Appello al Governo giallorosso: “Ora liberalizziamo la cannabis”

La base dei 5 Stelle, tramite la piattaforma Rousseau, si è espressa a favore del nuovo Governo in coalizione con il Partito Democratico e Liberi e Uguali, dopo che le segreterie dei due partiti alleati, avevano già dato il via libera al nuovo esecutivo. Dunque il Conte-Bis è realtà.

L’autorete leghista pare ricordarci il vecchio “golden-gol” nei tempi supplementari, magari in una finale di un europeo. Chi segna quello vince, e ci si rivede tra 4 anni.

E, così come nel calcio, quello vero, non importa chi meritasse fino ad allora (facciamoci due domande sui consensi popolari della Lega) o chi avesse recuperato, per sorte o per buon lavoro, più tifosi (appunto!). Quello che conta è che chi segna vince.

A volte perchè è semplicemente un errore fatale. A volte per il sottovalutato karma. Altre volte perchè ad essere sottovalutati sono i propri avversari, in politica, così come nello sport.

Salvini forse convinto di capitalizzare il consenso ottenuto si è fidato troppo della (in realtà scarsa) voglia del PD di andare a nuove elezioni, sottovalutando il valore del parlamento italiano ancora in carica, fino a prova contraria. Di Maio non voleva forse il governo col PD. Zingaretti non voleva forse il governo con i 5 Stelle. Renzi sostiene ancora che non l’avrebbe fatto. Ma sappiamo tutti che il dietrofront della pattuglia renziana è stato il vero via libera alla formazione di un Governo che in realtà, per i numeri parlamentari, sarebbe dovuto già nascere da oltre 6 anni.

Nel “lontano” 2013 infatti il Partito Democratico “vinse” (relativamente) le elezioni politiche con la sua Coalizione (Italia Bene Comune) ed il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo arrivò secondo, entrando per la prima volta in Parlamento.

L’fferta di Bersani a Grillo però non convinse il capo politico di allora dei 5 Stelle a governare insieme al centrosinistra, schierandosi in una fiera opposizione che ferocemente contestò i provvedimenti chiave del Partito Democratico soprattutto dopo l’avvicendamento Bersani-Letta che portò alla “grande coalizione PD-PDL” e successivamente al Governo Renzi (PD-NCD) e Gentiloni (PD-NCD).

Dopo le elezioni dello scorso anno il primo partito italiano è risultato essere il Movimento 5 Stelle, ed il secondo chiaramente il Partito Democratico; ma anche in questo caso, per volere stavolta di Matteo Renzi, il Governo 5 Stelle-PD non riuscì a partire e nacque il “mostro” Giallo-Verde.

Ora, dopo il “rompete le righe” di Renzi, ecco che il Governo Giallo-Rosso può finalmente nascere.

Il Presidente Giuseppe Conte e tutta la base dei due (in realtà tre) schieramenti chiedono discontinuità con il passato (recente e non solo).

Come Associazione FreeWeed vogliamo subito rilanciare una proposta di vera svolta nazionale: è giunto il tempo di liberalizzare la Cannabis.

Eviteremo di annoiare sia Voi lettori con l’elenco delle motivazioni sul perchè è necessario liberalizzare subito la cannabis (potete trovare tutto nel sito ufficiale del Manifesto per la Cannabis Libera www.manifestocannabislibera.it  sottoscritto da oltre 200 realtà tra associazioni ed aziende e supportato da oltre 33.000 sottoscrizioni singole online) ma abbiamo inviato al Presidente Conte una lettera contenente le disposizioni presenti nelle richieste collettive sociali del Manifesto, già presentato al Ministero di Giustizia e nelle mani del Senatore Matteo Mantero.

Vogliamo, però, ricordare comunque alcuni punti importanti, se non fondamentali: primo fra tutti, la libertà personale di esercitare una condotta che non arreca danno a terzi nè alla società, ossia la coltivazione e l’uso personale di cannabis. Questo diritto, come ben descritto nel Manifesto Collettivo, si riflette sulla libertà di scelta del percorso di cura personale, porta enormi benefici sul piano sociale ed economico, giudiziario ed umano, incardinandosi perfettamente nelle indicazioni internazionali e negli esempi positivi introdotti in altre parti del mondo.

Considerando che la lotta alle Mafie risulta tra i punti programmatici del Governo 5 Stelle – PD, desideriamo sottolineare la necessità di introdurre una regolamentazione chiara della coltivazione di cannabis ad uso personale e del suo consumo privato, proprio elevando la condotta a baluardo della lotta alle narcomafie, come dimostrato da numerosi dossier internazionali e nazionali.

Fino a quando esisterà richiesta e dunque domanda, esisterà offerta, su un mercato totalmente incontrollato e mafioso. Studi internazionali di livello antropologico dimostrano come il consumo di cannabis sia insito nell’essere umano e non solo, in numerosi altri animali dotati di sistema endocannabinoide, fin dall’alba dei tempi, ed anzi ha contribuito profondamente allo sviluppo delle civiltà antiche e moderne, producendo svolte agricole, economiche, sociali, mediche e spirituali, creando innovazioni e portando a scoperte sensazionali, persino sui suoi incredibili principi attivi dotati di proprietà importanti per l’essere umano.

Dunque eliminare il consumo, come vorrebbe la cosiddetta “war on drugs” non solo è in totale violazione di diritti umani personali, come sostenuto da numerose relazioni internazionali, ma è anche antropologicamente e dunque fisicamente impossibile e totalmente dannoso per l’essere umano inteso come collettività e non come singolo unico uomo (o donna).

E quindi, in questo sistema attuale di repressione del consumo e della coltivazione personale, ecco che le narcomafie regnano ed imperversano, governando il mercato illecito, l’unico mercato esistente ad oggi. Per questo è proprio la coltivazione personale l’unico strumento in grado di estraniarsi da questo circolo, ed andrebbe dunque sostenuto, non certo punito dal nostro Stato come invece avviene quotidianamente.

E questo deve valere anche qualora si introducesse un mercato legale della cannabis, perchè in primis deve esserci la libertà dell’individuo di poter scegliere come approvvigionarsi, anche in un mercato regolamentato futuro.

In secundis appare evidente la necessità economico-sociale di introdurre un mercato libero della cannabis, come descritto accuratamente nel Manifesto Collettivo, con regole precise ed aperto a tutti i cittadini maggiorenni.

Questa proposta risulterebbe molto utile sempre, ancor di più in questo momento storico dove siamo esposti al rischio dell’aumento dell’IVA. Servono le risorse per evitare lo scatto delle clausole di salvaguardia; senza contromisure nel 2020 l’aliquota ordinaria del 22% salirà al 25,2%, e quella ridotta al 10% passerà al 13 per cento. Con un effetto sul budget familiare stimato in 541 euro in media all’anno.

Il Def ha calcolato in 25,1 miliardi le risorse da reperire, al netto del target 2020 indicato per la spending review (2 miliardi) e di altri micro-interventi.

Il mercato della cannabis ad oggi è stimato in Italia essere di circa 6 miliardi di euro (in nero); considerando una regolamentazione totale ed una tassazione al 22% si otterrebbe almeno un miliardo di euro solamente dal primo anno. Certamente è poco, diranno gli economisti, da solo non risolve il problema. Ma è altrettanto vero che legalizzare contribuisce alla soluzione, senza considerare che si tratta di minimali.

La necessità di una liberalizzazione della cannabis tramite l’approvazione della proposta di legge contenuta nel Manifesto per la Cannabis Libera, dunque comprensiva di libertà di coltivazione personale, consumo privato ed un libero mercato, è sotto gli occhi di tutti e segnerebbe un vero e netto distacco dalle politiche sociali ed economiche precedenti a questo nuovo Governo Conte Bis.

Noi saremo in prima linea, fino alla libertà.