Il primo firmatario sull’emendamento sulla canapa, Francesco Mollame, si dice “convinto sull’ammissibilità e fiducioso sull’operato del governo e delle cariche dello Stato competenti“. Mollame, senatore del M5S, ha lottato duramente in questi giorni (insieme a Matteo Mantero) per provare a inserire nella manovra un testo in grado di dare un minimo di respiro ai tanti coltivatori e imprenditori che hanno deciso di investire nella canapa. E i due sono anche riusciti nell’intento visto che il loro emendamento è stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.
Ma una parte del centrodestra, quella più conservatrice, sta provando in queste ore ad affondarlo, chiedendo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, di ritirarlo (lei è l’unica figura in grado di ritirare un emendamento approvato in Parlamento).
E così Mollame è tornato a spiegare i motivi per cui quel testo è legittimo e ammissibile: “Il subemendamento approvato – sottolinea – non fa altro che stabilire una imposta e ratificare quanto previsto dalla Legge 242/16 e sancito dall’ex Ministro dell’Interno con la circolare del 31 luglio 2018 diretta alle forze dell’ordine, in base alla quale sotto il limite dello 0,5% di THC la Cannabis sativa L non è una sostanza stupefacente. Finalmente siamo riusciti a superare un dannoso pregiudizio che ostacola un comparto economico “Green italiano” che dà lavoro a migliaia di addetti e che si sviluppa in linea con una economia sostenibile, dalla bioedilizia ai materiali biocompositi compresi”.
Poi l’attacco alle opposizioni: “Se vogliono riferirsi a pregiudizi noi abbiamo scelto di essere concreti. Ho appreso che ci sarebbe la richiesta di dichiarare inammissibile questa norma per aspetti ordinamentali non compatibili con la legge di bilancio. Ribadisco che l’emendamento “richiama” norme e parametri già in vigore e fa solo chiarezza, rimandando altresí ai ministeri competenti, agricoltura, finanze, economia e sanità il compito di regolamentare nel dettaglio la materia”. “La maggioranza di questo Governo –conclude – è stata concorde nell’approvazione di questa norma; resto convinto sull’ammissibilità e fiducioso sull’operato del Governo e delle cariche dello stato competenti”.