industriale e il loro utilizzo.
ร stato ribadito piรน volte su BeLeaf Magazine che nella nuova legge sulla Filiera della Canapa non vi รจ alcuna menzione specifica e dettagliata sull’argomento โinfiorescenze di Canapaโ, dalle quali principalmente si ricava il CBD per estrazione, se non per la parte che riguarda gli impieghi di carattere cosmetico. Il tema รจ stato anche riproposto durante i tavoli di lavoro attivati per sviluppare e ampliare le basi gettate dal nuovo ordinamento in materia, ma ancora una volta รจ stato rimandato senza definire ulteriori dettagli. Eppure torniamo a
ripetere che in questo settore, in rapida crescita, vi sono numerose aziende che giร utilizzano le infiorescenze di Canapa per la realizzazione di molti prodotti: dalle tisane alla birra, dal gelato all’olio essenziale, fino ai giร citati estratti di CBD. Ed รจ proprio su questo cannabinoide, e le infiorescenze da cui deriva, che ancora dev’essere fatta una doverosa chiarezza. Abbiamo in precedenza trattato il CBD e i suoi derivati, profilando un quadro della situazione in un’Europa che stenta a darsi una definizione chiara in merito. In questo numero vogliamo fornire ai lettori uno stralcio di un documento, frutto di un grande lavoro di ricerca bibliografica/giuridica degli ultimi anni che รจ da ritenersi importante ai fini di una piรน completa regolamentazione. Lo scopo principale รจ quello di rendere chiaramente utilizzabili le infiorescenze di Canapa per tutti i coltivatori di questa pianta, cercando di sviluppare un’integrazione/correzione del testo di legge appena uscito.
Un secondo fine รจ quello di dettare linee guida chiare, relativamente alla trasformazione delle infiorescenze, dovendo obbligatoriamente considerare le industrie e le aziende giร operative a vari livelli nei diversi settori. In questo senso, il mercato di alcuni prodotti derivati dalle infiorescenze รจ ancora selvaggio e senza controlli specifici sui prodotti. La qualitร e la veridicitร degli ingredienti รจ demandata alla serietร del produttore, che decide di far analizzare sia le materie prime che i propri prodotti finiti per avere maggiore sicurezza e credibilitร sul mercato. In questa situazione, fintanto che non saranno stabilite ed approvate le norme integrative sulle quantitร di cannabinoidi contenuti negli alimenti (la nuova legge prevede il termine entro giugno 2017, e fa riferimento al solo cannabinoide Tetraidrocannabinolo THC), nessuno sa quali siano i limiti minimi o massimi per il contenuto di CBD in un prodotto. Altresรฌ non รจ nemmeno chiaro se le modalitร di coltivazione di queste piante debbano rispettare determinati parametri; stiamo parlando di una pianta, la Cannabis Sativa, la cui forma e tipologia di produzione variano anche in base al metodo di coltivazione. Questo si traduce nel fatto che, volendo produrre ad esempio piรน infiorescenze rispetto alla quantitร di fibra, si dovrebbe coltivare la pianta con una forma a cespuglio che la farebbe assomigliare alla pianta di Cannabis Indica con gli eventuali problemi che ne potrebbero conseguire: anche questo รจ un aspetto da non sottovalutare.
Nel documento, che riguarda lโimpiego di Cannabidiolo come ingrediente di prodotti alimentari, viene fatta in primis un’analisi dell’attuale situazione nazionale ed internazionale, vengono elencate tutte le caratteristiche di liceitร della coltivazione e dell’uso legale del CBD in ambito farmaceutico, cosmetico e alimentare.
Successivamente, una serie di chiari riferimenti alle legislazioni europee e italiane definiscono i dettagli sulle varietร coltivabili e si profilano nello specifico le caratteristiche che fanno la differenza tra pianta legale e illegale, cosรฌ come in generale per i prodotti. Ciononostante le normative in Italia tendono ad essere poco chiare e la generalizzazione del termine โCannabisโ nel Testo Unico sugli Stupefacenti (TUS) ne รจ un esempio. Di norma la distinzione tra le due varietร avviene in base al nome, ovvero Cannabis Sativa per l’industriale e Cannabis Indica per quella ludica; in questo senso, nonostante la chiarezza degli altri articoli, nel TUS l’uso del termine generico potrebbe portare ad un’eventuale confusione, sia per la sua coltivazione che per l’impiego dei suoi derivati.
Fermo restando che il THC รจ l’unico cannabinoide dichiarato illegale, si esclude ogni altro principio attivo come cannabinoidi, terpeni e flavonoidi da questa considerazione, anche se permane l’assenza di una regolamentazione in questo senso.
Si prosegue trattando l’argomento principale, ovvero l’impiego del Cannabidiolo negli alimenti analizzando la situazione internazionale: nel documento si spiegano dettagliatamente le specifiche definizioni dei termini โalimentoโ e โmedicinaleโ e viene analizzato un caso di dubbio inquadramento giuridico del Cannabidiolo tra alimento e prodotto farmaceutico delineatosi in Florida, dopo l’approvazione di una legge che ha escluso il CBD come sostanza stupefacente dichiarandolo di fatto utilizzabile in questo Stato. Di contro, la Food and Drug Administration, deputata alle decisioni in materia di alimenti e farmaci, sta vagliando il CBD come sostanza dal potenziale farmacologico attivo e questo ne potrebbe decretare l’esclusione dall’impiego per gli alimenti, almeno per il periodo di tempo necessario a questa procedura.
Anche in Europa rimane il dilemma riguardante la destinazione d’uso del CBD: essendo escluso dalle sostanze stupefacenti anche in questo caso sembrerebbe prevalere la destinazione farmacologica/cosmetica rispetto a quella alimentare. Infatti lโaggiunta di Cannabidiolo come ingrediente di prodotti alimentari, alla stregua di un integratore, si presenta problematica nel quadro normativo europeo a causa di alcune argomentazioni di carattere legale e scientifico che sembrano difficili da superare. Tuttavia, come giร accennato, in alcuni casi il CBD viene considerato un โalimento nuovoโ, o Novel Food, come avviene in Austria.
La questione del Novel Food รจ alquanto complessa: basti pensare che la richiesta di riconoscimento รจ stata esperita da un azienda che giร commercializza da tempo lo stesso prodotto come integratore alimentare, non trascurando il fatto che รจ dubbia la presenza di cannabinoidi anche nel solo seme e nei suoi derivati. A tal proposito, noi stessi abbiamo analizzato diversi oli di semi di Canapa, presenti in commercio come integratori alimentari, che non dichiarano la presenza interna di cannabinoidi eppure ne contengono alcuni; attualmente si stanno effettuando anche prove su oli di semi di Canapa derivanti da semi decorticati, in modo tale da dimostrare la presenza intrinseca dei cannabinoidi al loro interno e che non derivano quindi unicamente dalla contaminazione tra le cuticole e le brattee floreali.
In conclusione, dopo lo sguardo attento alle normative internazionali, europee e nazionali, si evince che
nessuna di queste considera il limite massimo di CBD consentito negli alimenti che perรฒ viene considerato ammissibile come ingrediente per uso alimentare, cosรฌ come per uso cosmetico; esiste solamente una regolamentazione sulle modalitร d’impiego come medicinale, anche se paradossalmente nessuna legge riconosce ancora le finalitร mediche del Cannabidiolo.
Delineati i limiti entro i quali i soggetti possono operare, si pone l’attenzione sulle modalitร di selezione delle materie prime e sulla destinazione d’uso e si rimanda sempre alle normative del settore in cui si sta lavorando.
C’รจ da augurarsi che tutti i soggetti coinvolti, ovvero le aziende, gli Istituti di ricerca, le Associazioni di categoria e i Ministeri competenti vogliano prodursi in uno sforzo collettivo e teso alla massimizzazione delle opportunitร , prima di tutto per gli agricoltori che hanno scommesso su questa pianta e sulle sue infinite risorse.
Cogliamo l’occasione per ringraziare Dario Dongo, Luigi Mancini, Andrea Piccoli e Marta Strinati che hanno raccolto e catalogato, insieme al team di Canapoil, una grande mole di materiale e cercano con il loro lavoro di portare ulteriori prove a vantaggio della comunitร di coltivatori e operatori della Canapa. Il frutto di questo lavoro รจ un’iniziativa editoriale che partirร entro il 2017, e che speriamo possa essere diffusa e di utilitร comune.
Un ringraziamento anche all’Avvocato Carlo Alberto Zaina che ha curato la parte di interazione penale.
Rimaniamo sempre a disposizione per eventuali chiarimenti o dati aggiuntivi.
Articolo a cura di Alessio Gaggiotti e Maurizio Birocchi.
Pubblicato originalmente in BeLeaf 2, marzo 2017