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Il riscaldamento globale minaccia la birra: sarà sempre di meno e più cara

Amanti della birra, in arrivo per voi brutte notizie. La siccità e le ondate di calore stanno mettendo a dura prova le colture di orzo, il principale ingrediente della bevanda più popolare del mondo, e la situazione potrebbe peggiorare al punto da provocare un drastico calo della produzione entro il 2099, con una conseguente impennata dei prezzi che andrebbe a colpire soprattutto i Paesi maggiori consumatori, Irlanda in prima fila.
E’ questo lo scenario, pubblicato sulla rivista Nature Plants, che nasce dai modelli elaborati in collaborazione fra Cina e Stati Uniti, dal gruppo dell’Università di Pechino guidato da Wei Xie e da quello dell’Università della California a Irvine coordinato da Steven Davis.
La ricerca è partita dalla constatazione che “nei periodi di siccità e calore estremi la produzione di orzo si riduce drasticamente”, scrivono i ricercatori. Una perdita che, a seconda del grado di siccità e delle temperature, potrebbe variare dal 3% al 17%. Di conseguenza i prezzi della birra potrebbero aumentare tra il 43 e il 338% entro il 2099.

Ancora una volta ciò che preoccupa è l’aumento delle temperature, di cui abbiamo già parlato sul nostro giornale. Anche solo mezzo grado in più può fare la differenza e aumentare la probabilità di eventi catastrofici: se dovessimo arrivare ad un aumento di 3 gradi, l’incremento di catastrofi naturali aumenterebbe del 4%.

Quali sono le regioni del mondo più a rischio?

Secondo le previsioni dello studio, i danni più gravi si verificheranno in America Centrale e Meridionale e in Centro Africa. La mancanza di materia prima infatti non è dovuta non solo alle perdite legate alla produzione dell’orzo, ma alla sua disponibilità.  Questo cereale infatti non serve solo per la birra: nel 2011 solo il 17 per cento diventava alcool. Il suo uso principale è quello di ingrediente per l’alimentazione del bestiame. E’ chiaro che in caso di carenze si preferirà utilizzarlo per nutrire le mandrie piuttosto che per produrre una bevanda.

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Nature, portano a concludere che il consumo di birra si ridurrà di una quantità pari a tutta quella che viene oggi consumata in un anno negli Stati Uniti. In Paesi come  l’Argentina, ma anche Belgio, Repubblica Ceca e Germania, il calo potrebbe essere del 32 per cento.

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