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Legalizzazione imperfetta: cosa funziona bene e cosa no nel modello Uruguay

Nel dicembre del 2013, l’Uruguay divenne il primo paese al mondo a legalizzare la produzione, la distribuzione e la vendita della cannabis. La legge, fu appoggiata dal governo progressista dell’allora presidente José Mujica con l’obiettivo di ridurre il consumo delle droghe e combattere i profitti illeciti del narcotraffico. Gli uruguaiani al momento, possono accedere alla cannabis per uso ricreativo in tre modi: 

  • Coltivandola: in questo caso, si possono possedere legalmente fino a sei piante e fino a 480 grammi di fiori di cannabis essiccati.
  • Iscrivendosi ad un cannabis club registrato: questi club possono avere un massimo di 45 membri, ai quali non possono vendere più di 480 grammi di cannabis all’anno.
  • Comprandola in farmacia: si possono acquistare fino a 40g al mese.

Produttori e coltivatori devono però iscriversi in un registro nazionale presso il ministero della salute (a oggi si sono registrate 50mila persone, su una popolazione di quasi 3,5 milioni), regola che per molti rappresenta una violazione della privacy. Inoltre la legge si rivolge solo cittadini uruguaiani o residenti nel paese, esclude invece i turisti.

Lo Stato al momento non riesce a soddisfare la crescente domanda, solo due aziende hanno ottenuto la licenza di produzione, inoltre, a causa dei problemi di transazioni con le banche internazionali (specialmente quelle statunitensi) che non vedono di buon occhio questo mercato, e per la conseguente paura di possibili sanzioni, sono solo 17 le farmacie che vendono cannabis in tutto il paese e lo fanno esclusivamente in contanti. 

Inoltre si è sviluppato un “secondo mercato nero”, perché i coltivatori nazionali e i membri dei club della cannabis hanno iniziato a vendere parte della pianta prodotta legalmente ai turisti.

Alcuni di questi problemi stanno trovando pian piano una soluzione, infatti nel 2019 il governo statunitense ha deciso di permettere alle banche nazionali di operare con denaro proveniente dal mercato della cannabis legale, in questo modo dovrebbero esserci meno problemi sulle transazioni.

In generale secondo i dati e le stime dell’Instituto de Regulación y Control del Cannabis, dopo la legge, il governo uruguaiano ha causato al narcotraffico una perdita di 22 milioni di dollari: dato che dimostra come la legalizzazione sia un modo efficace per contrastare la criminalità organizzata.

Si sono inoltre moltiplicati gli eventi e i dibattiti sul tema delle droghe, soprattutto nelle scuole, cosa che ha permesso a tutti i cittadini di informarsi e di aumentare la propria consapevolezza.

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