Raver, psiconauti e RDD: parla ItanPud

L’estate è ormai nel vivo e con essa arrivano puntuali gli eventi musicali e non. Dopo due anni di pandemia, la voglia di stare insieme e di divertirsi è tornata ad altissimi livelli. Fra i più partecipati troviamo i rave o Teknival, i festival di musica techno che richiamano migliaia di giovani.

Ma cosa succede realmente ad un rave? Chi sono i ravers e quanti di loro sono psiconauti consapevoli? Come poter fare riduzione del danno durante questi eventi?

Negli USA, Biden si batte dai primi anni 2000 per la tutela della salute dei ravers attraverso la
locazione di questi eventi in strutture a norma che abbiano servizi utili all’igiene personale e punti attivi dediti alla riduzione del danno. Il Rave Act del 2002 è visto dagli americani come una legge proibizionista che vincola gli operatori ad un numero di feste limitato, sanzioni in caso di diffusione di sostanze stupefacenti e rigidi controlli ma è realmente una base di “legalizzazione dei rave”. E in Italia ? Forza Italia, la destra di FdI e Lega demonizzano la cannabis come droga (quando è medicina dal 2020 per l’ONU) senza capire che l’era della Fini-Giovanardi  è finita da un pezzo!

Eppure anche nel nostro Paese la riduzione del danno e del rischio esiste e funziona ma è a carico di associazioni finanziate da fondi pubblici, che si districano tra leggi, esperienze personali e sostegno al prossimo. Attraverso programmi socio culturali presenziano ad eventi come raduni e festival dove distribuiscono informazione e materiali sterili. Queste realtà mettono al centro la tutela della persona e della comunità allargata, non è una guerra alle droghe anzi si privilegia l’autoregolazione, la libertà di espressione, la correttezza delle informazioni e l’adesione al metodo e alle evidenze scientifiche come unica risposta possibile all’assunzione volontaria di sostanze psicoattive.

Ci ha aiutato a entrare nel mondo dei rave Alessio Guidotti, operatore sociale in servizi di RDR e RDD ( riduzione dei rischi e Riduzione del danno ) Alessio è un educatore professionale ed OSS, si occupa di riforma delle politiche sulle droghe ed è stato presidente dell’associazione Itanpud, una rete di consumatori di sostanze psicoattive che si battono per la tutela dei diritti delle persone che fanno uso di sostanze. Con lui avevamo già trattato l’argomento su BeLeaf in “Supportare e non punire, ecco la vera riduzione del danno”. In quell’occasione ci disse: “Dobbiamo cominciare col chiederci qual è la funzione di rottura delle sostanze? Per molti è un rifugio dai conflitti sociali: le droghe, infatti, permettono di rompere tra me e la realtà, è una rottura dal sistema culturale”.

Ma cosa succede durante un teknival?

Feste di musica e sostanze psicoattive, raduni di amanti della musica techno che si agglomerano
sotto il sound per viaggiare con la mente e condensare energia umana e natura nello spazio e nel tempo. Lo scorso anno il rave di Valentano (Viterbo) è stato uno dei più partecipati del decennio, ricoperto di attenzioni mediatiche: 10mila persone sul lago di Mezzano, inclusi bambini e animali domestici, sono stati però, bersaglio facile per sproloquiare su indagini e decessi.

“Sono state dette cose mai avvenute, è stato un evento ipergonfiato dalla stampa – commenta Alessio Guidotti -. A Valentano è stato fatto un lavoro straordinario per la riduzione del danno coordinato da CNCA e ItaRdd, dove erano presenti più equipe che operano in diverse regioni. Un lavoro affatto semplice che ha richiesto una pianificazione e un coordinamento estremamente professionale. Dalla gestione del drugs infopoint ( la postazione dove operatori professionali insieme a operatori pari ed attivisti danno informazioni per l’uso consapevole, distribuiscono materiale sterile per il consumo pulito, effettuano interventi di primo soccorso) alla chill out ( una zona di “decompressione” ) ma anche il drugcheking. Addirittura, in quell’occasione, è stato esemplare anche il coordinamento con le prefetture. Un sistema che può funzionare benissimo ma che va perfezionato, di cui Valentano è stato un esempio positivo: le FFOO erano istruite sull’importanza della presenza degli operatori della riduzione del danno al pari delle ambulanze. Il problema c’è stato quando si è preteso che ci fosse un’evacuazione di massa durante la quale hanno eseguito controlli a tappeto in ottica proibizionista”.

Sappiamo che sotto la divisa ci sono persone che a seconda degli ordini ricevuti e delle
interpretazioni personali possono essere comprensivi o segnare l’esistenza di un cittadino sventurato. Come il caso degli operatori di RDD che hanno subito perquisizioni domestiche perché presenti ad un rave, seppur con una realtà riconosciuta, ma con precedenti penali.

“Il massimo della professionalità di questi interventi estremamente complessi – continua Alessio – è necessaria per arrivare a mediare la gestione dell’intervento con le forze dell’ordine. Si tratta di far comprendere all’apparato repressivo, polizia carabinieri prefettura, che in quel contesto totalmente illegale delle equipe che hanno mandato di sanità pubblica devono poter intervenire. Un sistema delicato.”

*Cnca e ItaRdd: chi sono?

Cnca e ItaRdd sono due realtà nazionali che hanno come finalità quella di costituire un’organizzazione che sia preparata per muoversi a livello nazionale in caso di grandi eventi. Cnca (coordinamento nazionale comunità di accoglienza) è una realtà nazionale alla quale aderiscono moltissime cooperative di servizi in ambito sociale e sociosanitario che vanno dall’immigrazione alle dipendenze. ItaRdd (rete nazionale di riduzione del danno), invece, è una rete di associazioni, operatori, operatrici, consumatori ed enti locali alla quale aderiscono progetti e servizi del privato, del sociale e del pubblico che operano in ambito dipendenze e consumi di sostanze. Itardd sta coordinando un complesso e articolato processo per la costituzione di una grande struttura operativa in grado di intervenire nei grandi eventi come i  teknival, Valentano è stato uno dei primi intervento in tal senso. Costruire questa struttura non è affatto semplice prende parte a queste iniziative: “hanno fatto degli incontri in tal senso: si tratta di far interagire equipe diverse con specifiche diverse, retroterra culturali differenti ma con mandati istituzionali simili, ma soprattutto con un unico obiettivo: la tutela  e il diritto alla salute delle persone che consumano sostanze e partecipano agli eventi, anche se illegali.

I raduni sono, invece, finalizzati a rilassarsi, ascoltare musica, stare a contatto con la natura, poi tra i partecipanti adulti e consenzienti ci sono dei consumatori di droghe, ricordando che la prima a girare come fosse acqua è l’alcol.

Psiconauti e ravers: consapevolezza all’uso delle sostanze

“Sicuramente ci sono molte sostanze nei rave” spiega Alessio Guidotti, “durante feste di vario
genere – non solo rave n.d.r. – si diffonde sempre più la ketamina, l’mdma (ecstasy), la speed, le
anfetamine e altre varietà, anche se ultimamente si usa molta più cocaina di prima”.
“Durante un festival avviene di tutto, nel senso che sono eventi collettivi che assumono la forma di u rito. C’è una moltitudine di persone che si mescolano, hanno storie e percorsi, identità
diverse. C’è chi vuole fare un paio di giorni di festa, assumere qualcosa di buono e poi rientrare alla propria vita. Ci sono studenti, lavoratori, persone che vivono il momento della festa come un rito di passaggio e persone che si dedicano alla festa impiegando tempo ed energie per tutti.”

Le droghe sono sostanze psicoattive di origine naturale, con successive trasformazioni e tagli
diventano droghe pesanti poiché possono avere effetti collaterali gravi sul consumatore. La
psilocibina e la psilocina presenti nei funghi psicoattivi sono state utilizzate negli anni ‘50 come
antidepressivi e tuttora sono prescrivibili in alcuni paesi come l’Oregon. LSD, MDMA e mescalina
sono un valido aiuto in alcuni casi come i disturbi ossessivi-compulsivi, la depressione, alcolismo, il mal di testa a grappolo e i disordini post-traumatici. Diverse sperimentazioni sull’uso in ambiente controllato stanno avvenendo in Svizzera con risultati sorprendenti.

Coloro che utilizzano le sostanze psichedeliche in modo consapevole per aprire la mente sono chiamati “psiconauti”, non sono pochi durante i rave coloro che hanno fatto questo tipo di percorso: “A volte si mescolano al contesto feste ma diciamo che costituiscono una classe a parte – chiarisce Alessio – ma è cosa buona da incentivare, che si condividano i loro saperi, il loro modello di approccio al consumo. Sarebbe bello uno psiconauta genere”.
Al contrario di quanto si pensi “la grande maggioranza si sa gestire e sarebbe bello se condividesse con noi le sue esperienze e competenze. Riguardo le sostanze psichedeliche a
fini terapeutici siamo indietro a livello culturale a causa del proibizionismo.”

Riduzione del danno e del rischio: in caso di emergenza sanitaria?

Gli operatori di associazioni come ItanPud sono presenti sul posto con banchetti informativi e di
supporto, distribuiscono materiale cartaceo e strumenti per l’assunzione: riduzione del danno e del rischio. E in caso di necessità? Alcol o ecstasy che sia, non tutti assumono sostanze ma ognuno ha le sue abitudini: “Durante un festival avviene che c’è chi sa usare e chi invece no” spiega Alessio. “Ci sono conseguenze di vario genere che possono diventare problematiche, anche se la maggioranza dei consumatori le sa gestire. Poi certo ci sono piccoli problemi di natura sanitaria.” Durante i grandi eventi è obbligatoria la presenza della sicurezza e dei sanitari ma sono gli ex consumatori i più preparati in materia: “In caso di emergenza si è pronti intervenire anche con un medico ma si cerca di evitare l’ambulanza valutando che sia tutelata sia la privacy che la salute del beneficiario.”

Le zone chillout sono adibite in caso sia sufficiente rilassarsi un po’ e riportare la persona in “viaggio” mentale a contatto con la realtà attraverso uno stato di calma coadiuvato dall’ambiente circostante e la musica psycho-relax.

La speranza, in generale, che qualcosa possa cambiare nel coordinamento tra istituzioni, operatori e territorio è fondata: “Oramai la Riduzione del danno, come tipo di approccio, è riconosciuta come molto importante ed infatti è inserita nei LEA (livelli essenziali di assistenza) poiché è un requisito minimo assistenziale per il cittadino.” Alessio Guidotti conclde: “La rdd , compresa quella che interviene nelle feste, nei rave, teknival, ecc ha il suo spazio nel piano nazionale sulle dipendenze (VI conferenza nazionale Genova Novembre 2021). La rdd è presente nel piano nazionale dove si riconosce il valore del drug checking.”