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C’è il riscaldamento globale dietro l’ultima ondata di freddo che ha colpito l’Europa

Uno studio dell’Arctic sea-ice loss fuels extreme European snowfall, pubblicato recentemente su Nature Geoscience da un team di ricercatori finlandesi, norvegesi e statunitensi spiega che è la perdita del ghiaccio marino artico a causare il riscaldamento climatico e paradossalmente anche l’ondata di freddo che ha colpito l’Europa.

Secondo i ricercatori infatti la riduzione del 50% della copertura di ghiaccio marino artico ha fatto aumentare l’evaporazione nelle acque invernali libere dai ghiacci, finendo per alimentare nevicate più estreme più a sud in tutta Europa.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori si sono basati sugli studi del fenomeno conosciuto come “Beast from the East”, ovvero, l’ondata eccezionale di gelo che si è abbattuta principalmente sulle isole britanniche tra febbraio e marzo del 2018, causando oltre 1 miliardo di euro di danni agli agricoltori e non solo. Il vapore atmosferico, generato dalla fusione della calotta polare, che viaggia verso sud dall’Artico ha un’impronta geochimica unica, che ne rivela con precisione l’origine: la calda superficie del mare di Barents tra Norvegia, Russia e le isole Svalbard. Durante la Beast from the Est, in cui si ebbe anche una storica nevicata a Roma, le condizioni nel Mare di Barents, hanno fornito fino all’88% della neve fresca che è caduta sull’Europa.

Il ghiaccio marino è effettivamente un coperchio sull’oceano – spiega Hanna Bailey, prima firma dello studio – E con la sua riduzione a lungo termine in tutto l’Artico, stiamo assistendo a quantità crescenti di umidità che entrano in atmosfera durante l’inverno, il che ha un impatto diretto ulteriore sul meteo più a sud, provocando nevicate molto abbondanti. Potrebbe sembrare controintuitivo, ma la natura è complessa e ciò che accade nell’Artico non rimane nell’Artico.

Secondo le stime, per ogni metro quadrato di ghiaccio marino invernale perso, vi è un corrispondente aumento di 70 kg di evaporazione, che porta a più umidità e più neve o pioggia che cade sull’Europa. Secondo queste scoperte, entro i prossimi 60 anni, se il Mare di Barents sarà totalmente privo di ghiaccio come previsto, diventerà probabilmente una fonte significativa di aumento delle precipitazioni invernali, sia che si tratti di pioggia o di neve, in Europa.

Hubbard, uno degli studiosi coinvolti conclude: «Questo studio dimostra che i bruschi cambiamenti a cui si sta assistendo in tutto l’Artico ora stanno davvero interessando l’intero pianeta». Tutto è connesso.

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