Green e digitale: sono queste le due parole che segneranno il futuro dell’occupazione. Infatti, studi e indagini dimostrano che la domanda si concentrerà su profili tecnici e specializzati finalizzati allo sviluppo di strategie ecosostenibili. Una buona notizia per noi che amiamo la natura!
Programmatore agricolo, giuristi ambientali, energy manager, informatici ambientali, promotori di nuovi materiali sostenibili, esperti nella gestione dell’energia. Nel giro di due o tre anni, si stima che la domanda aumenterà di almeno tre volte, con una richiesta di circa 480mila esperti.
Una strada che è già segnata: oggi il 19% delle aziende green prevede una crescita. Nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva (nel 2017 era il 13,0%). L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali. La green economy è anche una questione anagrafica: tra le imprese guidate da under 35, il 47% ha fatto eco-investimenti, contro il 23 delle over 35.
Che il futuro stia andando in quella direzione lo certifica anche la decisione di stanziare il 37 per cento delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund in questo campo, così come l’approvazione del “Green Deal” europeo – il piano d’azione con il quale l’Unione europea conta di raggiungere la neutralità climatica nel 2050.
Non bisogna farsi trovare impreparati. L’Italia — grazie alla sua capacità di produrre cose belle e innovative grazie ai legami delle imprese col territorio e le comunità — in questo cammino è tra i Paesi più avanzati. Ma grandi capacità comportano maggiori responsabilità, e le crisi si rivelano spesso opportunità: il nostro Paese ha le carte in regola per diventare uno dei leader della rivoluzione sostenibile dell’economia. Contribuendo a rinvigorire e rinnovare in chiave ambientale la missione dell’Europa e godendo dei vantaggi economici, tecnologici e competitivi legati a questa leadership. Ci vuole coraggio.
Come nel settore della canapa, vero protagonista del futuro.
Perfettamente bio-compatibile, visto che la sua coltivazione non richiede pesticidi e altri fertilizzanti (ma è essa stessa a lasciare il terreno più pulito di come l’ha trovato) si può tramutare in calce, in bio-mattoni, in bio-plastica, carta, tessuti, alimenti vari, prodotti per la cura del corpo, bevande energetiche e molto altro ancora.
Ma per farla diventare parte del sistema bisogna dare regole certe per produttore e consumatori.