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La strada è ancora lunga per la cannabis terapeutica

In Italia l'uso medico è legale, ma… sembra che pochi lo sappiano, dottori compresi, e ancora meno sanno esattamente a cosa possa essere utile....
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La strada è ancora lunga per la cannabis terapeutica

In Italia l’uso medico è legale, ma… sembra che pochi lo sappiano, dottori compresi, e ancora meno sanno esattamente a cosa possa essere utile.

Sul sito ufficiale del Ministero della Salute, nella pagina dedicata all’uso medico della cannabis, sta scritto quanto segue:

“La prescrizione di cannabis ad uso medico in Italia riguarda (DM 9/11/2015) l’impiego nel dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Le prescrizioni si effettuano quando le terapie convenzionali o standard sono inefficaci. Sono disponibili informazioni per i medici e farmacisti e istruzioni per la preparazione del decotto.”

Problemi di accessibilità: non solo alla cannabis terapeutica, ma anche al sito del ministero!

Questo è solo un estratto del testo completo presente nella pagina, pagina che ci teniamo a precisare non è visionabile correttamente da tablet e smartphone non avendo un layout responsivo, dettaglio questo che la rende praticamente non a norma, visto che esiste una legge in materia di accessibilità che prevede esplicitamente che i siti siano correttamente visionabili da tutti i dispositivi. È davvero singolare che un sito pubblico così importante, quale quello di un ministero (della Salute poi) non ottemperi una legge in materia di accessibilità.

Informazioni errate e incomplete

Ma torniamo al problema più grave, parlando di Salute, ossia quanto scritto nel testo riportato, dove erroneamente si dice che “le prescrizioni si effettuano quando le terapie convenzionali o standard sono inefficaci“, cosa del tutto errata. Inoltre nella lista delle malattie curabili mancano gran parte di quelle indicate da molti dottori che prescrivono la cannabis e dalla letteratura in materia. E ancora si parla di uso nel dolore cronico, lasciando intendere evidentemente una esclusività per questo tipo di dolore, quando non è così!

Tutti sanno (si fa per dire evidentemente) che, a seguito del decreto pubblicato lo scorso 12 luglio (2018) dalla ministra Giulia Grillo nella Gazzetta Ufficiale, la cannabis è assolutamente prescrivibile per qualunque tipo di dolore come supporto alle terapie convenzionali o standard, starà al medico e certo anche al paziente decidere. È anche vero che è prescrivibile per qualunque patologia o sindrome per il trattamento della quale con la cannabis esista della letteratura ufficiale, anche aneddotica. Purtroppo il proibizionismo ha fatto sì che ricerca sulla cannabis non ne sia stata fatta tantissima, e spesso i resoconti e le esperienze dirette dei malati sono una delle migliori fonti di indicazioni utili.

Ecco un link a un articolo del Giornale, quotidiano di destra, in cui si parla degli effetti del decreto citato. (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ministero-salute-cannabis-pu-essere-prescritta-tutti-i-1555120.html)
Sul web articoli sull’argomento ne sono stati pubblicati diversi, peccato che in televisione non si sia sentito nulla all’epoca!

Tra le altre cose la pagina del sito del ministero di cui parlavamo prima riporta in calce i link ai vari decreti e pronunciamenti in materia di cannabis terapeutica e tra questi non è presente quello che ho appena citato.

Il decreto citato andrebbe aggiunto a quest’elenco e non è il solo che manca all’appello

Prendiamo atto che questa è, o almeno dovrebbe essere, la pagina più ufficiale che un medico potrebbe consultare se volesse saperne di più e riporta notizie e informazioni di fatto sbagliate. La trovate presso quest’indirizzo.

Purtroppo non possiamo fornirvi la versione sicura https perché non funziona, in altre parole così non è una connessione sicura, ma è davvero l’ultimo dei problemi del sito del Ministero della Salute.

Serve informazione seria e affidabile sulla cannabis terapeutica

Se questa è la situazione del sito più autorevole in materia e di chi legifera in merito, immaginate cosa sia possibile trovare in giro, e infatti si trova di tutto, da chi spaccia la cannabis, o il CBD, come rimedio di tutti i mali, creando anche illusioni pericolose e terapeuticamente fuorvianti, a chi nel tentativo di dare un senso a quanto scrive il traduttore automatico scrive nuovi capitoli di medicina: tutte cose viste davvero anche sui siti più autorevoli! Non su BeLeaf naturalmente!

Si sente davvero la mancanza di un organo d’informazione autorevole in materia di cannabis terapeutica, qualcosa di ufficiale e affidabile, su cui medici e pazienti possano informarsi. In primis questi ultimi, a cui vanno tutti i diritti e nessun dovere, devono essere liberi di poter avere informazioni attendibili e utili.

Fibromialgia, questa sconosciuta

Per farvi un altro esempio sul sito ufficiale dell’associazione di fibromialgia ci sta una pagina dedicata alla cannabis e questa patologia invece non è citata minimamente nella pagina del sito del Ministero della Sanità dedicata alla cannabis terapeutica. Assurdo!!! Purtroppo la fibromialgia è in buona compagnia, ci sono molte altre malattie per cui la cannabis è indicata assolutamente non citate come il morbo di Crohn.

AAA cercasi medici prescrittori

Appurato che il sito del Ministero della Sanità è da rifare nella struttura e nei contenuti, pensiamo ai poveri pazienti, che dopo che , con difficoltà, riescono a individuare la cannabis come rimedio ai loro malanni, incontrano enormi difficoltà a trovare dei medici informati e disposti a prescrivere, scontrandosi con disinformazione e ignoranza; e non apriamo in quest’articolo il capitolo tristissimo sulle difficoltà di approvvigionamento e sulla continuità terapeutica negata (e sui costi assurdi!). Recentemente una paziente ha fatto lo sciopero della fame per questo problema.

La realtà è che ci sta davvero tanta ignoranza, anche in buona fede, e non è difficile immaginare che le lobby farmaceutiche stiano facendo di tutto perché i medici restino nella loro ignoranza, almeno finché non avranno loro brevettato qualcosa di vendibile che agisca sul così interessante e promettente per la ricerca sistema endocannabinoide.

Cannabisterapeutica.space

È in questo scenario di oscurantismo pilotato e assenteismo spassionato, che nel tentativo di portare un po’ di luce nelle tenebre dell’ignoranza, in buona fede e non, che regna sulla cannabis terapeutica, nasce il progetto del neurochirurgo leccese Giovanni Caggia: cannabisterapeutica.space. Un sito nato per informare in maniera il più possibile accademica e scientifica, e che consenta ai pazienti di interfacciarsi con professionisti medici che possano indirizzarli verso la terapia più opportuna.

In questo progetto il dottor Caggia, esperto di cannabis e terapia del dolore, e responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino in provincia di Lecce, sarà affiancato da medici e farmacisti esperti in materia di cannabis terapeutica, come i dottori, specialisti in farmacia galenica, Alfredo Tundo e Vito Greco. Alle competenze di questi professionisti del settore sanitario e medico, tutti ben noti nel campo, si aggiungono quelle del dottore in ingegneria informatica Eugenio Cuppone, esperto di web e anche lui naturalmente di cannabis, che curerà il web marketing e gli aspetti tecnici del sito.

«Il nostro sito non vuole essere qualcosa ne di esclusivo ne di esaustivo, esistono già realtà simili come progettomedicomm.com e infiorescienza.it, ci auguriamo che sorgano altre iniziative simili sia per informare che per consentire ai malati di interfacciarsi con i medici serenamente utilizzando le possibilità che la tecnologia offre, magari approdando anche a degli standard condivisi » – Spiega quest’ultimo, e continua convinto – «La cannabis dovrebbe essere legale, per ovvie ragioni, note anche i bambini, questo è il nostro pensiero e non lo nasconderemo. Ma noi ci occupiamo di cannabis terapeutica, che fortunatamente è già legale: vogliamo renderla davvero alla portata di tutti!»

«Ogni anno muoiono tante persone per problemi connessi all’abuso di superalcolici, ma in questo mondo difficile e privo di buon senso, dove vige il senno dei più forti, possiamo sentire dire in televisione a tutte le ore cose come Vecchia Romagna, intense emozioni o amaro Avernail gusto pieno della vita… della vita! I superalcolici per molte persone diventano il gusto della morte, e sia chiaro non vorremmo certo proibirli, noi la storia la studiamo, ma vorremmo che non siano oggetto di pubblicità continua a tutti i livelli. Non apriamo il capitolo del sistematico promuovere i superalcolici, e spesso mettere in cattiva luce la cannabis, che sono attuati in molte delle odierne serie. È evidentissimo che si sta ripetendo quanto è stato sempre fatto da diversi decenni: le lobby contrarie alla cannabis, come Big Pharma e l’industria dei superalcolici, usano il loro potere per farla screditare. Dobbiamo lottare se non vogliamo un’inversione del trend antiproibizionista in atto, inversione che non credo comunque più possibile. È in corso una rivoluzione e vogliamo farne parte!»

«Siamo convinti che se più persone si faranno prescrivere la cannabis e i suoi derivati, si potrà raggiungere una massa critica che porti il ministero ad intervenire realmente, con fatti concreti, per rendere l’approvvigionamento possibile con costi sostenibili. Questo è uno dei nostri obbiettivi. È assurdo pagare 15 euro al grammo una pianta così semplice da coltivare alle nostre latitudini e col nostro clima. Assurdo!» – Conclude netto l’esperto di web e cannabis.

Telemedicina alla portata di tutti

Dunque un nuovo progetto di telemedicina legato alla cannabis che metta davanti a tutto i diritti dei pazienti di poter scegliere liberamente la loro terapia, seguiti e supportati da professionisti del settore, ma che non dimentica di promuovere le ragione della legalizzazione tout-court: la marijuana terapeutica è già legale come ricordava il dottor Cuppone.

I pazienti potranno esporre il loro specifico caso e riceveranno delle indicazioni, eventualmente da sottoporre al loro medico curante, o anche potranno essere visitati tramite Skype, fornendo naturalmente tutta la documentazione medica necessaria per una corretta diagnosi e scelta terapeutica.

Nello stesso tempo il sito informerà i suoi utenti mettendo in atto anche iniziative editoriali volte a coinvolgere e informare medici e professionisti del settore sanitario. Esistono già delle offerte formative molto interessanti destinate agli operatori della sanità, come quelle offerte da cannabiscienza.it, ma al momento sono poco note e destinate a utenti tendenzialmente già interessati all’argomento. La maggior parte dei dottori restano nelle tenebre di ignoranza e confusione in materia, tenebre che a quanto pare, all’interno del settore medico-sanitario, ministero compreso, nessuno a interesse a dissipare. Perlomeno davvero in pochi.

Auguriamo allo staff di cannabisterapeutica.space di riuscire nella loro mission sperando che in futuro le cose per la cannabis terapeutica possano diventare più facili.

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