Sono solo studi preliminari ma sono già destinati a far discutere. I ricercatori del Meir Hospital di Tel Aviv hanno scoperto che la cannabis è un valido alleato per alleviare i sintomi del morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica che interessa l’intestino e che può rendere la vita molto difficoltosa.
Gli studi
Il primo studio di questo tipo è stato condotto su 46 pazienti, tutti affetti da malattia di Crohn moderata o severa, oggi trattata con farmaci immunosoppressori (anti-Tnf-alfa) o biologici. Gli specialisti li hanno suddivisi in due gruppi: uno trattato con farmaci tradizionali, l’altro con un olio contenente i due principi attivi della cannabis, il cannabidiolo (al 15 per cento) e il tetraidrocannabinolo (4 per cento).
Il test è andato avanti per otto settimane e ha confrontato costantemente i risultati ottenuti dai due gruppi: uomini e donne trattati con l’olio hanno evidenziato una riduzione dei sintomi e, in oltre sei casi su dieci, sono stati osservati i criteri di remissione della malattia. A ciò non è però corrisposto una riduzione del processo infiammatorio – rilevato attraverso una colonscopia e il dosaggio di alcuni marcatori in campioni di sangue e feci – che è alla base della malattia.
“Abbiamo dimostrato che la cannabis può produrre un miglioramento misurabile dei sintomi della malattia di Crohn, ma questi sorprendentemente non si rilevano a livello intestinale o attraverso gli indicatori dell’infiammazione”, ha spiegato Timna Naftali, la gastroenterologa che ha coordinato la ricerca e che ne ha presentato i risultati nel Congresso più importante a livello mondiale di gastroenterologia, che quest’anno si è tenuto a Vienna: “Questo ci ha sorpreso, perché in realtà sappiamo che i cannabinoidi possono avere un effetto antinfiammatorio, che in questo caso però non è emerso”.
Sulla base di questi risultati si può ipotizzare che l’olio di cannabis può fornire un sollievo dei sintomi della malattia con un miglioramento della qualità della vita dei pazienti.